421 HDXXXII, Oll'ONO. 422 Dii ditto, di là ricevute a dì 17 ditto. In questa hora è venuto de qui il capilanio Cesaro da Ravena, manda il suo reporlo, qual alias è sialo familiare dii strenuo domino Jacometo da Novello, qual referisse: come alli 11 dii presente a fiore 24 si alrovò in Salvalerra, loco montuano, con uno gentilomo spagnolo nominalo signor Navara, el qual dillo capilanio Cesaro li dimandò donde el veniva el quello era di novo, qual li rispose che’l veniva da la corle di la Sacra Maestà Cesarea, con lettere che andavano al signor Antonio da Leva e a lo illustrissimo signor duca de Milano, qual me disse haverle in manega, el ze in uno mazo, el ine disse alcune lettere le havea date al signor Antonio '62* da Levaj el le altre le portava a lo illustrissimo signor duca de Milano, et me disse queste lellere sono di questa sustantia : Come la maestà dii re di Pranza è d’acordo cum il Turco, et disse lo re di Pranza havea pagalo 25 milia sguizari, et che’l voleva vegnir presto presto in Italia, et la Sacra Maestà Cesarea scrive allo excellente duca di Milano che’l voglii ineler in orline le sue forleze, et non se debba dubitar di cosa alcuna che’l lo vuol defender, et li manderà 10 milia lanzinech et più s’il bisognerà, et ancora mi ha ditto il magnifico domino Antonio da Leva vadi a lo impeto permanente de francesi, el bisognando combater vorà combatano lì in Piamonle et farà suo forzo di ostare non vegna in Italia; ancora referisse lo signor Antonio da Leva, qual si alrova in Manlua, haver inlerlenulo alquanti capi italiani per far fanti. Da Verona di sier Christophal Capello, savio a Terra ferma, di 12, ricevute a dì 17. Ozi è stalo con lo illustrissimo signor duca di Ur-bin a veder queste fabriehe, qual mi ha dillo esserli venuto uno homo di la corte dii signor marchese, riporla quella banda de spagnuoli che era ari vaia a li monli di parmesana et resana erano stali fati levar, come il dillo signor marchese li ha dillo per conziongerla cori le altre gente sue, ^l che quelle si erano amutinate, non però altramente elio con dimandar danari a Parma et Rezo, el che li ambasadori di Parma erano andati al signor predino per questo, il quale persuadeva essi oratori che conzasseno quelle mutination con darli qualche summa di danari, el dilli spagnuoli erano da numero 2000. Scrive aver visto quelle fabbriche di Verona dii torion di San Felice e parte di la porta di San Maximo e di Calzari e sono siati per 6 boro a vederle, el sua Excellenlia ha ordinato quanto è necessario. Diman per tempo si andarà a far la mostra a Monlorio. Dii ditto, di 15, ricevute a dì 17. Giobia fo lato la mostra, fo a di 111, sopra una pianura di là da Monlorio a le compagnie dii signor Cesare Fregoso, signor Cantilo Orsino, il conte Mercurio et signor Alexandro Fregoso el Pietro Paulo Man-fron tulle armate in balaglia. Poi disnar fo fale le rassegne, el darà danari ; sicliè eri da la malina fin la sera et l’altro dì siete et sempre il signor capi-tanio zeneral, magnifico colaleral e lui, le qual zelile è sta Irovà meglio ad ordine di quello pensavano. Ozi le pagerà, doman se farà la mostra generai di queste ordinanze, el poi luni anderano col capilanio generai a Lignago a veder quelle fabriehe. Spagnoli sono dove erano quando si amulinorono, Il marchese dii Guasto ha haulo ordine di la Maestà Cesarea di far fanti 10 milia italiani e si lien si voi servir di quelli in Germania. j Di Pranza dii Venier orator date a Rem a dì 20 Mazo, ricevute a dì 17 Zugno. Questa Maestà fu al castel San Michiel, et mirò in Ber-lagna alli 9 del presente, et alli 10 seguendo Soa Maeslà andò per un’ altra via, et non si firmò fino a Chiateobrianl 10 lege lontano de qui, dove tutta via stà et starà per molli zorni con diversi piaceri, et Iratando di apropriar questa ducea al signor dolfin e farlo acelar per suo duca et principe, et questo si tratta con questi Siali di Berlagna con deslreza et dolceza, ma non è homo non si slruga perchè le serenissime regine Anna et Claudia feno conventione con il regno, quando fusse più di uno fiol mascolo dii re Christianissimo el secondo genito havesse questa ducea, et però questi si dohno assai non havendo parlicoiar principe e dicono parole di grande ardor el di futuro scandolo. Alli 15 gionse qui monsignor di la Pomaria oralor di questa Maestà apresso il re anglico, con lettere di credenza di quella maestà, et andò con l’oralor anglico qui residente a trovar il re, dove sono ancora, non so la causa benché abbi mandalo alcuni fino li alla corte, si dice sopra le cose zeneral di chri-stiani conira turchi, el che si questa maestà vorà andar quel re anglico li faria compagnia, cussi si dice. Questa Maeslà stà lontana di ogni negolio no 1’ ultima parte dii regno, dimostra non curarsi di alcun interesse di la chrislianilà, dice non voler ussir di la Bretagna bassa più di 200 miglia lou-