397 Viena famosa signora, la qual fu preso di relenir perchè la tolse una fìa di la Pietà senza licentia, la vestite, tene et la rimando alla Pietà. Sier ,la-como da Canal et sier Moeenigo avogadori vo-leano procieder contra di lei e tulli do parlono, la difese domino Alvise da Noal dolor avocalo, fo di procieder 5, 33 di no et cussi fo asolla, la qual Viena havia uno favor grandissimo di nostri zenti-lhomeni, ne meritava per questo esser condanada. 153* A dì 13. Fo Santo Antonio di Fadoa. Non fu lettera alcuna. Vene in Collegio P oralor cesareo solicitando la risposta, et il Serenissimo si scusò non si havia potuto proponerla al Senato, et si faria Pregadi ozi over doman, et che la expedilion fata dii zeneral nostro ne havia impedito et eramo sta occupadi. Da poi disnar fo Conseio di X con Zonla in materia di danari. Et posta per i consieri excepto sier Thomà Moeenigo, i Cai di X excepto sier Hironimo Querini di haver da hehrei ducali 10 milia, elsconlar ducati 500 a P anno, et li sia conflrmà li soi capitoli da poi compiti questi che compie 1533, et quando la Signoria non volesse i stesse più in que-sla terra li desse i loro danari, et andasseno via. Sier Thomà Moeenigo el consier et sier Hironimo Querini Cao di X messeno questa maleria venisse al Pregadi. Parlò ditto sier Thomà, et li rispose sier Alvise Moeenigo el cavalier savio dii Conseio; andò le parte: 3 non sinceri, 2 di no, 7 dii Moeenigo, 14 di allri: balotà poi quella di consieri e do eai fo 14 di no et 16 di si et niente fo preso. E atenlo il bi-shno dii denaro, chè 4 sopracomiti dalmatini è qui per haver le loro galle e per danari non si expedi-scono, che vuol una di ditte galie ad expedirle ducati 2250: unde fu poslo tuor di depositi luio, setembrio et novembrio ducati 4000 per deposito di quelli si dieno sfalehar Monlevechio, el in questo mezo ubligar tal danari a le procuratie, et ne ser-vino la richa ducati 8000 le altre de ducati 2000 per una, et fu preso. A dì 14, la mnlina fo lettere di Roma di Vorator nostro dì 10 e da Corfù dii Resi mento, di......Mazo, el il sumario scriverò qui avanti. Da poi disnar fo Pregadi per risponder alla proposta falla e solicitata aver per P oralor cesareo. Di Verona, di sier Cristophal Capello savio a Terra ferma di 11. Dii suo venir li, ha auto le nostre lettere che da Vicenza li sarà mandati li denari si che provedi averne di Verona, Brexa et 398 Bergamo, perchè di altrove volemo per lo armar. Scrive a Verona è ducati 5000 preparali. Il signor duca di Urbin eri etiam vene lì, zuoba adì 13 furano la mostra a homeni d’arme 180 e li pagarano el seguirà a farla venere el sabado, poi anderano a Lignago eoi capitanio zeneral, a veder quelle labri-che è de lì a Cedi in brexana, dove ditto capitanio voi far la sua mostra e quella di suo fiol signor Guido Baldo, qual si farà el di di San Zuane, poi andarano a far P altra in bergamasca. Scrive questi zorni fin zuoba vederà col signor capitanio le fa-briche di Verona eie. Di Padua di sier Zuan Jìadoer dotor et cavalier prima et sier Andrea Marzello, capitanio, di 6. Come il vice relor di scolari e consieri e altri ¡uristi è venuto da loro pregando seri-vino alla Signoria per contento loro vogliano metter una nova leclura de simplici, lelion mollo utile et necessaria alla medicina, et aricordano uno domino Zuan Maynardo da Ferrara, qual è excellen-tissimo a questa leclura, ut in litteris, et mandano una lettera scrive essa università di questo a la Signoria nostra. Fu poi leto le lei (ere di Roma e Corfù el da Dulzigno che vene di 30 Mazo, el legendo sopravene lettere da Constant inopoli dii Bay lo nostro di 20 et 27 Mazo, qual subilo fo lele et lì Savii vene fuora ad udirle, poi lornorono a consultar, il sumario scriverò qui avanti. Fu poslo, per i Savii ai Ordeni, alento la nave di Mori e di sier Lunardo Arimondo se dia meler, sia acomodalo di alcune, cose di P arsenal lassando i danari etc. Ave....... Fu leto una suplication di sier Piero e sier Marco Grioni, qu. sier Andrea quali si scusano non haver saputo la leze et voleno refudar i beni paterni, et però li consieri messeno conciederli poter refudar dilli beni alli provedilori sora i conli, non obstante il tempo. Ave 135, 9, 9. Fu leto una lettera di sier Ferigo Renier olim podestà di Verona di 15 aprii di certo caso sequìto in la villa di Quinto vicina a quella cillà: che essendo in leto uno padre, do Boli et la madre vechia fo amazali eie., però chi acuserà habbi lire 800, et sapendo li malfatori il podestà presente di Verona possi bandirli di terra e lochi e di Venetia con (aia lire 800, etiam di confiscar li soi beni. Ave 160, 4, 0. Da Rotna di l' orator nostro di 10 Zugno 154 ricevute a dì 14 ditto. Come ricevete nostre con li avisi da Conslantinopoli di 26 el ultimo mazo et mdxxxii, giugno.