1005 mdxxxii, settembre. 1006 de voi c de mio fradello. De novo vi scrivo, come li turchi sono andati via, vero è che sono stadi perfino arenle Vi' na et son reinagnudi assai che quasi per ogni merlo si è una testa de turchi, et dapoi che inteso il preparamento che si fa et la gran zenle che se sono tolti via sicliè sarà forza andarli drio et li cavalli noslri sempre li segundino scara-muzando con loro e tuttavia i! campo si inelle in ordine per seguitarlo ben da 250 milia persone. Non altro. A voi tulli mi raccomando. A tergo : Al prudente homo Bastian de Santa de Maran padre suo in Maran. Del ditto proveditor, di Cividaì, di 23, ricevute a dì 25 ditto. Dapoi serilta ho inteso da uno citladin de qui degno di fede, che domino Nicolò di la Torre ha mandalo uno suo nuntio a posta da Viena a Gradisca, notificando il Signor turco certamente esser partilo. Questo a mi parse avisar. Del ditto, di 24, ricevute a dì 26. Ho auto da uno cittadino de qui una lettera scritta in Gorizia a dì 23, che fo cri, per Zuan Jacomo di Bo-nardo, in la qual sì contici) queste nove, et manda la lettera. Come si va a Raytimburg a far la rnon-slra per mandar zenle a Lubiana, e di nostri si manderà, quelli di Gorizia a Duin sono andati e il capiti)nio in persona, credo andarà etiam questo capitanìo. Di novo, il Turco in persona è stato su la campagna di Telovìa, et parte di la sua zenle a Morchpurg, questo è tre zorni de qua da Cil venendo verso Lubiana. Hanno brusato et amazati tulli quanti hanno potuto haver grandi et pieoli e done per fil di spada. Non fano presoni nissun. Sono venuti apresso Lubiana mia “20 italiani et apresso Achamach 10 mia a uno castello di lo episcopo di Lubiana. Dio ne difenda di le sue mani. Se dice le nostre zente ge vien drio, ma vanno piano, non fa tropo viazo al giorno. L’è do giorni non se ha aule nove di certo dove sia il campo grosso, nè se l’abbia preso Petovia o no, per rispello di questi cavalli che scoreno di qua. Di Caodistria, dii podestà et capitanio, di 23, ricevute a dì 26 ditto. Si è certifica la nova dii corer di turchi verso Lubiana, e corso fino alle Toplice, loco propìnquo a Lubiana, depredando il lutto el devastando et depopulando quel paese. Hanno fatto bollino grandissimo de animali et vituarie el sono reiratti. El si ha in con- formità per venuti da quelle parte de qui, die queste gente sono del campo venuto a Petovia et dì Petovia in qua a dretto camin. Da Corfù di sier Hironimo da Canal proveditor di l'armada, di primo Settcmbrio, ricevute a dì 26 ditto. Me partii da Ragusi per venir a queste bande et intesi a Capo di Lachi, come quelli di Dumo deva recapito a uno bregan-tin di Zerbi, di banchi 10, unde mandai sier Zuan Battista Grilli a lamentarmi a Durazzo el che questo era conlra la bona paxe haveamo con il Signor turco. Li risposeno dillo breganlin esser stato lì el la haveano cazato via el era piede e inlrarìa in ogni fiumara circumvicìna a salvarsi, tainen ho inteso li hanno dato viltuarie, el che l’era andato in mar a la volta di Barbaria, unde mi partii el lasai la galìa Grìta et Sagreda con ordine passasse di là verso Otranto, et essendo fusto, ritornasse di notte e facessi segni con fochi, el far tre imboseade verso la Valona, over Durazo, et per aver aviso nel Golfo non esser alcuna fusta. Et zonlo qui ho inteso passò per questo canal tre fu-ste del capitario Doria, le qual non haveano fatto molestia ad alcuno de li isolani. Questa malina zonse il schierazo del Saguri, qual a li 7 partì di Cotron cargo di fermenti. Il patron referisse esser nova de 11 che a Messina erano zonle molle barze portogalese, venule per seguitar l’armata cesarea. Scrive de qui ho trovalo ordine del durissimo ze-neral di restar a queste bande el mandar il capitanio del Golfo, qual è ussito di casa non del lutto risanato, a la soa guardia in Golfo, el qual andarà, et io mi leverò, stando in questi lochi circurnvìcini. Dii rmimento di Corfù e proveditor generai Moro, di 9, tenute fin IO Settembrio, ricevute a dì 26 ditto. Abbiamo aviso, a dì 5 la nolte, il capitanio Doria con galìe 40 si levò dii Zante, et havendo prima sorlo di fora, aspettando le nave e gaiioni da numero 40, zonle si levono insieme. Eri passò de qui due grippi uno grande et l’altro picolo, con fanti, vien di Puia per montar sull’ armata del Doria. Il piccolo si fermò qui, l’altro scorse via. El questi disseno il capitanio Arcon continuava expedir le zente e aspettava di certo l’armata porlogese ben in ordine. Il proveditor Canal è zonto eri de qui. Da li diti, di il, ricevute a dì 26 ditto. Scrive la nova dii zonzer questa notte qui il navilio de! Cucinari.cargo di fermenti, vien di Calabria. Referisse il palron_ehe al partir suo de lì, passò uno corier, qual portava nova l’armata di Porto«