195 MDXXXII, MAGGIO. Ì96 maxime circa i! tempo di expedirsene a cui ogni uomo dà l’ochio per la incomodila e danno che si patisse in questa terra. Et penso che Sua Maestà l’babbi più de li altri, perchè da 1’ horacheci entrò 1’ aqua non è mai stato dui giorni ben. Per novi avisi venuli dall’ oratore cesareo in Venetia, le cose del Turco si riscaldeno assai, per unde hieri Sua Maestà doveva far parlare a questi capitani e colonelli de alemani che sono qui per dar principio a le provisioni che sono Ridicale necessarie. Si scrive anche a tutti li potentati sopra tal materia, come Vostra Exeellentia potrà veder per la soa anexa qui lettera. Il Serenissimo re di Romani partirà presto per Boemia, ove si lenirà la dieta, pur per le cose lurchesehe, et Sua Maestà, oltre li suffragi che se ha da aver da quello regno per defensione de li stati sui, spera anche di avanzar più avanti che 1’ ordinario, il qual è che non sogliono aiutar se non per quello che loca per conservatone del regno di Boemia. Tutti li avisi che vengono si confermano in questo, che’l preparamento del Turco per terra è inaudito e formidabilissimo, ma quello di mare sarà tanto tenue che non si bavera da temer che’l possa far gran danno, però le provisione saranno anche da quelle bande tanto gagliarde, che baste-riano a reprimere mollo maggior forze di quelle che esso Turco per quella via penerà insieme. Ordine tenuto per Clemente pontefice VII fiorentino de caxa de Medici in farsi del tutto signor di Firenze. Havendo il papa animo di mettere dii tulio ad elìcilo quello che già lungo tempo ha desideralo, per il qual desiderio non ha omesso far contra la patria sua cosa alcuna, exponendo quella a tutti li crudeli et tremendi pericoli, che già sono anni dui promettendo quella esser facta preda de inumanissimi barbari per adempire tanto suo crudel et inumanissimo desiderio. Già sono mexi 6, o più che con ogni summa diligentia zercò di privar il popolo de le armi proprie facendole domandar, mettendo crudelissimi bandi a chi quelle non presentasse, imponendo per pena di ciascun pezo di arma che trovala fusse scudi 200, et di più lo arbitrio per lo qual se intende el confiscano honorum et poena mortis, et non ha auto respello a li propri amici che’l ne ha fallo cavare etiam loro di caxa. Da poi questo, ha fatto che la Balia Insieme con il duca Alessandro de Medici suo ne- potè, ha dato facoltà a li signori di possere eleggere 12 huomini, quali secondo lo arbitrio loro po-tesseno firmare un stalo et reggimento in la cillà di Firenze, removendo ogni et qualunque magistrato che a loro paresse et creare de li altri nuovi, quali iudicasscno esser a beneficio de lor presente reggimento. Per la quale auctorilà li Signori elexè li infrascritti 12 huomeni citadini fiorentini, quali li furno dati per li agenti di esso Papa in nota, et tutti sono de la factione del Papa : Messer Francesco Guiziardini Messer Malheo Nicolini Francesco Vectori Giovan Francesco Redolii Giulian Capponi Jacopo Gianfìgliazi Matteo Strozi Palla Ruzelai Bartolomeo Vallori Ruberto Pazi Agostino Dini Ruberto Aziavioli Li sopradilti XII hanno di comandamento del Papa ordinato lo infrascritto modo di stato in la città. Primamente hanno crealo Alexandro sopraditto, Principe, in vita, di Fireuze, qual può tanto, quanto posseano la Signoria con il confaloniere et tulli li altri magistrati, et li hanno dato un’ aggionta di 48 cittadini, quali saranno di sotto scritti, di quali 4 se intendino per 4 mexi esser li soi cousignori ; ma non ponno li ditti 4 senza Alessandro far niente, et lui può far tutto senza loro; et questi se inlen-dino aver la soma e cura dii tulio, in luogo ile la Signoria che era prima et confalonier, li quali è stali desmessi, nè più si crearano. El di lutti li magistrati de la città hanno solo lassati li infrascritti, el cassi et annullati tulli li altri. Li Otto di Pratica per cosa spellante a lo stato, de quali Otto de Pratica sempre 4 debbino esser del numero di 48, et li altri per tutta la città. Li officiali di Monte el sei di Mercanzia, ancora hanno lassiati. El questo è il modo per loro facto circa il presente vivere, con mala contenteza de ogniuno, maxime perchè Alexandro può tutto da sè disporre senza i conseglieri, et loro senza esso non possono far niente,