100 MDXXXli, lenir l’armala unita, poi se ritrova molli legni sul mar per le preparalion fa l’imperador di l’armala in Sicilia per dove si conveneria passar; il qual orator anderia in gran pericolo. A la seconda richiesta di guardar il mondo domente che loro a la Prevesa palmerano, si dica il mare è grando nè di questo si poi lenirli securi, con cometer alli so-racomili anderano da dillo capitanio li digino, come da loro, che per 8 in 10 zorni che starano a palmar non è pericolo alcuno, non afirmando però nè ubligandosi a cosa alcuna. A la terzi di avisarlo con lettere zerca l’armata di l’imperalor : scrive non manderò in scrilura solitm una lederà di credenza, el non dirli nova alcuna di fermo come è cusl la verità. A le fiale se dice il Doria liarà bon numero di nave e barze con galle, qualche altra che non sarà cosi gran armata, e le voce va atomo sarà più e forsi saria manco ; ma si crede ben le preparalion fanno di armala. El al mandar il presente si era contrari ; pur è stà deliberà mandarlo con do galle, qual saranno domino Zuan Juslinian et domino Zacharia Barbaro homini di bona qualità, esperientia e descriiion, e hanno optime galie e ben in ordine, sopra le qual li ponerò 25 o 30 homeni boni pergalia aziò fazino bellissima mostra. Il ma-292* gnÌGco capitanio dii Golfo slele a la vedetta di dilla armata fino alli 24 a bore 10 fin 12 di giorno, che si levò dii Zante con provenzuola. Si iudica volesse passar a l’incontro verso Chiarenza, poi andar verso la Prevesa. Di la Parga ho expedito una barca e homeni per terra per aver visto di quelli ; ctiam a! Zante per haver qualche nova. Manda lettere dii provedilor dii Zanle et di Jacomo Se-guro; el referisse il Genoese lurziman che 15 fu-ste de corsari dieno andar in Puia a dannizar. Penso faranno la volta di fuora de l’isola di Corfù, et il galion armalo che di ordinario stà in quelle aque non voria se imbalesse io ditte fusle. Unde per fugir questo li ho mandato una galia a dirli si lievi e vadi in le aque dii Zante et se nutrichi de li via fino haverà altro ordine da me. La qual relation però è in parte non verissimile. Copia dii comandamento dii Gran Signor turco al capitanio di V armata soa. Dignissimo et sapientissimo flambular de Ga-lipoli, Achmat, il tuo onor sia augumentado. Questo comandamento mando in questo tempo, et sapielo, et l’armada di le mie galle sapia che vien fuora al mare el in le robe de venetiani el in acosto. 73 ¿ le sue terre el in li sui homeni habíate a niente che non sia localo niente, perchè qui vene il baylo el ha parlato che in le sue terre et in li suo luogi che nissun non li debia locar. Et comando li venetiani et le sue terre, in quanto comandano, che non li debiale lochar el che faciale secondo il mio co-mandamento, et altramente non sia fatto. El se si troverà alcuno de li mei homeni che lochasse homo venelian over le sue terre, over li sui casali, donde che comandemo, che li dobiale dar la morte ; cosi sapiali, altramente non sia fato salvo darge la morte. Fu scritta in Andernopoli zà zorni 82. Copia di uno altro comandamento. Dignissimo, sapientissimo el integerrimo flam-bularo de Galipoli, Achmat, el tuo honor vadi in augumenlo. In questo lempo vene lo ambassador dii signor di Tunis a la mia Porta et me ha domandala uua galla el ge I’ ho dada. Io ho comandalo a esso ambassador ehe’l dieba andar con la mia armada persino a Modon, insieme con quelli voranno inlrar su quella galia, et de là che lo consegnati a l’armala de Veniliani, et che li debiale dir che lo passano seguro persino a Tunisi, el che lo acompagnino che vada a salvamento ; et quando lo condurano a salvamento, che loiano lelere dal signor de Tunisi come è andato seguro, el quelle ledere mandarmele a me eh’ io sapia anche io come è andato a salvamento. Data a Costantinopoli, seri te sa sorni 105 in fino il de ancuo che è a dì 25 Luio. Copia di la 1 etera dii Capitanio sencral di l'armata turchcsca al Capitanio generai nostro. Al sapientisssimo el dignissimo mio fradello zollerai, inclinalion el salulalion. Sapia la magnificenlia vostra come ve scrivemo se domandate per la nostra armada, con lo aiuto de Dio et con la sua benedition, io son insido da Costantinopoli et son venuto a la terra dii Zante et son stato et con le galie di la Signoria vostra me ho trovalo eum li patroni, el le parole che haveva da dir, ge le ho ditte, et da loro intendere. Questa hora vado a Prevesa et volemo impalmar. Et ve pregemo che ne scrivete l’armada de I’imperador