171 MDXXXH, MAGGIO. 172 1532, a dì 10 mago. In Collegio. Dimandalo a lo ¡lustre signor duca de Urbin dal Serenissimo, se ’1 credeva che ’1 Turco questo anno dovesse fare impresa alcuna, et per che loco et quanto I’ ha s’avesse a temer, rispose a la prima parte che ’I credeva de si, et adusse questa ragion, che non facendo impresa, havendo data fama de volerla fare et havendo già preparate tutte le cose necessarie, saria un perder tutta la r.eputation dii loco. Disse che se in Vienna verso Alemagna, ancora che sia contra la ragion de la guerra in questo tempo nel qual l’imperator se trovava in quelle parte tentar quela impresa, ma pur per non haver magior inimico de quelo per molti rcspcti, nè havendo magior armata de quelo che si dice, el credeva che facendo impresa el facesse questa de Alemagna, la qual però non si dovea mollo torneisi per il valor di quela nalion, come per i sili dei loci molto più comodi senza alcuno dubio a 1’ ordinanza et modo de combater de alemani, havendo la magior lor forza ne la fanteria, che non sono a quela de Turchi che riponeno tutte le lor speranze ne la caValeria ; soggiungendo, che se già con tanto exercito con quanto se dice che viene a la opugna-tion de Viena alora sprovista et defesa da poco numero de boni fanti, se ritrasse vprgognosamente adietro senza poter far cosa alcuna, bora era molto più da credere che questo suo disegno debba riuscir vano, hessendo molto meglio prevista che allora et difesa da mollo magior numero che non fu in quel tempo. Il qual maggior numero se non fusse per altra cagione saria per questa, che ornai quela nation non temerà così come temeva per lo ■ inanzi, nè stimerà questi turchi tanto spaventosi quanto li stimava prima che havesse veduto con quanto poco honor erano riusciti da la prima impresa de Viena. Ne la qual impresa disse de haver baluto con l’artiglieria hor una parte de la cita hor T altra, el quel continuo tiro de archibusi de zorno et note sono assai chiari argomenti che hanno poca pratica de le cose de la guerra, dicendo che finora non hanno combattilo con homeni, et che quela ex pugna (ioti de Rodi che parve così gran cosa a molti appresso christiani, et che li dele tanlo nome et lo fece tanlo spaventoso li confirma la opinion sua, perciochè quela cita si tene molto più di quelo che si dovea lener, essendovi el Signor in persona con tanlo exercito, et poi che quei capi che se atro-vorno dentro a la difesa, li quali hanno in Ilalia multi superiori et eguali, furono alora per la coni-paration reputati sopra tuli et quasi facti dei, et che per ciò non si dee mollo lemer, et che li bastava l’animo con 10 milia fanti italiani et allretanli spagnoli electi per lui con una banda de lanzinechi, romper in una giornata el Turco per polente che ’1 fusse, et con questo stesso exercito, se la guerra andasse al longo, non polendo guadagnar de quel de l’inimico, non voler perder del suo in questa parte. Fu domandalo quanti boni fanti se polriano frazer de Italia, el qual è miglior de le 4 fanlarie, italiana, spagnola, sguizara el lanzenech. Rispose a la prima che de Ilalia non si trazariano più de 10 milia boni fanti ; a la seconda, che il fante spagnolo buono et buono italiano è quel ¡stesso et dii medesimo valor, el qual però comprendendo el 1’ uno et P altro, non pò farne cosa alcuna grande senza lo aiuto de lanzineCb. Et di questo addusse do ragioni, la statura dii corpo, che per el più è maggior de li 64* prediti, el il lenir curta la picca, donde vien poi che se va conira l’inimico con maggior urto et impeto che non vanno o el spagnolo o l’italiano, et che in una giornata a riportarne vKoria è così necessario questo lanzinech che senza lui non si dee sperar di poter far cosa buona, el qual per esser dii luto perfeto ha appreso in queste ultime guerre quelo che li mancava, che è il modo di scaramuzar spagnolo. Il sguizaro disse che è mollo hon quando è conduto per far zornata un zorno determinato, come quelo che non terne la morte et va arditamente ne li pericoli, ma che stando poi su la guera se invilisce et diventa da poco. Concluse finalmente dicendo ehe’l non volea dir tutto quelo che egli credeva di qussli turchi, per fugire la imputatone che li potesse esser fata de presuntuoso, che non havendo non pur combattilo con loro ma vedutoli el ne parlasse a questo modo, dicendo che questo era ¡1 vero, che mal se potea iudicar de le forze de queli con li quali non se ha-vea gueregiato, ma pur che l’ardiria dir così per quelo che gli havea potuto comprehendere da le imprese fate per loro, dicendo sempre che hanno poca pratica de guerra, et che da christiani non se deveno temer tanto quanto se temeno, mostrando con gesti, molto più cìie con le parole questa sua opinione. Disse poi, che si ben bora il Turco per sua utilità non ardiria scoprirse nemico de questo illustrissimo Stado, che però dovendo uscir l’armala l'uora, come si dice, ancora che non sia così terribile, come si suspetava, che laudava suinamente P armala nostra da mare si per securtà de le cose