589 MDXXXtl, LOGLIO. 500 con questo modo conforme a quello con che vinsero Rhodi, che reputano molto sicuro per li soi, et per li difensori molto difficile et quasi impossibile. Si fa conto che ancor che ’1 Turco aceleri quanto più può la venuta sua che non può alro-varse in Buda se non a 1’ ultimo di questo mese o al principio de 1* altro, perchè 'I viene con molto ordine et con gran rispeto di condurre il suo exercito fresco et non faticato, di maniera che per quanto se intende non par che fuziano camino di più de una lega al giorno o di una et meza al più. Si è dito che quelle gente che sono in Slri-gonia hanno fato una bella fatione conira 6 mila cavalli dii Vayvoda, li quali hanno roti, et ne hanno morti da 1500 ma non è però cosa certa. Si pensa che per tuto el giorno ventesimo di questo mese Vienna deba essere preveduta de tuie le gente che se vi hanno da ponere, che sarano, come per altre mie scrissi, 16 milia fanti et 800 cavalli benché a questa bora ci ne sia qualche bona parte, et tuta hora ce ne vanno. La dieia qui se tien da sei dì quasi per finita, et quando la Soa Maestà vene da li bagni se pensò che venisse per far el recesso, pur ancora sta : così per la determinatone de queli, quanto per le cose dii Turco et de la fede, la summa già si debbe liaver inteso, et che le cose stiano come in quella di Augusta fu concluso. Intendo che in questa ultima sessione è stato un poco di contesa perchè li procuratori dii Palalino eletor non hanno voluto sotoscriversi a questa determinatione, dicendo che ’1 suo principale era di animo che si moderassero alcune cose con le quale sperava di ben disponere ¡1 duca Federico, che già era a cavallo per andare in alcuno loco, subito andò ne la dieta et protestò non esser quello che essi procuratori dicevano, sapendo esso la intenlione di suo fratello esser bona, et non sentir altramente di lutheranarìa come pareria che sentisse in questo, et subito andò dal fradelo qual ancor era in Nurimherg. Ci è aviso che ’I duca di Saxonia fa 8000 fanti, soto colore de volerli per pressidio dii suo paese dubitando de Turchi. Et non parlarsi alcuna cosa dii convento di Nurim-berg fa credere che Iulherani perseverino ne la loro pertinatia. La Maestà Cesarea è benissimo revalsa, et si trova tanto ben in quello loco ove è, * che del suo ritorno qui non si fa menlione, che è quasi de disperalione a tuta la corte perchè alcuno non può negoliar, et a li propri soi intimi de extremo incomodo, perchè queli pochi che stanno là sono malissimo accomodali, et quelli che sono qui bisognano andarepuoco meliche ogni giorno, et máximamente che da 5 in 6 dì in quà continuamente piove et è fredo sicome in Italia di otobre quando è un pessimo autunno. Da Ratisbona, a li 9 de Luio de missier Si- 236 gismondo da la Torre al signor duca de Mantoa. Da le ultime lelere che ultimamente scrissi in quà non vi sono nuove de Turchi, pur non si manca de fare le provisione deliberate et opportune, et già cominciano ad inviare le gente a basso et olirà quelli di la portione di Nurimherg che passorno a questi di sono passati quelli di Augusta, et in mano in mano con molla polentia ogni uno va exequendo quanto è debitore, et di più questi signori di Baviera zoè Gulielmo el Lodo-vico ancora che per la rala loro non siano debitori de più -de 1200 homini, non-di meno ne danno 4000 et così fanno molti altri. La maggior difficullà se trova in proveder a questa impresa è de le vìtualìe, pur non si manca a questa ancora. Il Martinengo è stalo ben veduto da Sua Maestà, et è inlravenuto in una consulta fata lì al bagno sopra le cosse di la guerra, el per quanto se intende, pareva che la intenlione de Sua Maestà fusse di mandarlo in Viena, de poi ho inteso de non, et che egli è partito per andar a levar alcune artellerie de Norìmberg. Per molto che si è lardato ad liaver letere da Roma si è slato in qualche admiratione, ma eri ne venero molte che pur sono de grandissima satisfaclione a Sua Maestà, per la propria dispositione che si conosce ne la Santità de Nostro Signore in soccorere a questa impresa, havendo Sua Maestà nuovamente declarato voler pagar li 10 milia cavalli hongari che si condurano, et manda in qua el reverendissimo Medici con buone provisione de denari per intertenir ili quesla impresa, che certamente ha loco el cuore di questa Maestà, vedendo Sua Santità et con la borsa el col sangue suo exibirsi tanto prompta et gaiardamenle. È anche slato de grandissima consolatone al reverendissimo Campegio, el qual per la molta indispositione di la persona che tiene si rendeva certo che havendo a patire li incomodi che non si potino schivare in questi travagli li lassava la vita, onde per la venuta dii prefato reverendissimo Medici spera ritornare in Italia per