3G5 MCCCCCIU, NOVKMBHE. devamo la mujeslà dii re ne .haver» gran piacer come l’intenda, et maxime che quelli Manfredi ne habi renoncià tutte le so raxon. Da Iioma, di V orator, di 16. Come, per via di uno osto, che Marchio Cavallaro li dè le lettere, ricevete nostre con lo aviso di 8 oratori electi al papa a darli ubidientia. Andò subito da soa santità qual feva congregation di alcuni cardinali per cosse di podio momento, et li expose tal electione, dicendo la Signoria havia voluto far più numero di quello è stà fato per altri pontifici, per dimostrar la observantia ha a la soa beatitudine; e li nominò li oratori e le dignità e condition loro. Mostrò averne gran piacer, e laudò assa’ la Signoria di molte opere fate in favor di la Chiesia, poi l’amor mostratoli sempre a lui. Et demun\ si levò e dete man a esso orator ; che sempre quando cantina si fa dar la man a qualche uno etc. Item, nel partir, il Cardinal San Zorzi li parlò havia lettere di 11 da Bologna, e ’l signor Octaviano suo nepote era partito per Ravena, e cussi faria l’altro nepote, pregando la Signoria vogli abrazar le cosse sue. Dii ditto, di 17. Come, ha inteso il ducha si dovea partir e andar da le zente soe a Rocha Buriana per venir in Romagna, havendo auto salvo conduto di Siena e Fiorenza con ajuto di Roan. Ma dubita andar per Siena ; però voleva far questa via, videlicet a Suriano, poi Chasleglione di la Teverina, Orvieto, Ponte Cernagiola, Monte Leone, Castel di la Pieve over Picagie al lago di Perosa, e passar fra el lago a le Chiave verso Cortona, e venir per quel di Arezzo in Casentino e ne la Mareehia a Mercato Saracino, e andar o a Cesena over Furiì. Item, ha 150 homeni d’ arme, 300 cavali lizieri, el 800 fanti. Item, 1’ amico li ha ditto : questo dice ; non anderà con la vita eie., et che Pandolfo Petruzi farà etc. Item, a Fiorenza è preso partito di far 300 homini 109* d’arme e unirli con ditto Valentino. Dii ditto, di 18, hore 22. Come fo dal papa per saper qual via teniva Valentino. Li disse che non si poi far fondamento; pur da 3 zorni in qua à terminato andar per mar, e dismonlerà a Livorno o a le Speze. Et poi il papa disse : « Yolemo expedir uno comissario a intimar a tutte le terre di Romagna si dagino e ritornino a la Chiesia » e per questo mandava legato a la Signoria lo episcopo di Tioli, stato et era qui per avanti, dicendo : « Domine orator, scrive instantemeute a la Signoria ne dagi ajuto a far habiamo ditte terre etc. » Or l’orator li rispose che ’l ducha Valentino veniva e le torà. Disse il papa : «Non dubilè di questo». Et esso orator li disse co- me : » Si la Signoria havesse tolto qualche terra di man di Valentino, non voria la santità vostra fusse sua, recognoseend ola però da la beatitudine vostra ? ». Disse il papa : « Volerne tutte ritorni a la Chiesia ». E F orator disse: « Fiorentini tien Ci terna e nulla li vien ditto ». E sopra questo parlò assai, dicendo che la Signoria sperava da soa santità, come di padre ogni favor. E ’l papa disse : « Siate certo che mai li mancheremo ». Dii ditto, di 18, hore 4 di note. Come parlò al papa, che fazendo cardinali vogli far un zentilho-nio nostro. Rispose faria per la Signoria ogni cossa, ma havia zurà sacramento non far cardinali fino el numero non fusse reduto a vintiquatro. Et che al Cardinal Roan, voi far uno so nepote, li ha ditto habi li do terzi di cardinali : el qual Roan li disse li harìa. Et che ’l voleva far uno suo nepote e li bisognava ditti do terzi ; sichè si esso orator li basta l’animo aver i do terzi, soa santità promoverà farne uno. E che spagnoli ne voi, etiam li oratori dii re di romani, dicendo: «Nui faressemo più volentieri un venitian cha niun altro, perchè sapoino ben che si ue fusse slà più di doi a la nostra creatione, li havessemo auti ; ma non potemo far etc. ». È da saper, in lettere di 18, hore 22, par in coloquii il papa dicesse: « E nostro debito conservar le raxon di la Chiesia; et quando eramo Cardinal, l'eva-mo contra Valentino; hora è papa etc. Di Faenza, di proveditori, date a dì 19, hore 8 di nocte. Come mandano li capitoli, la copia di qual sarano qui avanti scripti, e hanno concluso dar ducati 1200 a li do Manfredi, e mandono il co lateral dentro la malina a dar li dicli danari, e quelli renontiono le raxon haveano in Faenza e sono andati verso Bologna con scorta che li deleno. Item, tutto ozi in la terra è stà fato feste e sonar campano, e la sera fochi ; e perchè ne l’intrar l’hora era tarda, da-matina farà dir una messa e farà processione per la terra, e Tarano zurar fedeltà a tutta la terra, et li 8 deputati zurerano per nome dii populo. Item, che li fanti di Urbin erano zonti in campo; non sanno el numero, ma el vescovo di Castello dice dieno esser 1000. De Vicenzo e Dionisio di Naldo, date in campo, a dì 16. Come pregano la Signoria vogli darli per capitanio a Iìrixegele domiiio Piero Do-nado, qual sarà buono; e lo laudano assai. Di Ravena, di rectori, di 20. Come sier Francesco Griti, è a Montefior, solicita sia fato uno proveditor de lì, però si mandi un podestà. Di Zervia, di sier Faustin Darlo podestà,