969 falò, per la via dii Friu! se polpa sappr. Dii Turco el suo esercito altro non se intende con cerleza se non che a li 29 si levò di l’assedio di Gins, et ha falò acordo vergognasi) con quel capilanio Nieoliza ohe prendendo Viena sia ubligalo darli il uaslelio et esser suo vassalo, noi) la prendendo, resli signor dii loco, fra questo inezo non si offendine I’ uno con P altro. Lui scrive, come I’ ha via hauto in zorni 25 che l’assedio lì è stalo, 3 arsalli generali, ne li quali sono morii più di 3000 turchi, et de li soi quali erano cavalli 36 el villani 700, il resto fino a la somma di 5000 el più anime, tuli femene el putì, la milà è morti ; non li era rimedio a lenirsi, non avendo polvere più a Irar uno schiopo, el li homeni quasi tuli feriti. Vedando Turco con la bataglia non havia potuto prender il castello, messeno foco ne le fassine et legnami, con le quali haveano impilo le fosse per poter andar solo le mura, allora el perico'o fi grandissimo, perchè quasi tuie le case di dentro sono di legnati) >, tandem con l'aiuto de Dio se difesero valentemente etiam da quel foco. Ultimamente fecero più mine et non vi era rimedio se Dio non li aiutava, che fece venir piogia grandissima per Ire giorni continui et le cavo se impino di acqua, che non si polea far operation alcuna con li fochi et polvere, unde Turchi disperati di poter- lo prender vennero a parlamanto, et dito Nieoliza con saivocondulo andò al pavion de Imbrain, el di poi molte parole che non scrivo dimandono ducali 2Ó00 per pagar li ianizari per li danni patidi, hor veneno a le soprascrile capilulalion. Poi il Signor Turco con luto lo exercilo si levò de dito loco el fece do over Ire alozamenli verso Viena et lì sì fermò et mandò quelli cavalli a corer verso la Ca-rintia, parte de li quali vene a l’alto verso Crems et loci vicini. A li 8 zonsero lelere di Vienna al serenissimo re che il Signor Turco non si era aeoslà a la tera, ma più presto retirato lege 3, el parea lolesse la volta de la Slyria et Carinthia. Soa Maestà disse non iiavea hauto lauto a male quando la intese il zonzer dii Turco, quanto ha a male intendendo che si parte senza aspetar il confido. El su- 380 bito montalo a cavallo andò in posla a trovar Cesare, per pregar Soa Maestà a celerar il camino. Ha in animo andar in diligentia verso Viena, et de lì a la recuperation di Buda, però subito se è ritornata qui in Linz, el questa sera l’imperalor si aspela in questo |0\'0. Dii dito, di 13, ricevute a dì 18 dito. Eri a bore due di note, zonze qui la Cesarea Maestà, el a dì dito ave nostre lelere di 29 dii passalo, con li 970 avisi dii clarissimo zollerai, dii levar l’armala tur-chcsca, et perchè Cesare era sinico li comunicai al Serenissimo re, qual ringraliò. Et scrive spazar con queste lelere un di cavalari di Verona, perchè questi non spazauo posla. Cesare liozi è stato longa-menle in conscio. La nova di lo exercito turcheseo si conferma, anzi è certissima, el questa sera parlai al re, mi disse haver liozi lelere di 11, di capitane! ussiti di Viena che vanno seguitando Turchi era apresso Graz, principal cita di la Carinthia, el che caminavano a gran ¡ornate, pur diti capitatici li seguitavano, et sperano far qualche bon effecto, et disse il mondo haverà pur veduto che anche noi potemo pur qualche cosa, et mi dispiace che non habino aspetato. Io non risposi altro se non che ’1 Turco partiva molto vergognalo et sperava che ’1 partiria con danno, oltra a la vergogna. Rispose li soi capitani erano vicini a lo exercilo lurche-sco miglia 6, et che li Turchi erano molto can-sadi zoé strachi et andavano restreli. Domandai se Soa Maestà partiria presto per Viena, rispose, secondo le ocorentie, cosi si governeremo. Et lulsl licentia da Sua Maestà per expedir queste lelere. Questa matina luta la corte diceva si partiria per Viena, al tarlo si dice il contrario, che la Cesarea Maestà si partirà in diligentia per Italia ; et sopra questo si iudica che siano stati hozl in consulto ; doman o l’altro mi certificherò, et in diligentia aviserò eie. Da Corfù, dii rezimento, di 3 Setembrio, ricevute a dì 18 dito, da sera ; etiam scrive, unito sier Zuan Moro provedilor zeneral. Come da una fregala parlila da Trecuxe domenica di note a dì primo de l’instante, venuta per tuor la fusta fu presa per il provedilor Canal di ordine de la Signoria nostra, dice il patron che il capilanio Doria a dì ultimo zonse con galìe 39 li a Trecaxe, el sorlo per spacio ili due hore, poi partì et andò di longo, el li homeni ili la fregata dicono esser galie 45, et che al partir di la fregila azonseno 4 nave et 3 gaiioni, el già montalo il cavo, il restante per il vento contrario ancor erano a Otranto el Brandizo el altri loci di la Puia, el dicono a Brandizo haverano 8000 el più fanti, et che era pilota con la galia di Cristo-fa ri n Doria et ebbe lingua con do galìe nostre. L’armada era a Saildara al numero 70 vele et era per condursi a Durazo et a la Valona si ragionava che la era per andar et montava suso il marchexe di la Tripalda ortondo di Albania et uno fiol dii fiol di Scandarbeco baron di San Piero. Le qual uove subito havute, hanno expedilo una barca al MDXaXII, settembre.