509 MDXXXIÌ, LUGLIO. 510 avisi de! progresso dii Signor (ureo scaldano mollo, et, scrivendo, uno mio amico di fede mi ha dillo aver sentilo dal Cardinal di Trento che’l Turco celerà tanto il camino ehe’l dubita che li disegni loro di munir Slrygonia e Posonia e altri loci è vani, apena polrano a Viena; et quelli de lì veleno fanti 16 milia por loro difesa. Scrive per ogni via avi-serà etc. Postscripta. Qui sono sopragionle nove che adì 2 di questo il Signor turco era giornale 14 lontano da Belgrado e bora lo fanno zunto. Hanno lettere di Genoa dii Doria che l’armala era in ordine el di più li era gionle carachie 13 grosse et ben armale ad ogni fazione, Avisi eli Mantoa, di Hatisbona, di 22 Zugno. In questa bora è gionla nova a questa Maestà come alli 2 dii presente li turchi si ritrovava di là de Belgrado 14 giornate ordinarie, per unde si pensa che a questa bora sia gionto a Belgrado ; con la medema nova hanno che’l Turco viene con più diligenza che sia possibile, havendo inlenlione di trovare le cose di quà molto sprovedule, il che non gli riuscirà perchè già a quelle frontiere sono da zerca 15 milia fanti, homeni compartiti in quelli lochi opportuni. Nolo. Eri, licet fusse il zorno di Nostra Donna non solilo farsi piovan, fu elelo piovali de San Panta-lon, eh’ è una bona piove, pre’.... (Nicolò Moravia) piovan dì San Zuminian, e rimase da pre’ Polo di chìesia qual è molto vecliio, el ha fallo assai beni in ditla chiesia di fabriche, poste do messe perpetue eie. ma per la soa iinpotentia non fu l'alo, el fo nominalo uno pre’ Stephano capelan di San Itoco, zoè di la Scuola, el diacono di San Jacomo di 1’ Orio, il qual ìntralo disse alli presidenti che facesseno venir dentro li messi alla prova dì piovan, voleva mostrarli el cavò fuora uno libro non sapevano dar il sacramento etc. Al che li presidenti li disseno non se usa queslo, ma era officio dii patriarca. Disse: « adorna depcneme el non mi balotè », e cussi fo depenato. Et la malina zerca a bore 11 in dilla contrada seguite che una povera femena graveda, audala in ditta contrà per comprar certe herbe del frutarol, essendo alla bolega, cazete certo muro di sopra el li dè su la lesta e I’ amazò et fo portata in chiesia quella matina, et de lì do bore posta in una area el Noto. Il fermento che cresceva à fallo un poco di calo, a lire 8 non si trova compradori. A dì 4, la matina. Vene in Collegio, per il qual fo mandato, 1’ orator Cesareo; el il Serenissimo, da poi le parole zeneral, li fè lezer per Nicolò Sagù-dino segretario la risposta presa eri farli col Senato, el qual udita disse......... Vene in Collegio 1’ orator dii duca di Urbin tornato dal suo Signor et stato a veder le monstre, narrò quel ha visto il suo Signor di le allre zelile d’arme et di le ordinanze, el come il marchese dii Guasto li havia mandalo a dimandar il suo sergente maior el non 1’ ha voluto dar et...... È da saper. Intesi come eri poi nona dii caxon di san Marco, qual ha .... , scampò 13 pionieri erano seradi per debito, tra li qual uno era stalo 5 anni li per debito di ducali 60Ò et è debilor a la caxon ducali 140. Il caso fo che essendo andato uno a disnar con loro, e compilo di disnar, aperta la porta, quelli dentro messeno una banca, non lassouo più serar la porta et con arme ussileno fuora, ferita la patrona di la caxon et scamparono via. Da poi disnar, fo audientia pubìica di la Signoria, et da poi si reduseno col Collegio ad aldir lettere. Di Udine, dii locotenente, de 2, et de Civi-dal di Fritti, di ..... Il sumario scriverò qui avanti. Di llatisbona, di l’ orator nostro, di 24 et 26 Zugno, vene lettere al lardi, el sarano qui avanti. A dì 5, la matina. Vene in Collegio l’oralor cesareo a rechieder trala di Brexa di alcune arnie per lo exercilo cesareo, come li ha scritto iì marchese dii Guasto, videlicet de......e solicitò per il Serenissimo quanto haveamo auto per lettere di 26 e da Udine e di Cividal. Vene I’ oralor di Pranza per cerla patente voi mandar a luor falconi per il re, e li fo fata. Vene l’orator di Mantoa per la cosa seguila su quello di Asola et Viadana per causa di aque. Vene sier Mafio Bernardo dal banco qu. sier Francesco, vien de Ingilterra per terra, partì di Londra adì . . . zugno et è venuto per la Franza, el referite come il re fa il tulio per i) divortio et che’l re di Franza con parole lo aiuta ma non sarà nulla. Disse esser venuto per la Franza non haver visto movesla alcuna di zelile d’arme, non si paria