MDXXXII, LUGLIO. eoo soìi Excellenlia el per le spese li siano dati ducali 150 d’oro ¡11 oro, di quali non sia (diliga a mostrar conto alcuno ut in parte. A ve 131,22, 2. Et noia, è con Ira le leze che non si puoi mandar sigwntcr alcuno. Fu posto, per li Savii lutti, che li oratori di la università di Corti) venuti in questa terra, quali hanno posto capitoli 12 per non tediar questo Con-seio siano expediti per il Collegio nostro con li do, t^rzi di le ballote, et se ip quale!« capitolo lusso difficultà, quello sia. remesso, et balolar si debbi quello per questo, Conscio ut in parte. Fu presa. Ave 124, 22, 4. Et si vene zoso con grandissima pioza. Noto. Eri fu deputa far una zostra a Mestre, dove è podestà sier Zuan Mariti, di giostratori numera ..... e uno palio. Copia di la lettera dii Signor turco, portò lo Emin venuto eri in Collegio, et translatada. A li molta hoporati signori di la natimi di Cristo et molto excelJenti dominai,ari in la religiopdi Jesù signori veniteli. Che il fine loro ternani in bene. Ricevute le imperiai et excelsc lettere vi sia noto che è sta ordinato a Muhrnet, quale è al presente emin di; le scafosie de Narenta et Macarsia, che’l debba scuod^r etiam la, utilità del sai che se vende ne la «Uà de Spalalo, et Traù che sono de le cita pertinente a nui et del Stato, cusì da terra come da, mar che tocha alla mia excelsa Porla,. Per tanto ho comandato che giolito, el mio nubi! coniandamcnto. (tabiate ordinar alli vostri, bomeni che so.no nel governo de dilla città che dillo emin debba scuoder la utilità che se traze del sai et del dazio de le robe che vengono cussi da lerra come da mar et de- altro insta il consueto che toea alla mia excelsa, Porta, secondo el modo che suol lenir ne le cilà di, Sibinico el Cataro,e che li dilli etiam debbano esser lavorabili ne conira el dover renitenti, cu,sì sapiente, dando fede al nobil segno. Scritta a dì 16 di la Luna de Hébichal adì ir 338 che fu a dì 26 novembrio 1531, nel loco di Conslanlinopoli. Li Defet|deri Esciiemjer el povero. Macu.mth el povero. Da Milani, di V orator nostro, di là ricevute a dà 18 1m(o sono lettere di llatisbona di 28 dii passato. Come il Signor turco doveva zonzer fra pochi giorni a Belgrado, et havia inviato le gente a Viena. 11 serenissimo re di romani dovere andar lì dentro per difenderla et alendeva a mandar preslo presidio in le terre di I’ Hongaria, ma di; Viglia si dubita per esser mal ordine. Luterani voleno, favorir l’impresa, ma star ne la sua fede, nè li sia terminà il tempo. Il vayvodaà scritto al re di romani chiedendoli l’Honqaria che il Turco non procederla più avanti, ma si tien, scriva queste lettere aziò la Germania non favorissi I’ Austria. Sono lettere di Genoa, di particolari, esser avlsi di Franza di preparamenti d’arme per Italia, e il Christianissimo re haver acelà alcuni capi de Svi -za ri et li ha mandati; via e li vorà operar. Il reverendo Verulano è partito per andar, per nome dii pontefice, in Svizari, va con bon animo el è bon religioso. el italiano, et spera far bon palo, si sarà aiutalo. Questo illustrissimo signor aspetta la risposta di quello farà la? la Signoria nostra in caso fipao-: cesi venissero a danno di questo Sialo, dicendo è un Stalo debole, perù io et il mio Stalo, sia ?icQ{handà a quelli signori. Da Crema di sier Antonio Badoer podestà e capitanio, di 13, ricevute a dì 18 ditto. Mo ferzo zorno el se apresenlò una bandiera di fanli per inlrar in Vaylal, non li volseno quelli dii loco aceptar, e li ditti fanti si messeno, a vofer inlrar per forza, furono alle mane con quelli dii loco e: non poleno entrar, ne l'orono morti doi, fu ferito il capitanio un poco su, la testa stanno con le porte Si'?ade,da paura, e un altro capitanio ha fatto il simile di voler entrar in Pandiiu et non li,a podesto per haversi difeso. Fanno grandissime e crude! lyrannie eh’ è possibil a imaginarsi, vien spogliati, amazali e li feriscono e non si contentano di le Spexe che voleno, danari. 11 forzo di ditte gente sono villani; del paese. Scrive haver mandalo perii ca-valier Zurla e fatoli intender non. andasse coti il marchese di! Vasto, rispose non si voler impazar. Scrive ha inteso che le genie è per levarsi e andar in Hongaria, ma non ha un soldo da pagar ditte gente. Manda do reporli li qual sono questi : A dì 13 luio a liorc 18. Reporlo de sier Tomaso da Cologna stipendiato in la compagnia dii strenuo domino Jacinto da Novello colonello. Qual referisse questa inai ina a bon’ bora esser stato in Soresina et haver visto il signor Zuan Thomas© lo-colenente dii signor colonnello de Casti, quel colonnello è locotenente dii signor marchese dii Guasto,. qual è al governo di Soresina, et ha con lui