01 MCCCCCIlIj SETTEMBRE. 92 -45* e li cardinali li hano risposto indusiano lino doman, che sarà electo il papa, e romani si parti cridando. Et eri si reduse l’orator noslro e-quel dii re di romani, e deliberono francesi non intraseno se non per forza, el feno sbarar le strade, e fo crid'ito tutti ve-nisseno con le so arme, e fo dato la campana di Ca-pitolio, et hano mandato a chiamar el signor Prospero e li Colonesi sono li apresso, e li Orsini e l’Alviano sarano da matina in Roma. Sichè, lutta la terra è in arme; si dice che francesi non li basterà 1’ animo a intrar. E monsignor di Trans orator dii re in questa terra è andato in campo loro. Et noto: eri l’altro fo gran remor tra francesi e romani in Roma, e fo amazati alguni francesi e molti svalizadi, unde si dice francesi si voi vendichar. Ditta littera vene a Veniexia in bore 34, scrita per sier Filipo Capello di sier Polo el cavalier. In questi zorni, come si ave per lettere di l’orator nostro in Alemagna, a Yspruch, el marchexe Hermes, lo fratello* dii ducha Zuam Galeazo di Milan e di la raina di romani, morite da febre e tluxo e mal franzoso, e li fo fato exequie degne. In Dalmatici. Per turchi fu fato certe incur-sion in quelli territori), che mai non mancha, e me-nono via certe anime. In questo mezo, il signor Bortolo d’Alviano fè certa liga di alcuni a recuperar i loro stati, videli-cet Orsini, Colonesi, Savelli, Urbin, Camarin, Rimino, Pexaro, Bajoni e Piombili; el Vicenzo di Naldo capo di parie di Val di Lamon si sublevò, et con 400 provisionati andò verso Rimino a far cerli danni. A dì 26. Zonse in questa ferra sier Beneto Sanu-do slato orator al soldan, con la galia curzolana, et di bordine di la Signoria nostra andò in Pregadi e referì la soa legatione. Et conclusive, nulla havia obtenuto da conto, per non'esser cl soldan sla belilo in signoria. El come a dì 17 aprii el zonse al Cayro, a dì 29 ave audientia secreta, a dì 8 mazo vene sier Vicenzo Soranzo orator di Cypri con li tributi, el in questo esso orator fè far certo resto e quietation di li tributi passati. E che ’l soldan, nome Campson Gauri, à anni 55; et presentò una sua lettera in rabesco, qual poi fo translatada; el che a dì 13 lujo andò dal soldan in castello per luor licenlia. El qual lo fece vestir di una vesta d’oro e di seda, fodrà de armelini, ne la qual erario tessude queste lettere in moresco, parendo che ’l nadrages parlasse cl dicesse: « L’ è vegnudo dal gran soldan comandamento » a l’obediente del soldan. et si ha comandato che » dovesse lar a Benedeto Sanudo ambasador de Ve- » nexia, et lui ha asentido la nostra parola, et cussi » è sta fato come ha comandato ». Item, esso soldan manda a la Signoria alcuni presenti, videlicet benzui, aloe, 5 fesse, porzelane 19 et 0 scudele, et duo corno de zibeto et la vesta sopraditta. Item, parlò di le cosse di Coloqut et il soldan disse non poler far altro al presente. Or è stato a Rodi, e conclusive, nulla à potuto far, nè per lui à nianchato. Fo laudato dal principe. 4G A dì 27. Vene lettere di Roma di 23. Come non lii fato scurtinio fino el zuoba, e fu fato uno e Santa Praxede fo mejo, e San Piero in Vincula li manchava do voti. Poi fu fato il 2.°,*} il Vincula ave 15, Napoli 14, Roam 13, Agrigentino 13, e Ascanio disconzò con Roani con Ir* il Vincula, e Siena non fu nominato, ma poi nel 3.° tulli d’acordo lo elezeno papa. E messa la bandiera fuora: Papam habemus, tutti li cardinali li andono a basar e darli ubidientia, e poi fo conduto in San Piero, e lutti li basono il piede, e tutti li cardinali andò a caxa, e questo fo a dì 22. Poi, a dì 23, esso orator noslro fo dal papa con li cardinali veneti, e soa santità li rin-grationo dii favor datoli ; et poi parlò di Cesena, la Signoria feva mal a voler luor le terre di k Chiesia, etiam far contra Valentin, eh’ è ricomandà al re di Franza. E l’ora lor li rispose e justifichò la Signoria di la cossa di Cesena, era per darla al Colegio di cardinali etc. et il papa seia rise. Et che havia tolto do cardinali a star in palazo, videlicet Ascanio et San Se-verin. El qual papa nome papa Pio III.0; et che non havia voluto dar vituarie a’ francesi 11 ducha è a Nepi, qual à voluto vituarie di Civita di Castello per dar a le so zente, et non le hanno potuto haver. Item, che in concistorio è stà fato molte constitulion, videlicet che più non si fazi cardinali se non per ballote in concistorio, et questo sino non si redusi al numero di 24. Item, di 24, scrive li nostri cardinali aver bona fama, videlicet Grimani e Corner, e che San Piero in Vincula l’ha ringratiato dii lavor, dicendo saper ditti cardinali hanno auto gran promesse, ta-men mai hanno voluto aceptar. In questa matina do fioli fo dii signor Zuan Francesco di Gonzaga, zermani del marchexe di Mantoa, fono a la Signoria. Voriano conduta. El achadete in chiesia di San Marco, che sier llironimo Donado qu. sier Nicolò da la Becharia, fè certe p >zie e fu fato prender e mandarlo. Da poi disnar fo Consejo di X, et preseno una oplima parte, videlicet che tre volte a la septimana li capi di X dagino audientia, e prima a li oratori de le cita. Item, de ceetero non se impuzino si non in