749 MDXXXIt, AGOSTO. 750 El venuto zoso li Savii tra loro chi non si vo-leano rimover, ehi fé notar un scontro, chi volea non sa che. Tandem fo conzà la lettera per li Savii dii Conseio, muda le parole ma in quella su-slantia; ben levar l’andar in Stretto. Sier Francesco Soranzo savio a Terraferma, sier Zuan Barba-rigo, sier Piero Morexini savii ai Ordeni messeno dir l’armada dii Doria, ma non sapeino dove la voi andar. In la qual opinion era sier Marco Barba-rigo, etiam sier Christofal Capello ; ina sier Ja-como Gusoni, sier Bernardo Navaier, sier Bene-delo Zulian savii ai Ordeni messeno, essendo la materia de importanza, indugiar. Ed’acordo fo indusialo. Fo sagramentà il Conseio zerca alcune parole dite a Jacomo Seguri por Bernardo Spinola lurzi-man dii capitarne di l’armata turchesca. Fu posto, per li Savii, chel sia scrito al capi-tanio di Brexa fazi dar al signor Capitano zeneral nostro oltra il quarliron di luio, qual dia andar in Friul, a conto dii suo credilo ducati 1000. Ave : 167, 7, 5. Fu posto, per li savii ai Ordeni, che per Collegio a bossoli e balote sia electo uno scontro el sora Masser a la camera di la Zefalonia qual babbi di salario ducati 5 al mexe, el poi la morte dii presente scrivali resti scrivati o soramasser solo con ditto salario. Ave: 164, 8, il. * A dì 14, la matina. Vene in Collegio l’oralor cesareo con uno homo dii marchese di Villafranca, va viceré a Napoli, scusandosi che per andar in pressa a Napoli non havia potuto far il debito suo: et si oferiva in tutto quello el poteva etc. Al qual il Serenissimo li usò grate parole. Et a Porator Cesareo nulla fo ditto di quello fu preso eri de dirli, perchè l’era acompagnato. Da Milan fo lettere di V oralor nostro, di......11 sumario scriverò poi. Edam di Crema de 10. Dapoi disnar, poi vespero, li Savii si redu-seno a consultar li capitoli di oratori di Cipro. In questo zorno dapoi disnar fo expedilo in le do Quarantie Francesco Bon feva l’oficio di ... . Dolfìn scrivati a le Raxon Nuove, et uno Zuan Mida absente............ Et in questi altri zorni parloe primo sier Piero Morexini avogador extraordinario ; poi li rispose sier Alexandro Basadonna avochalo di presonieri. Questa matina sier Gabriel Venier avogador ut supra, et poi disnar li rispose domino Francesco Piloto dolor avocalo; et prima preso il procieder conira il Mida absenle, et preso. Item, preso il procieder contra Francesco Bon sopradilo, qual fu balote........ Fu posto do parie; una di Consieri, Cai e Vi-cecai cho’l dito sia privo di l’oficio el leva a le Raxon nuove e di tulli oficii e bencficii e caralador di dacii, et l’oficio l’ha resti al suo fiol. Item, li avogadori messeno voler la parte con questo : el predilo sia bandito di Venetia e dii destretto in perpetuo. Andò le parte : 22, 37 di Consieri. Et questa fu presa, e fo baludocon una coda di volpe. Nolo. Il fermento calla: di lire 10 soldi 10 che era, è venuto a lire 9. Non si trova compra-dori. A dì 15. Fo il sorno di la nostra Donna. Avanti il Serenissimo venisse zoso fo leto, in la sua camera con li Consieri, lettere di Verona et Brexa zerca il passar di fanti. Item, uno aviso mandato per l’oralor dii duca di Urbin, dii viaggio ha fatto il Turcho lino a Belgrado. Dapoi il Serenissimo con vesta di labi bianco, manlo damaschln a ruose d’oro, bianco e cussi la barela, venne in chiesia con li oratori lui pera -dor, Franza, Anglia, Milan et Ferara ; priiiiocierio di San Marco ; episcopi Veia, Sibinico et Puola ; procuratori sier Lorenzo Loredan, sier Jacomo Soranzo, sier Lorenzo Pasqualigo, sier Francesco Mocenigo, sier Carlo Morexini ; li Censori erano solo numero 29, tra li qual sier Vetor Morexini maio di triunfi che da Nadal in qua non è sialo; et novi sier Mann Bembo, sier Marco Antonio Bernardo el sier Marco Barbarigo. Disse la messa in pontificai lo episcopo di Traù olim Scardina, molto cerimonioso. El avanti si venisse zoso vene l’armiraio dal Serenissimo a dirli la galla ultima di Baruto, patron sier Marco Antonio di Prioli qu. sier Andrea, è tanto carga e imbroiada che non si poi menar fuora si la non si liba. Et compito la messa, essendo il Serenissimo in piedi con li oratori dove si vien suso, e lulavia si veniva, questo malo di sier Vetor Morexini non havendo rispetto a li oratori andò dal Serenissimo con Cecho Novello homo di conseio di la galla di Baruto per dir si provedesse a questa galla. Al qual servilor el Serenissimo li fece un grandissimo rebuffo dicendo non è tempo di parlar adesso di questo. E poi licenlià li oratori