557 reverendissimo de Medici partì de qui alli 8 per Alemagna, va a la via di Lorelo, et benché ne l’us-sir di palazone la piaza di San Piero a le hore 8 volendo remetere il cavalo suo turco, baio, dinanti di monsignor reverendissimo di Mantoa, facesse di sorla che’l si trovò in terra con molto pericolo, senza caduta di cavalo et rimeso senza lesione di la persona, subito montò sul medemo e andosene di longo a lo aiogiamenlo, non curando di male alcuno. Va proveduto di la provision sua particulare per 4 mexi, e per aiuto di l’impresa porla tra lettere e danari per 50 milia ducati. Il cardinal di Ravenna comprò la legation di la Marca per 19 milia ducati, exborsandone 15 milia di presente, il resto a tempo non molto longo, il Ghristianissimo scrive ultimamente qua a l’ambasalor suo, che’l debba ricordar a Nostro Signor la promission che fece Sua Santità al partir dii duca di Albania di Roma di far esso duca capitanio di l’armata da mare ogni volta che la Maestà sua facesse il medesimo in aiuto contra il Turco. Dize havia fato et decoratolo suo generale, però pregava a voler anche sua signoria farlo capitanio di la sua, ma però prima li comete conferissa con li reverendissimi Mantoa e Triultioli quali sono stati di parere, non si posendo a guisa nisuna sperare mai che’l papa revocasse la prima deliberalione, di dare le galìe sue sotto il governo dii Doria, come si sono date, non sia expediente di scoprir la intention dii re così apertamente per nome suo, ma che 1’ ambasador come da se ne buti parole con soa Beatitndine. Di Alemagna ne sono lettere dii reverendissimo Campegio di 27 : ohe il redi romani atendeva a presidiare le terre importante di Ongaria e di l’Austria solicitando l’im-perador de aiuto, la cui Maestà prometterla non mancarli, et come il Turco era tra li dui fiumi zoè la Drava et la Sava. Riporto del exploralor venuto da Viena. Io mi partii de qui da Udene mo zobia matina che fu ai 20 dii passato, et in 9 zorni zonsi a Viena, che fu un venere de sera la vizilia de San Piero ai 28 ditto, et steli a Viena alozato in casa di un mio parente todesco tre zorni, el poi il marti a bon’hora, che fu ai do dii presente il dì de la Madona, mi partii et in 10 giorni son tornato. Per strada a 1’ andar in là non vidi cosa da fare relation, solum trovai da 10 homeni da Fiume marangoni che andavano a Viena per conzar 1’ armada in Viena. Al zonzer mio non li era un homo da guerra, solum 558 i signori che governano et alcuni inzegneri milanesi soprastanti alle fabriche, et il giorno avanti vi era zonto il capitanio Cociaver qual vegniva da Presburg per solicilar la l'ortifìcalion, et nella casa dove alozava mi, li era alozato anche un suo lo-chotenente di Moravia usado su le guerre de Italia, qual sotto Fiorenza era capitanio de fanti, dal qual intesi et etiam dal mio parente et da tutti se disea turchi non esser ancora zonti a Belgrado, zioè il campo grosso, fin a quell' hora, ma ben esserli vicini, et tulli affermavano che’l passava 400 millia persone, el tengono per certo quei de Viena che’l vegnirà a quella impresa, tamen non hanno molta paura et par temano poco. 11 giorno dilla do-rnenega andai con quel mio parente per tulio intorno alla terra di fora via el supra li bastioni, la qual adesso che è buia zoso i borgi non è granda come Udene, et si lavorava intorno per lutto si ben era festa, et quelli che lavoravano al mio iu-ditio podeano esser da 300 persone de quelli di la terra, perché ancora non era vegnudo i villani a lavorar, quai tendevano a bater le biave el a condurle dentro, perchè havevanoauto comandamento di condur dentro il lutto più presto era possibile altramente sariano castigati el brusaloli ogni cosa, perciò vegniva dentro biave assà et altre robe e lutti quei della terra havevano falle grandissime masene per suo uso. Ben diceano che adesso i villani vegneriano tulli dentro e la maior parte a lavorar, et già haveano quei soprastanti alle fabriche fatto le compartide di le fosse, che restano a cavarsi et altri repari, secondo i villazi et homeni che ve-gnivano a lavorar. Viena a mi me par forle, ben che non intenda di guerra. Hanno fallo tre gran bastioni de muro benché non siano del tutto compidi, ma sono ben in forteza con belle case mate, et non manca troppo a cavar le fosse, qual sono alte et large molto, et li meterano poi l’aqua dentro per tutto, hanno ancora poi altri repari et bastioni di lolle in più lochi, ma i ge ne fanno un grande molto, et verso il Danubio dove é l’armada et li cavano le fosse intorno, qual balarà da una banda et da l’altra galantemente, et così ancora il ponte perché gli è a quella volta et più vicino a lui d’ ogni altra parte della terra. L’armada è ancora in terra, zioè 9 fuste o barche a la lor foza, per quel che ho visto, ma i dicono ben che la vogliono armar. La terra a quel che se dise da lutti è fornita de vi-luarie et di monitione et ogni giorno ge ne vien et per aqua et per terra, et mi ho visti 25 pezi de artel-laria grossa che haveano tolto a Cilanova el li me- MDXXXir, LUGLIO.