823 MDXXXIf, AGOSTO. 824 cosa certa, pur se tien Ira li 20 el 23 dii presente so farà la monstra de li genlillioineni di la Corte, el si inviarà a Patavia, comprendendosi che ul medesimo tempo la gente de Italia cominciarano.a zonzer. Don Piero di la Cueva va col duca Federico palatili et starà presso lui fin tanto che parerà a la Maestà Cesarea esserli bisogno, per haver di ponto in ponto aviso di le cose che sarano necessarie et che se intenderano in dito esercito. 329 Stimano de una lettera da Ttatisbona, di 16 Avosto 1532, scritti per Lodovico de Taxis maistro de corrieri de Cesare, a domino Francesco de Donatis qu. domino Michiel da la Seda, in Veniexia. Ricevuta a di 23 Avosto. Salute, quanto fratello carissimo. Quanto al desiderio vostro de intender di nove di (]iià, vi aviso, come il Turco se trova ad Viena, et tien assediato la cilà, et per quel intendiamo ne voi aspefar là et voi far la bataglia con noi. Così noi qui siamo tuli in ordine, aspetiamo sohm questa gente de Italia, dico spagnola el italiana, la qual za è passala parie di essa Trento per di qua, subito gionta che sarà quella la Maestà Cesarea et regia so partirà de qui per la impresa nostra, la qual spiero in 1’ Altissimo sarà mollo bona, perchè tuli siamo ben disposti a Ini guerra et ancor per esser da numero de 200 milia persone li nostri, ma gente bona. Quella dii Turco dicono esser 700 milia, et »spela ancora socorso dal Gran Tartaro 100 milia cavalli, cossa grandissima di gente. Dice mena con lui una infinita arlellaria. Instante questa sua volontà, la qual lui dize, che hessendo un solo Dio, che debe ancor esser un solo Signor sopra de la terra, per lo qual luì si pensa di esser quello ; ma spero in l’Altissimo no seguirà secondo la voluntà sua. Viena è ben formala di genie da 45 milia persone di dentro, il reslo dii campo tulo si fa 8 lige di quà di Viena. Li 40 milia boemi che son in camino et vanno manzi la gente de l’imperio sono quasi tuli per strada. La gente di Cesare infra 4 giorni sarà qui. Altro non habiamo ; l’imperio sono ben d’acordo con la Maestà Cesarea, ma in che modo non si scrive per più rispeli. Altro non vi so che dir, se non che qui si more un poco da fluxo. L’è morto il fiolo del re di Danamareh, el qual se ritrovava apresso di Cesare, era gentil gio-vene principe, modi corlesani de tuie doe le corte. Al signor ambaxator Cesareo el suo secretano mi ricotnandarele, li farcii partecipe di le nove, parendovi sia di farlo. Non allro. A tuli di caxa el bolega mi ricomandareti. Da lìatisbona, a dì 16 Agosto 1532. Sottoscritta : Vostro quanto fratei Ludovico de’ Taxis p. m..... A tergo : Domino Francisco de Donatis qu. domini Michaeli da la Seda, quanto fratei carissimo. — Venetiis. Capitolo di lettere di Mantoa, scritte, a Venezia a domino Beneto Agnolo orator del signor duca di Mantoa. Messer Beneto honorato. Vale Quanto ha scritto domino Franeino per l’ultima sua, per la copia che fu mandala beri, il signor illustrissimo è avisalo dii marchese dal Guasto da Bolzano, di 12, che per quanto l’ha per lettere di 7 di la Corte, il Turco a lì 20 di questo si dovea trovar sopra Vienna, con proposito più presto di far giornata che di combatter la città ; et havea lassato Buda et Slrigonia a man dritta, camino diverso di quello che se estimava. In Mantoa, a li 16 Avosto 1532. Da Constantinopoli di sier Piero Zen orator et vicebailo, date in le Vigne de Pera a dì 26 Luio, ricevute a dì 25 Avosto a Gran Conscio. Io solicito la expedilion di navili, venuti con vini di Candia el le nave. De qui sono comparsi olachi venuti da Modon, che narrano l’armata partita da Syo gionse a Modon in zorni G et che li è rotto mo'ti remi el qualche albero. Avisa aver mancamento di viltuarie et dimanda provision, cusi ha scritto alla excelsa Porta. Ce sono olachi che vengono di campo et lettere che a di 2 della luna di queslo mese lo esercito se atlrovava in Scrini sopra P insula passalo la Sava apresso il castello di Loch, dove si havea firmato per zorni 8 per far il suo bayran, benché per avanti fusse ditto che lo faria in Buda. El in quel loco si dete audienliu a li oratori del Serenissimo re de’ Romani, havendo messo prima in ordinanza tulio io exercito. El narrano le lettere che li due corni Grecia et Anatolia (1) La carta 329* è bianca.