495 MDXXXII, GIUGNO. 496 Nicolò de Fustemberg haverà ¡1 governo di 1’ uno e l’aHro colonnello. Quelli cavalli ungari de quali scrissi a dì passali, che sono veramente da 8000 ancorché si dica di mollo più, si affermerano al servizio di Sua Maestà, et lauto sono determinati di servirla conira turchi, de quali sono naturalissimi nemici, che hanno offerto de contentarsi de 3 scudi al mese per ciascaduno ; nè era vero quello che quando scrissi l’altra mia si disse, zioè che si fos-sino posti in ordine per andarsi a congiongere con turchi, anzi come ho dillo sono inimicissimì Ihoro et dii vayvoda. Se tien sollicitalo che li 4000 cavalli dii Paese Basso si faziano, et penso che ne sia dalo il carico a monsignor di Nansao. Il marchese dii Guasto verrà quà con quelle zenle a piedi che lien lì, et con quelle fantarie italiane ciie si tarano, el credo che già habbia 1’ ordine de quanto ha da fare ; et perchè ludo questo exercilo italiano non può esser in fallo se non a mezo avoslo, ancorché se iudichi sii assai a tempo, pur sentendosi che’l Turco marchiase è preso parlilo che le genie di Bohemia, che sono stale consigliate al serenissimo re di romani per disporne come parea Sua Maestà, bisognare al servitio di l’impresa, che sono 30 milia fanti et 4000 cavalli, si mandano in Slrigo-nia, in Posonia e altri luogi che sono di ironie alti nemici per ritardare questo primo impeto, benché come dico si pensa che grosso esercito di turchi non possa esser in luogo donde se babbi da dubitare fino al medesimo termine di mezo agosto. La Maestà Cesarea se ha determinala de non mancare ad alcuna ¡macinabile previsione et spendere quanto largamente che tutte le genie habbino da slare contentissime, et si va facendo provisione grossissime de danari in Anversa per cambio de Spagna. Il Serenissimo re di romani bora non atende ad altro che a provedere a tutte le cose necessarie per il campo, zioè vituaglie, arlellarie, mu-nilione, barche et simile materie ; credo che per tutta questa settimana si risolverà, et darà ad ogniuno il carico che ha di bavere. La summa di le genie che si ponerano insieme sarà da 120 milia persone, et più presto più che meno. Quelli che pagerà la Maestà Cesarea et l’imperio sono 60 mi-lia et più, quelli dii redi romani, computando li pressidii di boemi, moravi et slesi, altri 60 milia, perché dalli 34 milia in su che danno quelli dii regno di Boemia et coaderenti Sua Maestà suplirá delli altri soi stali che lo sovengano dii pagamento per el compimento de ditta summa e de assai più. Si ragiona che la Maestà Cesarea si redurà in Viena, ma non penso che ancora si sia tanto inanti che questa resolulione si sia falla. Tulio il mondo si parie per andare a casa a provedersi de quanto bisogna per la guerra. Ilieri mesier Marsilio cavalerizo della Maeslà Cesarea partì per Mantua dove viene a levare li padiglioni et allogamenti de guerra di Sua Maestà. Lo illustrissimo signor marchese Joachino Brandiburg eleclore gionse qui fra 8 giorni. Si stende a dare expeditione a questa dieia in la quale non si tratta altro che del sugelto di la guerra, et si finirà presto perchè oramai c’è più poco che fare, et tutti questi principi vogliono andare alii stali loro per provedere a quanto bisognerà a ciascuno. Di quella di Norimberga, perchè non se intende che cosa faziano, si crede che non vi sia cosa di bono. Intendo che nella expeditione che si è falla al signor marchese dii Vasto di le fanlarie italiane, le quale se dicono esser più di quello è ditto sin qui, che Sua Maestà ha rimesso in arbitrio di Sua Signoria la elelione di le cose de li capi, rizercando solo il signor Fabrizio Maramaldo et il conte Filippo Torniello, a li quali ha dato carico de 2000 fanti per ciascadun ; et scrivendo questa mi è stalo ditto che’l signor duca Lodovico di Baviera è eleclo comissario generai di lutto lo exercito per le universale provisione che bisogneranno. Epistola reverendissimi domini domini car- 195 dinalis Egidii ad sanctissimum dominmi dominimi Clementem ponti ficem maximum qui ad aedem Sanctae Mariae de Populo accessit ibique ante diem celebravit die 22 Junii 1532. Aperuerat Deus uni hominum secreta legis quo maiorem surrexisse neminem teslatur lex est cum vero ea omnia tenderenl ut homines serva-rentur et humanorum errorum veniam invenirenf, fieri id non posse docuit sine opera summi sacer-dotis, accersendum ilaque iubet fratrem Aron in levitico eumque non semper sancluarium intra velimi ingredi iubet sed indulum veslibus odo qua-rum qui libet vivens suas parcendi oblineat semel sicut ait apostolus in anno aditum intrare thura adolere prò se atque prò populo preees fundere. Unus enim erat in anno dies qui dies Chipurim et expia-tionum dicebalur quo Summus Ponlifex prò genie supplicans exaudiebatur. Raritus novilalem novitas attenlionem altenlio melum et religionem pariebat. Si ea tantum vanitas potest quae unius anni spalio fit quid poterit illa rarilas quae non unius aut anni