°-cl U0XXXII. Venicr è debilor poco, va pagando. Vostra Sere-. nilà terminarà a questo quel è >là termina ili altri etc. Passò il colile Claudio Palavicino con 400 cavalli, el bora, per avisi auti da Peschiera, sono zonli il conte di S. Segondo el il signor Zuan Bal-tisla Gaslaldo de li colonclli con 4000 et più persone, il reslo vassi proxirnando. Il potile a Dolze si manlien con spexa di la Signoria nostra eie. Da TJdene, di sier Toma Contarmi loco-tenente di la Patria, di 25, ricevute a dì 26. Eri zonse de qui li do avogadori domino Anzolo Gabriel el domino Hironimo da clià da Pexaro. Son molto conlento, perchè vederano come questa Camera è exansla di danaro ; sono ben assà debitori ; e la differenlia di la comunità con li castellani impedisse il scuoder, poi e ti am quella di le cita di Gemono, Porlogruer, Cividal et Sazil con li castellani. Diman si manda a questi lochi finitimi, zoè Lubiana, Villaco et più olirà per saper qualcosa, el aspelo uno exploralor nominalo Lunardo, qual dia venir da Viena el non è ancora zonlo, si dice non sia sta presoda turchi. Manda una lederà aula dii capilanio di Venzon, quul dice così : 331 Da Venzon di Antonio Bidenuzo capilanio, di 23 Avosto al loco tenente di la Patria. , E zonlo de qui uno tedesco vien da Salpurch, sla in fonlego, qual vien a Venelia el fa fazeude de mercadanli, el porlo con sé 4 copie di lettere scritte per diversi capilanei dii re di Romani : prima uno nominalo Nicolis Jurislcb capilanio in Ilongaria di una terra chiamata Grimis, qual si lien per il re predillo. Scrive ancora che li capitani se alrova se duol che mai non li babbi dato soccorso, e che a di 7 di questo zonse il campo del Turco a li 8 zonse 9 squadroni el hanno tolto lo borgo el se scusa non poi più darli aviso per esser assediato, ma per haver tolto anime assà dentro per pietà el li è assai inazor numero, ma dubita bara (alto niente, ma ehe’l se voi sforzar a far il debito sub et morir da boti cristiano ; et che l’era fuzilo uno cristiano schiavo di uno bassa, li havea dillo et visto come lo Turco veniva cl de apparali cose influite, nè li manca vittualie al campo dìi Turco. El in la lederà prega cbe’l voia far lo debito suo se’I Ture« viene a quelle bande. Io ho visto ditte ledere el me le ho falle lezer, sono in todesco, se havesse hauto chi sapesse scriver le averia aule, per caso uno nostro cittadino sa scriver in tedesco 1’ è in Alemagna. El per un’ altra lettera, era falla in una lerra si chiama AGOSTO. g28 'ferii dì 13 di avosto, capilanio Sigimunt Pegil scrive che Tragumis era persa. Et perché una spia disse che turchi sora Viena metteva le Ihor barche su li cari el mènale verso la Boemia a castel Danubio, azìò non venga vittualie di Boemia in Viena. Per do altre ledere scritte dà fé che quelli turchi sono in Carpana de lo vescovo de Sagabria hanno corso fino sulle porle di Neustal e in altri lochi. Scrive uno Bamberger, fradello del vescovo di Lubiana haver vislo lui ditti fochi, de veduta, non manca in altre parte. In Vilaco son calade le biave, per Dio io dubito de l’annada over armada, se turchi vanno verso Neuslal. Altro non zè. Copia de una lettera da Ragusi, di 2 Avosto 332') 1532. Vi abbiamo scritto fino qui delle cose del Turco de quanto è successo, bora vi diremo che son tornali li ambassadori di questa Signoria qui, che hanno portalo il tributo solito, quali dicono haver porlado questi zorni proximi li doni che si soleuo mandar al dillo Signor, el dicono lo ritrovorono in Nisa quando el Signor Turco intrò in quello loco inanti che l’intrasse de uno giorno, ¡nauti che’l desse audientia a li ambassalori de Ferdinando li mandò inanti il bassa favorito Imbrain, quale poi si crede per ordinalione del Turco mandò dilli ambassadori sopra uno pinaculo de una sua moschea, idest chiesia, aziò vedesseno itilrar lo exercito et el Signor quando entrò in Nisa. Et prima de tutto fu el signor Chiecaia zoè logoleneule del bilarbeì de la Romania, quale conducea 50 mila homeni armali a la ligiera a cavallo. Dapoi lui veniva el signor Cassou bassà, zioè uuo de li consieri del Signor con el suo cavalo, zoé la sua guardia, el con lui era Imbrain bassà, el maislro de stala con i quali doi era da zerca 30 mila homeni armadi a la legiera sopra bellissimi cavalli. Da poi veniva lo ngà de Janizari, zoè il capilanio di ianizari, che sono come schiopelieri a piedi inanti il Signor, numero 12 milia. Dapoi 300 lofagi a la staffa del Signor, come sariano alabardieri. Poi el Signor solo sopra un bellissimo cavallo turco bianco, vestilo de una vesta lunga fino a li piedi, slrella, e le manege serale fino a uiezo comedo, quale era d’ oro tes-suda, el de sodo de la vesla uno dolimano, idest uno sagio di raxo cremexin con fioroni de oro ri-camado atomo de uno friso de zoie, rubini e za- (1) La carta 331* è bianca.