993 MCCCCCIV, MARZO. 994 la parie si contien, mollo longa e ben notada per Nicolò Aurelio secretario nostro. Sier Antonio Trun andò in renga, dicendo chi dia aver à raxon; ma bisogna, chi à ’uto li danari di Santa Mnura li da-gino fuora. L’ è stà preso le parte e commesso a li ayogadori et nulla è stà facto, et però voi meter uno scontro. Li rispose sier Alvixe da Molin savio dii Consejo, alegando el dillo di sier Alvixe Foscarini dotor, che era un caratello di vin dolce, zoè tutto bon, eh’ è, come si dice, mal e la salata di le re-chie etc. (sic). Or sier Antonio Trun messe che domali li avogadori venisse in Colegio a dir P opinion sua zercha questi danari, videlicet quanto hanno, et poi, l’altra setimana, cadaun dii Colegio, in pena di ducati 200 da esserli tolto per li avogadori senza altro Conseglio, vengino a questo Consejo con le opi-nioirloro zercha tal danari di Sancta Maura; et in hoc interim, el conto de’ dicti merchadanti sia mandato a l’ofìcio di 3 savj a reveder. Ave una non sinceri, una di no, 60 di savj, 94 dii Trun; e fu presa. Et li cai di X andono a la Signoria dicendo aver cossa che importa, e voìseno el suo Consejo cou zonta dii Colegio. Et cussi fo chiamà el Consejo di X, et li altri lieentiati a bona hora. Ancora ogi, in Pregadi, fo messo parte per li consieri, che quelli sora il cotimo di Alexandria potesse-no venir in Pregadi come quelli sora quel di Damasco, videlicet sier Donado Marcello et sier Belletto Cabriel. E andò la parte: 82 di la parte, 96 di no; e fu preso di no. FA presente portò l’ orator turcho a la Signoria. Cavezi 5 de brochà d’ oro de Bursa, dei qual uno è più richo dei altri, et uno altro è etiam brochà d’arzento. Uno fazuol de seda da cenzer. Cinque cavezi de damaschiti de diversi colori fatti in Bursa, tra i qual n’è uno de brocatello d’oro et paonazo, con fojami turchini. Quatro peze de zambeloto, do paonaze, una più scura di P altra; et le altre do verde, una più scura di 1’ altra. Le qual tutte robe et presente di po-cha valuta, fo mandato a li procuratori di la 482 * Chiesia di San Marco. Copia de la lettera mandata per el Signor turcho a la Signoria nostra per il suo orator, traduta di greco. Sultan Bajesit chaham, per la Dio grafia im-perador potente de la Europa et de la Asia eie. a lo illustrissimo et excellentissimo honorado doxe de la illustrissima Signoria de Venetia domino Leonardo Lauredano salute. La degna et conveniente salutation con la presente mandemo a la vostra excellentia. Sia noto a la vostra serenità, che al presente, per acrescimento de la pace quale è fra de nui, et anche per intendere de la sanità et bona convalescenlia de vostra excellentia, mandemo el presente nostro schiavo Jagubì ambasador a la vostra illustrissima Signoria, et anche per certificarvi de la nostra sanità, et che pigliate alegreza, et che se augumenti la nostra pace a la giornata. Per el passato, nui mandas-semo i capitoli per el secretario vostro, et coman-dassemo che, simele a quelli, dovesse scriver et mandarli al nostro imperio; et cussi haveti scripto et havete mandato cum el vostro ambassador missier Andrea Grilli, et quelli comprehendono tutto quello era scripto da parte del nostro imperio. Et per questo, P è necessario che la vostra Signoria rescriva altri capitoli che se intenda da parte de vostra Signoria zoè scripti in nome de quella; et che le condition et. cause siano quelle medeme che nui man-dassemo in quelli nostri capitoli et non altramente, et mandemeli cum el presente schiavo a portarli al nostro imperio. Et il presente schiavo nostro, com-pido P bavera la causa sua, comandò et mandati el dicto al mio imperio. Scripta in la Porta del soldanedego et imperio nostro, a dì 22 del mexe di demnbrio 1503, de lo advenimento de Christo. 483 A dì 16 marzo. In Colegio. Veneno li signori di nocte contra sier Zorzi Loredan avogador, per aver fato cavar di prexon uno condanato per loro per homicidio. Item, che sier Zorzi Loredan predi -dito havia fato retenir uno da se, et altro. Et ivi era sier Zorzi preditto difendendosi, e la Signoria terminò contra. Et poi esso avogador, juxta la parte, referì quanto havia trovato di danari di Santa Maura, e fè lezer le .deposition di Pexari e altri, e fè comandamento al colegio venisseno con le sue opinion quest’ altra setimana, juxta la parte eri in Pregadi presa. Vene il turciman di P orator dii Turco, dimandando quando la Signoria voleva el venisse ditto orator a la Signoria ; li fo risposto diman. Etiam vene uno messo di l’orator di Hongaria ; ditto etiam venisse diman. Fo mandato a stimar la nave di Donadi, Grimani, Pixani e Venier, videlicet sier Marco Sanudo consier, sier Antonio Loredan el cavalier savio dii