705 el in campo cl in ogni loco dove li paro, senza che niun li impedlssa. Seiimo, che, come è dito, li beni ecclesiastici rapiti li restino, nè possa venir conira di loro sopra zio. Octavo, non voleno esser constreti a slar a la iurisdilion ecclesiastica ne le cerimonie di la chiesia. Questi sono li principali articoli de li quali non voleno partir li lutherani, el li calholici non li voleno ndmeler, olirà molti altri che ne sono. Sua Maestà ha ordinato che sia impressa la conlession di lutherani fata in Augusta, con la confulalion fata per li calholici, il che lo hanno mollo a male non solo li lutherani ma anco li principi calholici. 280 Exposition fata ne lo Exccllentissimo Collegio per il magnifico orator de lo illusivissimo signor duca de Urbino, di quanto gli ha referito il capitanio llingon ritornato da lo exercito dii Signor turco. Che havendosi conferito a Ragusi, ove l’era firmalo per indispositione, fu in quel loco mandato a levar el comlur al prelato serenissimo Signor, al qual se conferì che era con lo exercito appresso Belgrado, dove gionto, fu mandato ad incontrare mollo honorevolmente ; et essendo stato il gionger suo la sera, vide ne lo exercito una grandissima luminaria de lumi che erano posti sopra lanze in tanto numero che li parve cosa mirabilissima ; et che per li sui li fu dito che haveano veduto etiam lumi posli sopra li paviglioni, ma che ciò lui non havea altramente adverlito. Fu allogiato in uno pa-viglione che li era stà molto honorevolmente preparalo, el li fu portalo quella sera uno piato grande cum varie vivande cmi alcuni feliri di Jaza et bon vino, et fu acommodalo el benissimo tratato, et fatoli per parte dii magnifico Imbraim bassà intender si’l voleva la matina seguente andar a lui. Tolse il tempo il dapoi manzar più al lardo, per la febre che la matina el molestava. Et cussi el seguente giorno, mandato a levar, andò a sua magnificenlia a lo bore 12. Vide ne lo apropinquarsi al paviglione le gente poste in ordinanza, et a mano mancha eran le genie de la Nalolia ristrele molto, che però lenivano circa uno miglio la squadra quadrata, gente bellissima et cum bellissimi cavalli, al veder de la qual essendo staio mollo intento, non examinò cosi diligentemente la qualità di le gente che era a la parie dexlra, ma li parve veder erano da quel canto uno bosco de lanze di grandissimo numero. De / Diarii di M. Sanato. — Tom. IVI 706 li cavalli vide uno squadron di 12 mile schiope-tieri che sono li iatiizari, quali haveano schioppi longi el di bulada de ballote de archibusi, el se non fusse che lui medesimo volse pigliarne in mano, non haveria potuto credere che ielando si grande balle fusseno cussi legieri come erano, et come de tanta legereza possano far ufficio de archibuso. Non ha a pensar altra causa che la tineza de la polvere, quali luti sbarorono, di che sentì el magior strepito che mai habbia sentito ; el subsequentemente senti sbarare da 300 pezi di artellaria di varie qualità, et tuie però, come li parve, da campo, lnlrò poi nel paviglione molto bello, el non meno di quello li parve poi quello del Signor, nel quale sedea esso imbraym in maieslà; il qual levatosi et venutoli per alcuni passi conira li afferò la mano el congionsela con la sua, et ritornò insieme con lui a sedere, et insieme sleleno alquanto con amorevole modo a ragionar. Diedero poi ordine de andar el ssguenle giorno al serenissimo Gran signor, el ritornò a lo allogiameulo suo. II seguente zorno, li par che li dicosse esser slato il da poi manzar, levato dal pa-viglion suo si condusse a quello dii serenissimo Signor, passando etiam per molta gente ben ordinata el in grandissimo numero ; et in esso enlralo, li parve entrar come in uno......così bene era partado el accomodado de stantie; et in uno solo-porlico ritrovò Imbraim el Aias bassà el do altri bassà che sedevano, quali il riceveleno et lo fecero seder apresso de Imbraim ; dove stando in ragionamento sentendosi per la malutia el il caldo per causa de la moltitudine et stracco molla sete, liberamente chiese da bere, et il Irucimano come dimostrando parerli la dimanda non conveniente stete quieto con dimostrar di non haver inteso le parole sue; niente di meno che subito dapoi fu portalo uno vaso d’ oro cum il bere et due taze una de porcellana et una di oro, ne le quale posto el bere, Imbraim come per farli compagnia, degulò uno podio con la porzellana, el quella d’oro fu a lui data con la quale bevete, che era iuleppo cum aqua agia-zada, che li dele grande restauro. Venula I’ bora di 280* entrar al Signor li diti bassà si levorono cambiando in una parte, remanendo solamente lo agà de iani-zari, cum el qual se aviò etiam lui a la stantia dii Signor; et ne l’andar ritrovò in uno Iodio molti cum inslrumenli assai musici di strania foggia et di varie qualità di soni, nominando quelli rami che batono uno con l’altro, et altri soni quali insieme rendevano consonante armonia, ma che però a lui parca che avesse dii selvatico. Passò poi fra molli ii> MDXXXll, AGOSTO. !