135 MDXXXII, APRILE. 136 braro, dove si bavera a celebrar uno altro convento in loco di quello di Spira, et dove si ha vera a tratar di P acordo tra il re Ferdinando et ¡1 re Zuane, et li mandava lo salvoconduto che li ambassatori dii 53 re Zuane sarano securi andar et ritornar, et li saria fato quel onor et reputation che a li ambassatori dii re di Hongaria se rizercava. A le qual lettere li io risposo che il tempo era troppo breve et impossibile che ditti ambasciatori potesseno esser al ditto tempo al loco, niente di men non restaria de far ogni suo debito per satisfar al desiderio de Sua Maestà, et io tutta la note steli a scriverle. Et spedito el messo con le lettere, montassimo su li cocchi che sono certe carote tirale da tre o quatro cavalli che fanno al giorno da 70 in 80 miglia italiane et venissemo ad Ilistrigonia, poi a Buda il primo dì di anno novo, dove stessemo tutto quel giorno a darsi bon tempo. La matina poi, (re hore inaliti el giorno, padito el vino, spazzassemo da genlilomeni a la corte dii re nostro che è in Transilvania, de quello che era slà fatto in la legation el quello bisognava ne P avenir, poi nui a slafeta andassemo a la volta di Polonia a la corte dii re, qual si trovava qui in Cracovia, dove celebrava un convento generai di tutto el regno, perchè il re voleva tansar luto el paese in una stimma certa et non che ogni volta li bisognava haver danari et aiuto si dovesse far novo consiglio ; ma li Principi et nobili permiseno questo solo, che per questo anno per ogni eaxa li fusse dato 10 grossi, che sono soldi 30 di nostri, così gentilomeni come vilani, et quello non have-riano promesso se non fusse seguita la rotta lì del valacho. Credo che scuoderà 150 milia ducati in 200 milia. Quel re è povero; alcuni dicono 1’ha danari, ma li più savi et la più parte dice rie no. Arzente lavorato I’ ha tanto quanto principe alcun dii mondo, mezo milion d’oro, faria una montagna de arzento. La soa intrada non passa 300 milia ducali, le qual sono sali di terra appresso Cracovia et sali di aqua in Russia, piombi, mieli, cere el alcuni dalii. Ha una Gola di 20 anni con la prima moglie, che fu sorella dii re Zuane nostro, qual si crede sarà moglie dii re di Baviera. Coti questa duchessa vii Bari ha uno fiolo nominato Sigismondo di anni 11, già incoronalo, et 4 fiole femene, la prima ha nome Isabella, di anni 12, di le altre la più mazor ha anni 7. La rczina è falla misera et avara vedendosi haver questa copia de Soli, el lieti la parte di Ferdinando, perchè voria parenlarse con lui, è falla onnipotente el ha tolto tutta I’ autorità al marito et a li altri principi, ita che l’è fata un’ altra rezente in Pranza. Il re è homo da bene et molto rispettoso al suo stato, perchè lo vede molto debile el circondalo da ogni canto da nemici, zoè Moscoviti, Tartari, Moldavi et Alemani, ma più paura ha dii Turco che di lutto > il resto, nè per quello voi riscoder niente dii suo regno, impegnado alias per soi successori et per lui ancora, tanta paura Ita dii Turco, acumula danari più che ’! poi; vedendo che li bisogneranno. Lui si vede esser molto vechio el il Bolo molto zovene, ita che sempre il pover vechio suspira el pensa, ma ogni sera dorme con la moglie. Vi mando la sua effìgie, et a li anni l’è troppo gniardo. Qui faces-senio le feste di Nadal aspelando la risposta et li messi mandati al re Zuane in Transilvania, li quali venuti, sollicilò il mio patrone questo re di Polonia scrivesse a l’imperator che insieme con Sua Maestà dovesseno prender questo carico di accordar il re Zuane con suo fratello. Poi el mio patron partì de qui et con sua moglie andò ad uno suo castello verso la Russia, et si riposò 15 giorni, che fo al principio di questa Quadragesima. Li sopravene una slafeta dii re di Hongaria, che subito et secretamenle dovesse cavalcar a la volta di Argentina per intravenir nel convento per esser Sua Maestà compresa et in-vidata da quelli principi. Et così soa signoria se partite con doi servitori todeschi et io restai qui con suo fratello monsignor reverendissimo Vespri-miense, dove aspetto alcuna risolution di alcuni di 53* le città che tien Ferdinando, siccome è Cassovia, Hiperigios, Linavia, Scpusio, et altre, le qual tutte comenzano a declinar a la devution dii re nostro, vedendose esser deluse et abbandonate da Ferdinando. Li baroni di Hongaria et la nobilita di l’una et l’altra parte, sono per far uno convento a li 11 di questo in Bagalada, dove si bavera a consultar di quesli due re qual di loro habbi ad esser ; et si crede senza altro verano il nostro re Zuane, dum-modo li perdoni le offese et li restituissa el so, et tanto più i farano, quanto vedeno che la gralia dii signor Gran turco ha scritto una lettera a la Maestà del nostro re, instando però Sua Maestà per el suo ambassador, che hessendo alcuni principi nel suo paese el fora dii suo paese, quali rizercano di haver la gralia et bona amicitia di esso Signor lurco, et lui li risponde che l’è contento di conservarli in sua bona gralia, el di difenderli contra ognuno li vorà dar impazo. Vero è che ’I voi che sicome lui serva la fede a chi la promette, che ancora loro la servino, altramente non se intendesseno esser amici. Questa lettera io l’ho fata dal vulgar latiti, credo la sarà stampada in Alemagna a confusion di questi