817 MCCCCCIV, FKUBRAJO. 818 qualche acordo con Spagna, tamen che ’l non romperà P alianza con la Signoria nostra, dicendo in hoc interim la Signoria possiede le terre e il tempo scorerà. Item, è zonto lì uno orator cesareo venuto assa’ ferini. Non li andò contra se non domino Pliili-berto, P altro orator, e non à ’uto ancora audientia. À inteso vien per cosse che sarà moleste al re. Item, ogi, accompagnando il cardinal Roan a dir messa, el prefato orator nostro vete domino Philiberto in streti coloquj insieme con Roan • e lui si partì, e Roan li mandò a dir, se li havea da parlar sempre li parlasse etc., et lui li mandò il secretario, al qual li disse •per ogi era occupato ma doman saria con lui. E li oratori ispani disnò con ditto Roan ogi. Item, di Spagna non c’ è nulla, ma aspectano almeno il per-longar le trieve per 3 anni. Dii ditto, di 30. Come in la lettera scrita per il re al papa, par li scriva li piace fazi 500 homeni d’arme soto boni capi, videlicet 200 soto Urbin, 200 soto un Colonese al qual li dà una fiola dii papa, et 100 soto il prefetin ; e che il re di romani volea sguizari li rompesse, tandem aconzò le cosse con ditti sguizari ; è in pace con P archiducha, e spera esser con li reali di Spagna, e si soa santità vorà 12 milia sguizari, li offerisse veran ». Le qual lettere l’o-rator pontificio le spazò, e drezò el mazo al cardinal Capaze. E Roan le volse prima veder, et azonse che P orator di la Signoria havia persuaso il roy scrivesse a soa santità sii contenta lassarli Arimano e Faenza, prometendoli il censo etc., e che ’l re non ha voluto etc. Item, è zonto uno nontio dii marehe-xe di Mantoa, per far querela che le so' zente fo sva-lizate dal ducha di Trivento. El qual non à ’uto audientia; e par dilto marchexe sia in contumatia col re; e più che etiam uno altro nontio di ditto marchexe, zà zorni 6 venuto con falconi a donar al re, non p ii aver audientia. Dii ditto, di 3. Come uno domino Camillo di Forziati da Napoli, qual vene con li altri oratori mò uno anno a Bles a far il juramento per la cità, li è venuto a parlar, e ditoli che zà do mexi el parlò con il roy, che non era altro modo a tenir il reame si non partirlo con la Signoria. F. il re li rispose : « Ho hauto più guerra da la Signoria .in reame, che da Spagna ». E che poco è, etiam li parlò di questo, e soa majestà disse non achadeva, perchè ’l sperava la pace con Spagna si concluderla. Item, è zonto il principe di Melfe, e si aspeta il conte di Coriza, el principe di Bisignano e il ducha di Traieto e altri baroni di reami1, quali vieneno, non per aver provisione. ma per esser assolti dii juramento et esspr in libertà, e volendo si acorderano con la Signoria no slra. E P orator li rispose di la bona voluntà di la Signoria verso il re, né à voluto parte in regno. 393 * Dii ditto orator, date a dì 31. Come li consieri regii non cessano tenir in sospeto la Signoria nostra etc., et maxime per li emuli e fiorentini, che dicono assa’ contra la nostra Signoria. Or fo dal Cardinal Roan, col qual era il gran canzelier e monsignor di Pius di primi apresso il re, e scrive coloquj abuti ; e che ’l cardinal Roan disse aver lettere di P orator di Veniexia, che la Signoria si ha dolto in Franza esser stà usale stranie parole ; et che ’l re voi tenir P alianza. Or P orator fè assa’ discorsi, e di la bona voluntà di la Signoria nostra; e che Ascanio e fiorentini non cessano dir mal di quella Signoria; et che ’l papa à torlo, replicando le raxon nostre; e che saria bon far horamai unuspastor et unus ovile; et che saria bon il papa, il re e la Signoria se inten -desseno insieme. Or Roan li piaque assai, e cussi quelli do, dicendo ne parleriano al re, e che manderà uno orator per questo a la Signoria, dicendo fin 3 zorni si ara risposta di Spagna di la pace e trieve. E vardando verso li altri, Roan disse: « È bon levemo quel orator è a Venetia ; fa mal officio per il re e per quella Signoria etc. » longi coloquj, ut in litteris. Dii ditto, di primo. Come per Zùan Gobo ricevete do lettere di 22 in la materia di la justifica-tion di la nave a Corfù etc., e con la instrutione per le cosse di Romagna, et anderà dal re. El qual è indisposto, e li è soprazonto lluxo, et è qualche zorno che ’l non dà audientia, e à rimesso tutte le facende. a Roan. Et è morti noviter 11 di primi personagi di Franza. Aricor.la si fazi il successor, et lui per que- • sto inverno mal si poi exercitar; et hessendo stato eri con Roan, bisogna stagi C zorni avanti el vadi a corte. Item, è zonto uno secretario di fiorentini venuto per le poste, e à inteso, a dir al re che venendo il gran capitanio yspano verso fiorentini,dubita quella terra non prendi partito; et che Pisa è in pericolo la Signoria non 1’ habi, con la qual è in praticha; et etiam Spagna la tornì, et saria bon il papa l’ha toy lui etc. E par il re habi scrito al papa spazi presto la praticha di Pisa e la tòy etc. El qual orator carga la Signoria nostra ; et che tenendo quelle terre in Romagna, si farà signora dii resto e di quelle tien il re in Lombardia etc. Item, è zonto uno orator di P arciduca, e non li andò contra altri cha domino Philiberto. Ih Milan, dii secretario, di 4. Come zonse lì el prefetin nepote dii papa, vien di Franza e va a Roma. Fo honorato assai, e lo visitò per nome di la