45 MDXXXII, APRILE. 46 Roma, et aspetta risposta. Il signor Gasparo dal May no deve conferirlo in Alexandria al governo, dove si trova a quella custodia da fanti 300. El signor Antonio da Leva non è ancora partito, come disse dovea andar. Da Oividal de Friul, di sier Marco Gri-mani provedi (or, di 10, ricevute a dì 12. È venuto a mi, mi ha ditto haver parlalo con uno di Gorizia, qual se partì da Lubiana già 5 giorni, et dice ancora erano lì li oratori dii re Ferdinando, et esser retornà el suo messo, andò a Constan-tinopoli senza salvoconduto. Dice che il vescovo de Lubiana, fatto viceré, partirla per Viena, et che era gionto lì a Gorizia comandamenti dii re Ferdinando che comandava le imposilion dii suo contado, che se dovea pagar questo setembrio proxi-mo, al presenie siano scose con ogni presteza. Et manda una lettera venuta di Venzon, di 6, scritta per Zuan Antonio Michesoto, qual li scrive in questa forma : Magni'fee etc. Da novo per hora non é altro, excetto la expe-dition di la resolution di la dieta ordinata a Rati-sbona per el giorno de San Zorzi, dove se rilro-verano Cesare et il fratello con alcuni altri episcopi et baroni ; ma par, per quanto se intende, che molti non voleno andar a tale dieta ancora che habiano comandamento con grandissima pena. Non so quello succederà. Tutte le terre Franche insieme hanno eletti tre ambasciatori a tal dieta. Circa el Turco se divulga che certo é per venir a li danni dii re Ferdinando, è spavento per tutto, ma fin hora non se intende che siano gionte gente in Buda, né in altro loco de Hongaria. Ben é vero che missier Bulfardo Pilex mercadarcte di Salzpurh heri mi disse che l’ambassador di Ferdinando non havea potestà passar, qual andava a Constaniino-poli, el che era ritornato in Lubiana, né sapeva dove el fusse, o li over ito altrove. Se sarà alcuna cosa vi aviserò. Di XJdene, di sier Tomà Coniarmi loco-tenente, di 9, ricevute a dì 12 ditto. Heri sera ritornò di Maran sier Piero Baion contestabile di una porta di questa città, qual mi ha referito che passando per la villa di Nogaro porlo di Maran, parlò con Gasparo Baldegara, provisionato olim nostro et al presente bandito, qual li disse quelli de Maran, per ordine dii principe Ferdinando, haver fatto taiar gran numero de roveri et altri segnati nel bosco de Zuin, dicono voler far galle solil a Maran, et li disse lui haver fallo uno modello di una gaiìa solil et di uno barzolo di ordine dii Principe, qual se dia mandar a Soa Maestà* et che le galie se dia far lì a Maran et a Trieste. Item, scrive haver hauto leltere dii capitanio di Gradisca, zerca le robe di Turchi, qual aspela la risposta dii re Ferdinando, et le manda incluse. Et una lettera haula da Venzon di Antonio Bide-nuzi capitanio, di 7, qual dice cussi : Magnifice eie. Eri sera sono zonti de qui quattro che vengono di Fiandra, et sono 10 ¡¡orni che sono parlidi da Ralisbona, dicono che la Maestà Cesarea se Irova de lì et viense, ha poche setimane da venire, et se trova tutti li principi di la Alemagna; et ha fatto venir 1500 fanti spagnoli et tìandresi, et li ha mandati in Vienna per meterli in su Tarmala. Et questi sono di quelli sono notadi el non voleno andar in armala. Vanno a soldar assai lanzinech et a la zornata si ha via a la volta di Viena, et dise assolila homeni d’arme assai, ma non sono |6 ancora aviati a Vienna. Altro non sanno dire. Ma, per alcuni vengono da le bande di Viena, dicono che Turchi sono aviati, et che avanti zonza la zelile messa da todeschi se aspetta da 60 milia Turchi a metter l’assedio a Vienna, che non inlri dentro sussidio de ogni sorta. Si ha che non è fornita come li bisogna. A la qual mi ricomando. Da Napoli di Romania, di sier Alvise Contarmi bailo et capitanio, sier Marco Moro et sier Zuan Alvise Salamon consieri, di 18 de fevrer 1531, ricevute a dì 12 aprii 1532. Come haveno una lettera di Alamber Para ilaiubu-lar di la Morea, di 29* zener : come alcuni homeni turchi vanno brusando et rumando el paese, pertanto hessendo reduti su questo leritorio vedesemo de piarli, aliter caValcheria eie. La copia di la qual lettera mandano inclusa. El vislo queslo terminono andar uno di loro in persona ; et cussi sier Zuan Alvise Salamon consier, atidoe con zerea 100 persone fra a pè el a cavallo. A li 5 dii presente se partì con crudelissimo tempo, et andato al Castrino a le 10 da mattina, inteso che 9 homeni scelesti erano redati in uno loco per la pioza dentro in ima grota dove dormivano ; li qual veduti dal monte li nostri smonlorno et andorno a piedi zerca tre mia sul monte, perchè non se poi andar a cavallo, et visti per le loro spie, perii dirupi corseno avisarli