723 MDXXXll, nubio clic possi haver dalo impedimenti assai ; ma basta che non si sente cosa alcuna di più. Non fu vero quello che scrissi a Vostra Excellenlia che don Loys de la Crcva havesse il carico di le genie che se armavano per il Danubio, ma è andato in Viena con lo carico de quelli spagnoli che sono stati sempre qui et de quali 1’ ha sempre auto. Viena già sta munita si che più non teme la venuta del Turco; e tanto più procedendo cosi lentamente come fa, se discore che più non possi esservi al tempo che anco tutto lo exercito christiano e la magior e più importante parte non sii anca essa a F ordine di poter afrontar con li inimici. Et già che non può più il Turco venir in Viena, per devo-rarli in uno istante, bisognarà solo o venire vergognosamente e levarsene come foce l’altra volla, o aventurara alla fortuna di una giornata con molto suo disavanlaggio, et per le qualità del sito el anche per la quantità di la bona gente, perchè ancor che’l- numero de nemici sia grandissimo, la gente 2gy» da combattere non excede il numero di 70 inilia homeni. De qui nitri pensano clic la intenlione loro sia di prolungar la guerra, ma questi sono iu-dicii che se fanno di le persone, non che se nesapia ancor altro, ma non si può già lardare che non se intenda cosa più vera. Si è ben dito questa matina che sono comparsi cavalli a Javarino, che è loro quasi a mezo camino fra Buda c Viena, pur non si ha nova certa. La Maestà Cesarea stà anche a li bagni ; pur si spera fra quatro giorni debba venir quà né più partirsene se non che quando le gente se li avicinerano alora se transferirà a Palavia lontano de qui 1A lege verso V’ena, et in loco dove il Leno che è fiume de Yspruch se coniunge con il Danubio, ove esse gente capitarano per vederle tutte el avvinarsi un poco più a Vienna. 2§g A dì 10. Fo San Lorenzo. La note fo una grandissima pioza et venlo et toni, et Irete la saita nel campaniel de Santo Antonio e portolo via lutto. A Padoa fece grandissimo dano come scrivono. E la pioza fo etiam da poi disnar fin sera molto grande, cosa mal a proposito a le uve. Vene in Collegio Forator cesareo el fe lezer una lettera li scrive il principe Andrea Doria capitanio zeneral di F armata cesarea, data in Zenoa a di 15 luio; et una drezala al Serenissimo, la continenlia di la qual scriverò qui avanti. Dapoi disnar se reduse la Signoria con li Savii et Cai di X, et aldlteno li oralori de Cypro i quali dimandano molli capitoli. Et parlò quel missier agosto. 724 Zuan di Nores cavalier, homo eloquentissimo ma infermo. Et Ira li altri suplicano non siano taià le vendede fate in tempo di le guerre passale per esser slà ¡rigami la Signoria, et esser stà vendude il ¡usto, ma quella vendeda dii Casal di..... che quel Podacalaro fece la consciencia, fo perché lui voleva dillo caste! ad ogni modo e pagarlo più di quel che’l vai. Et altre parole longamente et ben dille. A dì 11, domenega. Vene in Collegio 1’ ora-lor di Mantoa, et portò a visi auti di Ralisbona ili 2 in consonantia di quelle ne scrive Forator nostro. Vene Forator Cesareo dicendo aver a viso che di Spagna veniva 13 galìe a Zenoa, et dimandò risposta col Senato di la richiesta dii Doria etc. Poi parloe di cose parlicular. Fo leto cerio a viso di le cose superior. Dapoi disnar fo Gran Conseio. Fato podestà e capitanio a Crema, in luogo di sier Marin Morexini, ha refudado poi acetado, sier Piero da cha da Pe-xaro el censor qu. sier Bernardo ; e altre 10 voxe. In questo zorno vene a Conseio, noviter provado, sier Marco Antonio Juslinian qu. sier Hiro-nimo procurator di elà di anni 32, qual prima portava manege strete, voleva esser ecclesiastico et il padre deva 20 mile ducati per farlo Cardinal. È sfato assà a Roma. Visto non poter esser, poi la morte dii padre si ha provato nobile dii Conseio et ozi è venuto. Da Verona fo letere dii capitanio et vicepodestà, di 10. l)il zonzer il marchese di Altavilla spagnol fo fiol dii duca di Alva, di la caxa di Toledo, qual vien di Ralisbona, va viceré a Napoli, alozato a l’hostaria. Lo visitoe. Scrive colloqui ut in litteris. A dì 12. Fo lettere di V orator nostro da Ratisbona, vechissimc de 21. Dirò poi il su-mario. Di Roma fo lettere di 8, el per letere parlicular se inlese come il Sanga%i Natan secretano dii papa infimo, era morto, sia stà losegado in questo modo videlicet.......... Nolo. Ozi fo verificado quello fo dito eri che 288* sabado el di de San Lorenzo a dì 10, a hore 20 a Padoa un grandissimo temporal di tempesta mollo grossa, vento et uno sion el qual ha fato danni grandissimi; prima ruinà una cuba al Santo, zoè . ......et levò il piombo di la loza dove in piaza smontano li retori ; fe’ danno a la torre di la campana di scolar) ; fe’ danno a una porta fé far