701 MDXXXII, AGOSTO. 702 questo levante e veneti,inelli, tutti rellevati, li qual reducono quelle zurme di terra ferma, e senza questi hariano fatto male ; e si questi navilii can-dioti zonzevano avanti, bona parte di loro montavano su l’armata, fieri li schiavi de qui rimasti di Schander Celebi, qual è in campo, arnazono il suo protogero homo da bene, per il che fu sera la terra, et questi presidenti si messeno in arme eandono a la casa dove li schiavi erano fati forti in zerca numero 300; i quali mandono a dir che tutti l'aveano morto per la mala vita haveano da lui, et fu forzo a perdonarli. Item, per un’altra lelera pur di 9 si duol le sue lettere di cambio tutte non siano sta prese a pagar nel Gonseio di X con la Zonta ; e su questo scrive longamenle, ut in lilteris. Da Milan, di l’orator nostro, di primo Avosto, ricevute a dì 7 in Pregadi. Ozi è lettere dii Rizio secretarlo di questo signor a sguizari: che la dieta falla alti 21 dii passalo ad instantia di oratori cesarei non li è sta risposto con dir non erano venuti con quelle particularità voleano, e de chiarir il numero di fanti. E la cosa fu commessa ad un’ altra dieta si dia far ozi, in la qual etiam traterano di la vicinità con questo signor. Domino Stefano de insula da Lucera scrive che’l reverendo Vendano era zonlo de 11 accolto da quelli signori svizari honoratamente, fatoli gran demostration eie. Scrive essi svizari dubitano il re Clirislianissimo voy levar li fanti de lì per Italia, et saranno di opinion satisfar solum l’Imperalor o niun di loro. Di Franza nulla si sente nè si fa alcuna preparalion di danari; e questo afermano genoesi. Dapoi el partir di domino Andrea Dorla di Genoa con l’armata nulla se intende, il qual al suo partir in publico excitò quelli a continuar ne la union, i quali stanno di bon animo, et ha ordinà molli capi per custodia di la terra. De qui si solicila il pontifice si resolvi in pagar li 6000 lanzinech in Italia. Il pontifice aliega la povertà di Siena, la spesa di Zenoa el che’l duca di Ferrara non asentirà a pagarli. Sono gionli qui alcuni alemani creditori dii duca per conto di dona-tion li ha fallo Cesare ; porta lellere eficaze siano salisfati di scudi 4000. Dicono in Germania si ha lutti stanno di bon animo, et risponderanno al Turcho gaiardamenle, et lutherani è con loro e tulli generalmente voleno il Concilio generai per le grande diversità di le eresie vi sono. Di Ratisbona nulla si ha. Li fanti italiani, da numero 6000, sono in questo Stato, viveno a suo modo non havendo da- nari. Lopes continua a scriver le compagnie, ma fin hora non ha cominziato a dar danari. Di Verona, di sier Leonardo Justinian capitanio et vice podestà, di 6, ricevute a dì 7 in Prrgadi. Eri malina il marchese dii Guasto si partì da Peschiera con 17 bandiere di fanti et infinite bagaie ; Jandorono di longo al ponte a Dolze dove fono alogiati fino bore 4 di nolte. Immediate zonli tolsero la custodia dii ponte, di mano di quelli lo custodiva, el stanno la mità alogiali di là et l’altra mità di qua, non parlando di levarsi. Dimandano vituarie le qual li vien portate scarsissimamente per li mali pagamenti et portamenti fanno alli condulori, el sleteno con pochissimo pane et 278* vino che li mandai de qui, et dalle ville nulla haveno per esser lutti ftigiti. Li fornari qui non voleno far pan ; la mità di loro è fugili et si ha gran dificultà a cavar fuora forrnenti. Eri ne mandai 11 bote grande di pan. Quelli robano e malmenano li casoni; sono da 16 in 18 mile boche di boni homeni, fe-mene et bagaie, infinito numero de cani. Il marchese zonlo al ponte non dimorò niente, andò ad alogiar a Peri lassando le gente in sua discrelione perchè non si fida ili star con loro et con grandissima dificultà li condurà. Voleno prima si conzonzi con loro li 12 mile fanti italiani. Il marchese li ha promesso darli in compagnia, e ancora nulla di diti fanti si sente che siano ad ordine, e stando dove i sono daranno danno a questi lerrìtorii. Scrive insta l’ordine datomi eri pagai qui fanti 110. Ho inteso quanto la me scrive dii conte Ambrosio locolenenle dii capitanio zeneral di l’insulti fatti in questi tcrritorii a li soi homeni d’arme. Dubito io il contrario, pur si vederà. Christoforo Zazaia e il Tura cavatori andarano in Germania eie. Copia de una lettera di Verona, de 6 Avosto 1532, scritta a sier Marcho Barbarigo fo capitanio de lì, per Lorenzo Trun. A dì 4 dii mese presente me partii e andai a Peschiera a veder venir il marchese dii Guaslo, el qual è zonlo a bore 22 in Peschiera. Prima vene 8 muli cargi di le sue robbe e poi venne allri 8 muli, i quali dicono esser cargi de danari. Dapoi vene 8 ragazi tulli veslidi di veludo negro sopra 8 cavalli zanelti. Dapoi vene zerca 15 zenlilhomeni tulli veslidi di veludo con li soi coleli sotlo de corame recamadi d’oro. Poi venne el signor marchese sopra una chinea bella con uno sagio di veludo negro con li soi dopionini d’oro, sotto uno