875 mdxxxii, SE'rmiimE. 57« ri fusle a Corfù inviamo do li questa nova deliberazione non aspettala di ritorti.ir a Constantinopoli. 10 non so far altro iuditio, salvo per paura di l’ar-mada de l’imperador, perchè sempre i hanno fatto grande extimatione di quella per esser la soa malissimo fornita et pochissimi scapoli, hanno ben bona artellaria, et credo i se pensavano servirse largamente di la nostra armata, per quanto intendo. Hozi terzo zorno, trovandosi do di le nostre galìe al Fano s’è trova con una galia di l’armata di messer Andrea Dona, la qual viste le nostre se mise a ftizer, et per li nostri li fo fallo si: gnale de segureza, ma lui fuzeva prestissimo el le nostre galle romagniva, unde li nostri mandò una fregata haveano con loro inalili el le g.ilie levò man di vogar, la qual galia aspettò dilla fregala; el patron di la galia era Crislofarin Doria, nipote di messer Andrea, quello era capitanio dii galion, et da poi fattoli molti segni de segureza, se trovò con 11 nostri sopracomili domino Domenego Contarmi el domino Zuan Ballista Zuslignan, el qual li disse del zonzer di la sua armiita a Messina et che sariano da galie 40 el barzo 50, ma che non saria così preste in queste acque forsi per spazio di zorni 20, et che lui era vegnudo per diseorverzer P armata lurchesca et li volea andar a tirar uno per di eanonale. Ma per quanto dicono dilli sora-comiti sono prestissima galia el è da iudicar che 11011 P averia manda allrimenle. La qual galia ha-vendo inteso da li nostri soracomiti de P esser di P armata lurchesca a le bore 3 di notte se partite el tendea in Ponente. 349') Dii mexe di Septenibrio 1532. A dì primo septembrio, domenega. Introno Cai di X di questo mese sier Andrea Donado, sier Ferigo Henier el sier Alvise Bon, tulli Ire siali altre fiale. El non fo alcuna lettera. Tutta questa notte piovete, la qual pioza co-menzò heri bore 24, mollo grande e tulta la nolle d uroe. Dapoi disnar fo Gran Conseio. Fallo dii Conseio di X sier Piero Laudo fo capitanio zeneral da mar, sier Lorenzo Bragadin fo consier, sier Valerio Valier fo cao di X, et G di Pregadi con litoio. Jo fui in la prima, el mi tolsi di Pregadi primo balo-lado, e questo è il merito di le mie fatiche ; ma in una Repubblica si fa di queste. (1) La carta 348‘ è bianca. Fo buia il sestier di Catiareio, Monte vechio per quinto a pagar la paga di septetnbrio 1482. Fo ledo per Zuan Jacomo Caroldo secretano del Conseio di X una parie presa heri nello illustrissimo Conseio di X, zerca un ordine di notar le voxe in elelion, per il disordine seguì l’ultimo Conseio, el il nodaro stia presente el fazi notar a voxe a voxe, et quelli f.diranno olirà il prender la voxe sia etiam privo dii Mazor Conseio per anni .... el pagi ducali 100 a la Camera di queslo Conseio di X. Vene a Conscio -il colile Hercules da Marti-nengo cilladin brexan provado novamente, fo liol del conte Zuan Maria, con uno saio di veludo negro lista d’oro et sento di sora i cavalieri. Vien etiam a Conseio domino Maltio Avogaro dottor el cavalier citladin ili brexa, nobil nostro, qual senta abasso su li consieri, è qui per quelli è sora le leze. Vene ledere da mar veehie di..... Fo dillo per il patron di una nave, vieti di . . . . . . , zonta....... come a dì 24 a le Merlere dette lengua a sier Zaccaria Grimani soracomilo che li disse P arma del Turco era levata di la Pre-vesa per andar in Slreto, et esser slà vista sora . . . . . , a dì 17 de P instante. A dì 2, la malina. Vene Francesco Vaca in Collegio et monslrò alcuni avisi di Petovia zerca le cose lurchesche. Da Constantinopoli, di sier Piero Zen orator et vieebaiìo fo lettere di 4 avosto, con avisi vechi, nulla da conto. Da Ragusi, di Jacomo di Zulian, di 26. Scrive al Sagudino come hanno il Turco era sotto Viena. Vene P emin del Signor Turco, vestito di caxacha di veludo cremexiri, etiam veslidi li soi, et per il Serenissimo li fo dillo la risposta falla con il Senato presa P ultimo Pregadi, et cusì si scriverla a la excelsa Porla. Restò satisfato et si partirà immediate col primo lempo è sialo in questa terra. Intendendo la Signoria nostra li gran danni fanno li fanti italiani nel passar sul brexan et veronese per andar verso Trento, el havendo richiesto la Signoria a Porator cesareo volesse proveder, disse aver scrii lo el non poteva più, linde per Collegi') fo scritto a Brexa el Verona che dovesseno adverlir li capi a passar di longo senza far danno per li transiti se li deva, altramente seguendo qualche inconviente saria loro danno. El così volcmo