289 MDXXXII, MAGGIO. 290 impedisse. La causa si lien sia per por fine al di-vortio, andato etiam per la cagione scritta per le altre di 28. Et in questa lettera è la copia di la patente del imperador a le galle di Fiandra. Da Ratisbona, di sier Marco Antonio Contarmi orator, di 17, ricevute a dì 26 Mazo. Come havia auto nostre di 4 de l’instante zerca il datio imposto a li animali vien conduli di la Alemagna, et una lettera del capitolo di Aquileia al serenissimo re di Romani per la possession di Nicolò Rizo. Itern, ave lettere di 10 con avisi di Constan-linopoli et una lettera per aver lettere dal viceré di Napoli et Abruzo zerca il conservar di privilegi a li consoli et mercadanti nostri, il che eseguirà ; ma il re di Romani è in Boemia, et il reverendissimo di Trento indisposto. Questa Maestà continua in la solita indisposilione, né con quella si pò negotiar, si spera presto debba reaversi. Lo conte Salis suo medico noviter giolito afferma doverlo guarir. Gionse qui mò terzo zorno uno zeniilomo venuto in posta, mandato da la imperatrice havendo inteso il cader di cavallo et aversi fatto mal a la gamba di questa Maestà, nè crede alcun, et voi lui veda la gamba. Don Piero da la Cueva, tornalo di Honga-ria, referisse tutti quelli popoli honno intention us-sir di travagli, dicendo se il re di Romani non sarà potente a resister a nemici in campagna aziò non entrino nel regno, pubblice dicono provvederanno a le cose loro. Monsignor Falconeto mandalo in Anglia, non ha riporlà conclusion alcuna. Di Bohe-mia sono lettere dii re Ferdinando, di 12, beri gionte. Come quel regno è benissimo disposto et che obtenirà il tulio. Il reverendissimo Maguntino diman si aspetta de qui ; è zà arrivati li soi cariazi, et drieto viene il conte Palatino. Zonti quesli elec-tori et principi, che si dice saranno avanti il finir di questo mexe, si farà in la dieta magior progressi. Da Milan dii Baxadonna orator, di 17, ricevute a dì 27 mazo. Da Roma da l’amba-sador di questo Signor si ha l’aviso di gente francese si preparano per venir in Italia. Et come l’era sia dal reverendissimo Triullio, qual li disse non saper cosa alcuna et nulla esser; et per questa terra è slà semina tal nova, tamen con verità non è nulla, ma ben in corte di Cesare si leniva che movendosi turchi, francesi etiam loro si move-riano. Et parlando col duca di questo, disse non è nulla, et se’l fosse, la Signoria saria la prima che’l sapesse. El papa insta il reverendo Verulano ad andar in sguizari, et perché etiam Cesare voi, an- l Viarii ài M. Sanuto. — Tom. LVI. derà, ma l’impresa li par mollo dificile. Dubita un’ altra fiada le cose di la fede non si mesiano, et li cinque Cantoni con li otto non vengino a le arme. Et sono lettere di 2 di Bada se intende che avendo mandalo li cinque Cantoni a uno loco dillo Raspoil per far tagliar la testa a uno di primi et prender uno suo fiolo, per certa pratica l’avea con quelli de Zurico et per sospetto dilli cinque Cantoni che alcune lerrefranche abbino inlelligentia con li olio per invaderli, però essi cinque pregano il reverendo Verulano a esserli favorevole in la dieta di Bada. Quel sia stà fatto ancora non si sa nulla, et di la risposta falla a questo signor duca di voler esser in amicitia con essi sguizari. Del ditto, di 20, ricevute a dì 27 ditto. De qui sono lettere di Ralisbona, di 13 de l’instante, come Cesare si risentiva de la gamba, et era slà consiglià partirse et andar in Yspruch ; et che a li due il serenissimo re di Romani parli per Bohemia, havendo lassa in suo loco el reverendo cardinal di Trento, et havea speranza di ottener in quel regno. 11 convento in Hungaria non si farà più, come si pensava. Di la dieta di Ratisbona nulla era seguito, et questo si ha per lettere di Zulian da le Specie. El che in la dieta si tratava zerca le cose ecclesiastiche, nè di turchi nulla si sentiva. Dal Gilino sono lettere di 13, come a dì ultimo l’ orator Tie-polo partì, et Cesare li ha imposto rechiedi a la Signoria nostra il duca di Urbino ; et a li 11 era venuto aviso esser gionli a Buda molti turchi, et el Vaivoda essersi conferito in Transilvania per ob-tenir un cerio castello del re di Romani. Sopravene, poi erano gionli, 18 milia cavalli in Hongaria, ma non si verificò la nova, che a li 12 lornò don Piero di la Cueva, et riporta il convento in Hongaria esser risolto, et che hongari subditi del re di Romani ha ditto, venendo turchi, non essendo defesi a li confini, provederano alle loro cose. Di la dieta di Franconia lulherani e quelli di la seda di Zuinglio erano per riconoscere il serenissimo re di Romani per suo signor, havendosi rimosso di la mala opinion sua del Sacramento, ne la qual il Lantgravio di Asia non era slà presente, rispetto di la lite l’ha cou il conte di Nansao, aziò lo imperator la defi* nise con qualche accordo. 11 Ferusino era slà al* dito dall’ imperator zerca li pagamenti ha da far questo duca, come havia esposto a Sua Maestà, mandasse uno suo de qui, detratto il vitto del signor duca et le spexe ordinarie del Stato, dii resto de le inlrade fusseno date a chi comandaría Sua Maeslà ; et che l’imperador li rispose parlasse ai 19