mdxxxii, Maggio# m 8^') Episcopo Argolicensi. Venerabili frater, salulera et apostolicam benediction. Cum sicut nobis expositum fuit, quidam iniqui-tatis filius Joannes Petrus Rizo de Veneciis capel-Ianus in ecclesia San Savini de Torregia paduanae diocesis, in presbiteranis ordine constilulus, non nulla gravia delieta propter que ab ordinibus de-gradandus et curiae saeculari rendendus venit, per-pétraverit numerus, quod episcoporuin ad huius-modi degradacione de iure requisilus comode islic haberi nequeal, Nos ne propter iusticia executio plus debito retardelur vel impediatur, frater mi at-que ... eoram quae ut similiter nobis expositum fuit conira dictum Joannem Petrum legiplime proce-ditur, ut in bis in quibus degradacioni huiusmodi locus (uerit, convocatis et assistentibus libi in boc duobus abbatibus quos comodius babere poleris ad degradacionem realem et actualem islius Joan-nis Pelri presbiteri, prout iuris fuerit devenire Pa-duae perinde valeas, ac si numerus ipsorum a iure requisilus tibi assisterit, aucloritate apostolica facultatem per praesentes concedimus, non obstan-tibus aposlolicis ac in provincialibus et sinodalibus conciliis editis generalibus vel specialibus constilu-cionibus et ordinacionibus celerisque conlrariis quibuscumque. Datum Romae apud San Petrum, sub annulo Piscatoris, die quinto Aprilis 153*2, anno nono. Da Crema, dì sier Antonio Badoer podestà et capitanio di 11 mazo, ricevute a dì 13 ditto. Manda la soltoscrilla relatione, la qual dice cosi : fc5‘) Die 11 Mai 1532. Reporto di sier Zuan Bernardino de la Roda veronese, qual si parli da Lion a di ultimo del passato, et referisse come in Lion si dà danari a tatle le genti d’arme franzesi, el a tulli li altri soldati ordinari et ancora in Liou pubblicamente se dize, come la sacra maestà del re fazeva calar 15 milia sguizuri per venir a la impresa di Zenoa, et se diceva ebe l’avea mandà il signor Renzo a la volta di Marsilia per monlar sulla armata, et que- il) La carta 83* è bianca. (2) La carta 84* è bianca. sio sa dico pubblicamente. Hor partido da Lion, dice esso reffercnlc esser venuto a Savona cl die poi se imbarcò con uno corriero zenoese, qual gli disse come nè mercadanti nè allre persone sotto gravissime pene non puoleno portar lettere in Genoa per rispetto di le cose francese, et non si lassa intrar alcun forestiero in la terra, che veleno che tutti si aprescnlino a li Signori per saper ciò che vanno facendo, et che poi a li 7 del presente arrivò a Genova et a li 8 se partile, dove dice che se atro-veno da fanti 4000 in zerca, el darsi danari conli-nuamente, el stanno con gran sospetto et paura. De le galee de messer Andrea Doria dice haverie visie et ritrovarsi bene in ordine. Et inlese come a li 27 del passalo messer Andrea Doria prese alla volta di Sardegna fuste 11 de mori el scapolò assai cristiani che erano suso. Roferisse etìam come il si* gnor Teodoro Triullio si atrova in Lion amalalo di sorle che non crede possa campare. Et publicamente si parla che’l lìol della Sacra Maestà del re debba venire alla impresa di Genova. Et nota. Questo reporto non fu vero. Da Cividal di Frìul di sier Marco Gri-mani provedador, ai 8 Mazo, ricevute a dì 13 ditto. Come bozi è ventilo qui uno ciltadin di questo loco, parli eri da Goritia, referisse il capitanio esser parlilo per Lubiana, dove dia zonzer il conte Salamanca spagnolo di hora in hora, et dice per homeni venuti di Lubiana lia ¡¡¡leso che li am* basiatori del re Ferdinando erano parlili de lì per andar a Costantinopoli, havendo auto il salvocon-doto. Item, manda uua lettera aula da Venzoti : Da Venzon, di Zuan Antonio Michisoto, di 6, al proveditor di Cividal. Magnifce, eie. È venuto uno mio amicissimo heri sera di Ale* magna, dice haver parlato con uno mercadante di Norimberg, dal qual intese che questi giorni pas* sali era sta falla una dieia in Svainfufl, lontano da Ratisbona circa miglia 60 italiane, ne la qual erano intervenuti el duca de Saxonia, il duca di Essim, il duca di Nendorf, le Terrefranche et insieme Io ambassador de Inghilterra, cl haveano mandato alcuni capitoli a Cesare et al fratello, che se da loro fosseno conceduti et aflìrmali, promettevano le Terrefranche dar 40 milia fanti et cavalli 8000 a ogni richiesta conira turchi, a la cui dieia Cesare, per nome suo e del fratello ha mandato do graij