979 mdxxxiì, Settembre. 980 Di Brexa, fo letere do di quel podestà sìer Francesco Morexini. Di cerli casi seguiti do li, videlicet uno foco poslo ¡11 una caxa apresso il ve-scoado, P altro uno homicidio di Piero Campana, homo di anni 80, di quali aviserà, habbino lire 800, et sapendo li delinquenti, bandirli eie., con taia de lire 800, ut in parte. Ave : 170, 4, 9. 383 Dal Zante, di sier Matto Barbarico prove-dito r, di 28 avosto, ricevute a dì 19 setembrio. Non è ritorna ancora il messo mandai a Modon al capllanio di l’armala turca per rt haver la galla Ze-na, che tolse Curlogli, el ne ha mandato uno altro messo, con letere dii carissimo zeneral. Le zurme de dita galia Zena è de qui, et le inlerlengo con darli il pane, lino habi ordine dal zeneral. Eri zonse de qui il proveditor Pasqualigo con 8 galle, computando la soa. Da poi scrila è venuto uno albanese da Modon, mandato de lì per causa de le schiave sono ¡11 caxa de domino Jacomo Seguri. Iteferisse, sabato passato 24 de l'instante, essersi partilo a mezo zorno di Modon, el che a l’alba quel giorno passò tuta F armala (urea per il canal Ira Modon el Sapienza, la qual andava di longo, el alcuni di quelli turchi da Modon dicevano che l’andana a Coron, altri dicevano de non, ma che l’andana de longo a Costantinopoli. El che lì a Modon era Alulfi Chiecaia con IO galle el una l'usta, il qual subilo se levò el andò drio dita armala, dicendo che a Coron erano altre G galle, el che ’1 non sapeva se la galia presa et li altri navili similiter presi, fosseno a Modon si over non. Scrive, haver dato comission, non trovando il capilanio de l’armata a Modon, l’andasse a Coron, el però non è ancora tornalo. Da Linz, di Vorator nostro, di 16 hore 2 di note, ricevute a dì 21 dito. Ho differito a scriver za do zorni, per esser mutale le cose IO volle, et per confirmarmi con la verità, el ho inteso, quello di gora che io scrissi, di boca dii serenissimo re, ha-vendo inleso il levar de l’armata (urea per letere dii suo oralor a Venezia et da altri, et il partirsi dii Turco, la Cesarea Maestà expedì il marchese de Ancise el altri verso le gente dii capilanio Maramaldo el altri venute de Italia, sono in camino, che non venisseno inanli. El la maliua poi sopra questa piaza et per le strade fu falò cride li fanti alemani soto Maximiliano el Thamisa, per il iuramenlo fato et soto gravissime pene dovesseno ritornar a Pala-via, dove erano li soi capelanei, et li haveriauo il compito pagamento che restano haver dii suo servir. Et si ragionava mollo dii venir de la Cesarea Maestà in Italia cl di cavalli 1000 Turchi che feno la coraria qua vicino ; el se diceva erano serali in uno bosco poco lontano de qui el non polean fuzer. Il signor Ferando Gonzaga, et il marchese dii Guasto caminorono a quella volta uno giorno et mezo sperando de haverli, el fu termina questo serenissimo re con li spagnoli et italiani et altri, andasse a la recuperatoli de Buda et altri loci di qua dii Dra-vo. Et che la Cesarea Maestà venisse presto in Italia el si aboccasse col Pontefice in Bologna 0 altrove più vicini, el poi passar a la fin de oclubrio in Spagna. Et Cesare disse al duca di Alba : Duca, duca, che direte voi se questo oclubrio fosseino apresso le nostre moier? Et rispondendoli che questo li parea impossibile, disse: Se non per luto oclubrio, spero cerio saremo manzi mezo novembrio. Nè di altro si ragionava che di questo. La sera poi al lardo gionse nova, che fè star ogniun sopra di sè, che ’I Signor Turco era firmato a Graz con luto lo exercito, et l’assediava, de modo che luto è muta in uno ponto. El capilanio Honcadolfo beri si parli con fanti 7000 per andar a socorer Slrigonia, et spera baler quelli li è intorno. Le zenle è a Patavia si fanno soprastar. Il re partirà diman per Viena, et fin do giorni l’imperador etiam ambirà, di dove non si voi partir, se prima non fa retirar el Turco. Et dice voi monslrar al mondo che ’I non fugge el condilo, et partendosi, venirà in diligentia in Italia, per passar in Spagna. Di Graz non dubitano nulla. Eri sera gionse qui il marchese dii Guasto, venuto per consultar di la guera et è alozato a Crems. Ha falò taiar la testa al signor Hironimo da Leva hispa-110, capilanio di fanti, di ordine di Cesare, per aver dà la relation falsa che non era fanti spagnoli 50U0 et li robava il più fino 7500, et si questo non era li fosse taià la testa. Fala di ciò quertlla, Cesare con il marchese predilo ha voluto se mandi a far la risegna, et non li trovando, li fosse taià a lui, et trovono esser spagnoli da guera 7036, el altri dicono havea poslo ordine un zorno se levasse el campo a rumor, et in quel mulinamento, 4 soi ar-chibusieri amazasseno il dito marchese. Da Udene, dii locotenente, di 19, ricevute a 353* dì 22, da matina. Si verifica la nova di quanto scrissi, dii corer Turchi verso Vilaco. Eri si ave poi avisi certi un’ altra grossa banda haveano corso luto il conlà de Cil, et questi non sono queli hanno corso verso Vilaco, ma vengono da banda di Ro-cbimpurch el Pelovia. Et si questi vorano venir più di longo, starà a loro, perchè a l’incontro non hano contrario alcuno. Dicesi per alcuni lodescili, venuti di Lubiana, che Turchi haveano mandalo una lerzu