85 mdxxxii, aprili:. 86 bassa del Cairo non voi, fin non si cargi. Parlò al cari! et emln governadori di questa città, unde fo mandato al Cairo sier Stefano Malipiero patron di una galia con ducati 400 venetiani da donar, 200 a conto di colimo, 200 di patroni. Tornò, nulla potè otenir. Dicono esser zonla un’ altra caravana di specie in Altor, e di brieve sarà de qui. Questo tristo de Abrairn Castro zudeo doanier è causa di tutti i mali. Manca a cargar le galie colli 250 a a compir il suo cargo. Le qual galie stando in questo porto ha fruado li armizi, et a dì 23 di questo fu una grandissima fortuna con vento da griego e tramontana e in la traversia di questo porto tulli li navilii si trovono in grandissimo pericolo di vegnir in terra, uno galion di bote 400 dii Bassa dii Cayro cargo di fermenti e risi per Barbaria si ruppe quella notte, il cargo era di sto tristo iudeo doanier, qual ogni dì voi manzar a la nation. Tutti li consoli si ha lamenta di lui a la Porta, nulla ha valso. Il bassà non fa se non quello el scrive. El sier Zuan Francesco Venier di sier Nicolò fè uno mercado con un moro di cantera 5 piper longo e sperava far ben, et garbelalo et sachizato esso iudeo mandò a dir al moro non lo desse e lo voleva lui et havia di questo libertà di farlo. Ho scritto poi fin 4 lettere a Costantinopoli a l’orator Zen, vìdelicet zerca a 1’ armada per l’India si lavora al Sues per andar conira porlogesi, se intende fin ora è compido 60 galie tra grosse e soliti, che non li manca altro che impegolarle e vasi drielo, el che al tempo deputalo tulio sarà in ordine, che sai à per la luna di mazo. Si dice il signor Imbrain bassà venirà a veder butar in aqua dilla armada el metterà per capitanio il bassà del Cairo, e condurà con lui da Costantinopoli 20 sanzachi con la soa compagnia per la ditta armada. Da Roma dii Venier orator nostro, di 16, ricevute a dì 20 aprii. Sapendo il pontefice la impresa da rnar esser dala da Cesare a domino Andrea Doria, Soa Maestà ha inviato uno a Zenoa per certificarsi se ditto Doria havesse aula ampia libertà, et le 12 galle in che termine si trova, dovendo Soa Beatitudine contribuir a la spesa, sicome Soa Santità mi ha ditto. Poi disse il dolfin col Conseglio di Franza ha bauto il marchesato di Saluzo con dar in Franza ricompensa a Francesco Monsignor, e il Cristianissimo re traversando la Berlagna dia venir a Lion, pertanto saria bon far qualche provision. Poi disse iudicar quel re non farà novità, pur era bon discorer e mandar zente in le forleze, el è bon lenir l’exercito ispano dove al presente se ritrova fino per tutto aprii. Poi disse era avisato da Venecia che al Cardinal Pisani era imposto non haver fatto bon officio et haver fatto a beneficio suo, dicendo questo non è vero, et molli reverendissimi cardinali è testimoni. Poi disse l’andata in Franza di monsignor di Viceslre per nome dii re Anglieo si risolse in dodirnande, I’ una che'l re Christianissimo lassasse la confederalion l’ha con Scozia, la seconda si facesse guerra a l’impe-rador in Fiandra per la via di Franza. 11 re li rispose questa confederalion con Scozia è antiquissima et non poteva lassarla. A la seconda disse non l’intendo, anglesi (ariano. Poi disse Soa Santità voria per rnezo di domino Ruberto Maio, fo secretano di lo episcopo di Puola, che è qui a Venecia, comprar alcuni pozi de artellarie over rame, però la Signoria li dagi favor. Poi disse voleva mandar uno nontio in Portogallo, qual saria lo episcopo di Sinigaia, per scuoder certi danari aspettanti a la camera aposlo'ica, etiam per mostrar di far conio di quel re. Questi signori cesarei hanno di corte di 28 del passalo, e cussi il reverendissimo Osino, che Cesare replica le provision e spenderla ducati 400 milia al mese per l’impresa e sperava che in la dieta si faria qualche bon frullo. Et Soa Signoria monstrò lettere del comandador Covos, pur di 28, avisa che di Spagna, le 12 galle erano in Cartagenia non si moveriano per causa di corsari, aziò non facesseno qualche danno a quelle marine, et che Cesare pensa se il re Cristianissimo non li darà soccorso a beneficio de la cristianità, non darla impazo. Et che a Marseia armava galie. Item, una lettera di l’arzivescovo di Bari, che par Cesare lo voi mandar capo de la impresa in Italia el lui li ha ditto non voler esser capo di zente da guerra. Per- ii che Soa Maestà manda a Zenoa al Doria domino Znan Regina ditto el Venetiano, homo pratico di cose da mar. Li principi luterani continuano nel mal loro proposito zerca la fede, el volendoli lassarli, par voleno esser presti a difender Soa Cesarea Maestà et li soi stali ; ma Cesare ancora non è risolto et la conscientia lo rimove. Scrive, come, per lettere di don Rodrigo Nino orator cesareo a Venetia a dilli cesarei, par sia stà pregato de qui che loro aiutino la Signoria in quello potrano, però esso reverendissimo Osmo si offerse di far, dicendo non è per mancar in cose licite e conveniente. Nel Concistorio passato si continuò a disputar le con-clusion de li- anglesi. Questo orator fiorentino mi ha ditlo, questi signori di Fiorenza al popolo e a tutti li Consegli ha parso dar carico a 12 cittadini