1 MDXxxir, trovar per ¡1 mese di luio sopra le bande de la impresa presente. Da poi venuta la nova di oratori del Sofi, questi cominciano più a sollecitar le cose del campo di quello (accano, sichè al tutto ragionano ussir per lutto il futuro mexe. Et queste è in zifra. Scrive poi, tenule fin 28, sono parlile tre galle et Curtogoli die partir con do altre immediate, et cussi anderano spaiando di giorno in giorno. È fama esser fuori molti corsari, et do barze grosse del Doria, che hanno preso alcuni rravilii turche-sebi, et questo fa molto sollicitar. Scrive ha auto li comandamenti al sanzaco di Bossina e cadi de Scardona che le barche vanno a li molini non siano impedite nè datoli angaria alcuna, et uno altro al sanzaco di Carzogo. Altri comandamenti in la Mòrea rechiesti et altrove ha obtenuto non so-lum generali, ma particulari. Scrive facendo .... questi zorni il magnifico Imbrain bassa, come be-gliarbei de la Grecia, chiamò Janus bei dragoman et li disse, voria che andasti da l’ambassador et dirli che a la Parga si atrovano alcuni mei parenti, i quali desiderano venir qui da me, voria che’l scrivesse li fosse data bona licentia. Lui rispose senza questo signor el sarà fatto; disse il bassa lo fazo per maggior favor; el il mio dragoman era li presente et dimandò il nome, rispose il bassa lo mandaremo, tamen ancor non è parso altro. Del ditto di 11 ricevute a dì 9 maso. Come havia ricevute nostre di 7 febraro et a li 3 di 24 ditto fo con il magnifico Imbrain et li comunicò il tutto. Soa Magnificentia disse l’imperalorha mollo tardato a partirse de Bruxelles, et poi parlalo sopra le ville spalatine, ordinò li comandamenti. Quelle lettere di 24 zonle a li 8, a dì 7 fo dilto bassà ne-pote esser il zorno avanti, perchè el restò dentro dal Signor et salutò Soa Maestà per nome de la Signoria, ringraliando del comandamento ordinato per le galle di Alexandria ; fo ordinatoli el di-toli l’imperator era zonto a Magonza, poi anderia a Ratisbona a lenir la dieta solicità cusì dii fratello. Lui dimandò : che si trala in queste diete ? Rispose : credo cose de luterani e altri bisogni di stati. Disse esso bassà che opinione è quella di luterani et se è molto differente da noi cattolici. Rispose : Assai. Disse chi è stato più contrario a la chiesia di Roma: di spagnuoli non ha aulo inconveniente a sachizarla, spoiar et robar le chiesie, far preson papa e cardinali con lanlo vituperio, come è fatto, qual è maior inconveniente questo ovcro se fossero stali turchi I questo è cerio adunque loro sono più contrari alla vostra fede di quello siamo maggio. 190 nui, che havessnmo auto maior rispetto che loro. Poi non è lui causa che habiamo ruinà 1’ Ongaria et certe chiesie quale sono sia disipate. La seconda fin che siamo stali e ancora non cessa che taziamo pezo, che iniuslilia fo quella di Fiorenza! et qui di-solse dimandando li moli et nature di spagnoli, et si sforzò mostrar che i meritava esser in odio di lutti li cristiani. Poi disse chi è questo Ferdinando, el disse la dieta dia esser falla, et la Signoria ne darà aviso del successo. Disse a bon proposito che l’imperator bavia mandà danari a Ze-noa per armar ; el dimandò il bassà quanti danari. Risposi : Non sapeva. Poi disse quante galie potrà far Genoa, e quante lo imperator; risposi non sapeva. Poi dissi la illustrissima Signoria ha deliberà di armar. El il bassà non disse altro ; ma disse ho nova che vien tre ambassalori, uno per il papa, uno per Spagna, il terzo per Ferdinando, né sapeva se era vero, el che 1’ haveano mandalo il salvocon-duto, et che inlenderiano quello sapriano dire. Disse esso oralor leniva i veneriano con qualche bona resolutione, perché ogniuuo desidera la pace con questa imperiai Maestà. Rispose il bassà, ad ogni modo il Signor volle ussire, e il campo ussirà a li 20 di questa luna, che sarà per ludo questo mexe e sarà finito il presente ramadan. Iddio disponghi le cose al mcio. Scrive di la bona mento nostra li ha imposto, sichè li par veder non habbiamo suspilion alcuna, et sempre parlai) de la Signoria nostra come di sé medesmi, et sono sali -faclissimi. Zerca il reveiino fallo a la torre di Sa-Iona ha laudato quanto è slà fallo. Zerca il relor di Schiati parlerà occorrendo il bisogno. Quanto a le occorentie partirà quelle poche galie con il fratello di Curtogoli, lui è morto et lo chiamano cusl. È stato l’amico a parlarmi, et mi ha dillo mancano remi per 20 galie el si hacomandalo con sollecitudine per averli. Quanto a fostani et sartie i non ne hanno ai bisogno, et le galle sono palmate el a la riva. A me pare le cose ora vadino un poco pigre, nè ancora le zurme appareno. El dillo dice barano bastarde 21, sotil 34, galeote 5, et quelle di Gallipoli sono sotti! 21 el del Moro 9, poi li corsari come scrisse, nè si mandi tal avisi. L’amico dice ha inteso, 1’ ordine è che falla la massa vadino a Modon e passino lino in canal di Corlù el lì bave-rano ordine de moversi. Secondo li avisi per tulio questo mexe se dice la non sarà tutta fuora. Con* ferma dii salvoconduto fallo a li oratori, qual è forma mollo contraria a quello disse il reverendissimo Griti che non uderiano oratori) nè l’archi- ♦