291 M1)XXXH; MAOOrÓ. $92 comanrlador Govós, qual li hàvea poi risposto col Conseio che questo Signor li fazi li pagamenti or-denarii, et che bisognava el servasse la promessa. A Zeh'oa si è stà spazà 10 galle benissimo ad ordine per andar a ......parie di l’armàda dii Barbarossa era andata verso Ponente. Ansaldo de Grimaldo ha impresta ducati 100 milia a l’impe-rador et li restituisse in Spagna m termine di uno à'nno in danari, et per gratificarlo Soa Maestà li ha donato in vita soa o a chi lui nominaià, ducati 4000 de inlfàtà a l’anno, li qual danari Cesare è per spender in le sue gente l’ha in Italia el nell’ arma-da, bisognando. Da Crema di sier Antonio Badocr potestà et càpitanio, di 13, ricevuti a dì 27. Per lettere di lì rio mio amieO zenóese, nominato messer Polo da Borgowovo de dì 15 del presente mi ad-visa come la Signoria di Zenoa ha retenuto tulle le nave et -navilii sé altrovauo in quelle bande per armarle, et galle 10 de messer Andrea Doria se partiva in quello zorno rnedemo per andar in Spagna* et non se intende per qual causa. Di Pranza di sier Zuan Antonio Venier orator, date a Costanza a dì 3 mazo, ricevute a dì 29 ditto. A dì 23 del passato gionse in qùèsta‘Córte monsignor Balanson mandalo da Cesare in diligenti» 'pei le cose turchesche, et ave audfentia dal re. Et ha inteso che cenando questa Maestà parlava a sé stessa, dicendo, costoro mi domandano l’armada con tra turchi, io non la ho in ordine et quando f arò la voglio per custodia di Provenza, danari non voglio darti. Imperador e il •papa hanno fallo accordo insieme et mi riservano 'loco, come si fa a uno duca di Manto*. Io son re, si doveva contrarr con me e avermi per uno de li principali ; non vOtetìo di le mie gente per Italia, fn uno locò non !le volè, in l’altro non li bisogna. Sidhé parlando pareva fosse'alteralo. Scrive ho vi-silà monsignor Balanson, qual stà con l’altro orator residente de qui, rei ha ditto aspetta risposta. A dì 28, il re essendo sopra caze, distante de qui lighe 15, ex piedi uno gentilomo per Roma, per ■scusarsi di le cose ditte al soprascritto Balanson et che non mancheria al'bisogno conira turchi, 'et dimanda in caxo che turchi venisscno in Italia, che’l papà li conceda di le cose ecclesiastiche et decime, come di altro qtiaftto havìa concesso a l’imperalor. Poi alli 29 ditto ^Balanson con 1’ orator andò a trovarli re, siete poco et '(nonio in ¡posta per ritornar da Cesare. Ozi è staio lui Orator nostro a visitar l’orator di Cesare, qual li ha dillo, questo re non dà favor, benche’l dica, se turchi vetiirano in Italia, di venir in persona, el bisogna intendersi de la condiliotie, perchè di uno inimico se haveriano doi, et concluse l’imperador non mancherà a defen-derse. Da DuUìgno, di sier Alvise Zigogna, conte 113* e capitanio, di 11 Mazo, ricevute a dì 25 ditto, A dì 8, sopra la Boiana fo scoperte fusle 4 barbaresche, di le qual è stà deliberà uno schiavo, et venule de qui dice è méxi do mancano di Barbaria et è zorni 15 che introno in questo golfo ; il capitano di esse è nominato Delisof da Zerbi et è su una fusti di banchi 22, le altre 3 sono di banchi 21, 19 et 18, 1’ una, et da Caocesta ih qua hanno spOià et depredà assaissimi navilii et marci-liane, fatto gran danno nel porto di Antivari, preso una marchiana su la qual era ho meni assai, il terzo donne, cargo di ogìio et altro, preso et spoià tulio. Sopra la Boiana trovono uno navilio cargo di sai del signor Turco levato alla Vallona che si mandava a lo emin di Scutari, tolseno li homeni, lassalo il navilio con uno vechio, il qual intèso io feti remurchiàie fn questo porlo, et ho scritto a Scu-lari lo mandino a tuor. Ancora hanno preso una barcheta con homeni doi di questa città, le qual fusle hanno tenuto la vòlta di RodOni et di Dura-zo, si dubita noii abbino a tornar in queste acque, et non si vede alcuna gatìa nostra, et aricorda saria boli òhe da marzo fino a zugno si tenesse galle che se’orreSse da la bocca di la Boiana fino à Liesna, discorendo su et zò, aliter questi nostri subditi è minati. Da Spalato, di sier Lnnardo Boldù conte, et sier 'Gregorio Pizamano proveditor zeneral in Dalmatici, date a dì 16, ricevute a dì 27 Màzò. Come erano cavalcati a la torre di Sal'ona dove èra principiato a far uno feveiin per habitar stratioti, qual loco è il (rar di uno arco dii castello noviter fabricato de lì pèr turchi, et li turchi è a la guardia de ditto castello hannò preso sospetto et venuti per do volte a impedir il lavorar, unde ha-vemo fatto soptastar il lavoro, aziò non seguissa qualche scà'mitflo, hessendo tanto vicini, aspettando ordine nòstro. Di sier Gregorio Pizamano sopraditto, da Spalato, di 15, ricévute a ‘dì sopraditto. Come partito da Sibinico vene a Traù, poi qui a Spalato; et quanto a metter li confini avisa altri non confina con Spalato che ri reverendo Gritti per le cose di Glissa, dii qual è suo governa tor sier Nicolò Quc-fini che governa la Poliza, ‘et si confina un pòco