863 MDXXXII, ACOSTO. 864 Signoria vederà por le copie de dite lelere, quale con la presente ve le inviamo. In questo punto liavemo ricevute letere di Io illustre marchése Alarcon et marchese di la Tri-palila, dii rt tirar di l’armala turchesca, copia di la qual con la presente inviamo a Voslra Signoria. Et Nostro Signor la mollo magnifica el mollo nobile persona di Vostra Signoria guarda come desidera. De Napoli, 20 de Avosto 1532. - Sottoscrilla : Al comando de la Signoria Vostra: Don Fumando de Aragona, limo-nimo de Cola, Sigillo di Lofredo, Ceco de Lofredo, Alonso Sanciies, Ai.onso de Latosa, Coriolanus de Martiran primo secretano. A (ergo : Al mollo magnifico et molto signor el signor Rodorico Ninio orator di la Cesarea Maestà, a Vcnetia. 344') Di Ratisbona, di l’ orator nostro, di 17, ricevute a dì 30 poi disnar. Come ricevete nostre di 5 el 7, con le nove di Tarmala lurchesca, et la mia ha haulo turchi in la Carinlhia, la qual za zorni do è qui in la corle, exeguirà a comunicarle. Sono letere da Lubech in mercadanti, che confirmano la caplura dii re Cristerno di Dazia cugnato di queste Maestà et padre dii principe noviter morto, et il caso successe iri questo modo : Che essendo redute le gente sue a termine che di 4000 et più fanti che menò seco di Fiandra restono in meno di 2500, et quasi la milà era moria più di fame et desagio che di ferro, capitolarono et diedero il re pregi one in mano dii suo ad versano, qual era il duca Federico suo barba, fratello di suo padre ; el come si dice, il re Cristerno non imputa i soi fanti in conto alcuno, perchè hanno falò più che il debito fino che hanno pollilo, et vedendosi mancar de disagio insieme con le moglie et fioli, liliali haveano seco non poter più durar, sono condesesi a lale acordo. Morite e tinnì pochi giorni da poi il duca Federico sopradito, homo vechio, di età di anni 80, ttnde al presente dito regno si alrova senza re ; et questi fanti a (emani hanno iuralo fedeltà a quello sarà eleclo re, perchè in quella provincia è consueto che li re vengano elecli el a proba li dal conseio, (1) La carta 343* è bianchi il che è sialo causa di la guera fra il re Cristerno et duca Federico, perchè sperando ha ver il regno per successione ordinariamente al dito duca, per esser maior di età di suo fratello fo padre di Cristerno, la madre, overo per inclinai ioti parliculare eome nehade, overo perchè li paresse che questo altro fusse più allo al governo, feze elezer il padre iti Cristerno, qual era secondogenilo, privando questo altro so primogenito; poi essendo slà scazato questo re Cristerno per la sua tirannide verso li nobeli praecipue de li quali ne fece morir assai in uno convito insieme con luti li episcopi dii regno, fu electo re questo duca Federico, qual è morto questo mexe proximo passato, el la successimi over elec-tion sarà nel (iolo. Et molti dicono, hessendo morto il fiol di Cristerno, si potrà componer, dando la sorella per moglie a questo nuovo re. Durante la guera fra quelli do re, quelli di Olanda et Zelanda Captata ocasione hanno capitolalo el fata coni posi -lion con quelli di Lubech et lere circumvicine circa il frafegar per quelli loci, de modo che mollo se ne contentono et potrano Ubere negoliar che prima non era permesso, volendo quelli di Lubech, qual è lera potentissima, esser patroni di le fuzende clic si fano per quelli mari. È stà dito il re Christianis-simo haver mandato in Dazia per levar ilili fanti, che sono genie valentissima et exercilati ne la gue-ra de Italia, non hanno voluto acelar il par lido, stano ad obedientia ilei futuro re. De Turchi non se intonile altro sono apresso Neuslat intorno quel castello nominalo Giz, il castelli dii qual scrive non li temer niente. In Neuslat li era poco presidio, ma a li 5 furono mandali per Caziandcr bandiere 3 di fanti con alcuni cavalli quali hebeno Turchi incontro el eombalendo virilmente, al dispeto loro introno, de modo che più non dubitano, per esser la (erra molto forle. La qual non può esser combattila se non da una parte, elio ila le altre li è paludo. Sono slà fate alcune conine verso Viena et di qua de Vicna, ma non de importanti»; anzi se dico il capilanio Cozianer esser ussilo di la terra con una bona banda de fanti et cavalli, et haverli fugali el presi 5. Et bori si hebbe letere dii dito, fresche, che stano di bon animo, et non hanno bisogno di cosa alcuna. Scrive dito ca- 344* pitanio si faziano le provision sue con comodo, et non si melino in disordine per causa sua, perché il Turco potrà slar due anni a so piacer solo Viena, che non li potrà far male alcuno, perché I’ hanno mollo ben fortificala da uno mese in quà et fato do gaiardi fianchi. La Cesarea Maestà si dice partirà al