203 MDXXXJI, MAGGIO. 204 orar a Dio, Della vera essenlia et immortalità del-l’anima. » TJnde messeno concedergli la gralia. Fu posto, per li Savii ai Ordeni, non era sier Zuan Barbarigo, dovendo una nave di sier Agustin Griti sia servito di quello el voi di l’Arsenal, lassando tanti contadi per pagar il mendo, ut in parte. Ave: 138, 0, 1. Fo lelo una 1 etera di sier Andrea Griti podestà et sier Nicolò Morexini capitanio di Vicenza. Scrive vien de qui per melersi a la prova dii colaleral zeneral il magnifico cavalier domino Francesco da Porto, et lo laudano assai, ut in lit-teris. El qual al venir di Pregadi era a la porla et si mostrava. Fu (olio il scurtinio di V iudici sora l’ixola di Pario iusta la parte, et tolti numero .... si seu-sono molli per esser in offici coti pena, sicbè resto-no soìum da poter balotarsi. Et iterim mandalo a far un allro scrutinio, io Marin Sanudo fui tolto primo et alcuni altri. Io mi scusai per esser di VII Savi con pena et cussi fè tre altri, et nula fu fato. Veneno fuora di Savi, et per Nicolò Sagudino secretario fo lele alcune lelere drizale a li Gai di X per deliberation di quel Consiglio con la Zoiita, videlicet : Da Spalato, di sier Lunardo Balani conte et capitanio, di 10 aprii. Dii venir 11 di domino Nicolò Querini fo di sier Vinciguerra, contesso dii reverendo domino Alvise Griti, qual ha hauto la Poliza, voi Clissa el Segua, datali per il re Zuane di Hongaria et confirmata per il Signor (ureo. Et li mostrò il comandameuto dii Signor et la commis-sion dii Griti, dicendo haver ordine, hauto Clissa, ruinar il castelo falò a Salona. Et li portò letere di sier Piero Zen oralor nostro di Costantinopoli in soa recomandalione, voi aiuto el favor eie. Item, sier Zuan Diedo proveditor zeneral in Dalmatia, scrive in conformità, utsupra. Item, una lettera di sier Fiero Zen, da Costantinopoli, di 20 sener, di questo, scrita a li Cai di X. Item, una lettera di 13, dii prefato conte di Spalato. In questa materia. Item, una lettera dii ditto Nicolò Querini, scritta al Serenissimo, voi li mandi ducati 500. Item, una lettera dii ditto, scrita a li Cai. Si duol dii conte di Spalato è stà caxon non babbi hauto Clissa, qual li homeni haveano tolto termine a darsi zorni 20, poi intesene da Spalalo lui era turoho, et il conte ha lassa intrar vituarie eie. Se lauda ben dii Diedo proveditor zeneral di Dalmatia, et se duol si parli et vengi il suo succesgor. Da poi fo lelo una lettera dii conte Piero...... data in Lapoglavo a dì 25 aprii, latina, dri-sata a li Cai di X, et è di credenza. Manda de qui domino Nicolò de Andreis castelan suo in Lapoglavo et si sottoscrive : Petrus Crosovich Clisa?, et Poglaviae comes. Da poi il Serenissimo se levò et parlò mollo acortamenle, dicendo el dolor et la passion che ’1 sente, a veder, hessendo quelo l’è per gralia de questo Excelentissimo Stado, el udir le malerie se Irata, nè ha passion maior mai hauta di questa, ma non poi più, questo so fiol voi far a suo modo, non poi far altro. Da una banda è il Signor turco, da l’altra l’imperador et re di Romani, et so fio è mezan, pacientia, dicendo haria refudà la bareta, se non era di far dir de lui, con altre parole, che mosse a passion tutti. Poi disse non voleva far questa relation, ma parendo cussi a li Savi, la farà pien de amaritudine eie. Et disse, la vizilia di la Sensa, hessendo in la soa camera avanti vesporo, il secretano de P oralor cesareo, dicendo il suo orator voleva parlarne, li rispondessimo li nostri ordeni non vuol parlemo a niun senza i Consieri, ma quando i venirano lo aldiremo mollo voluntieri. Rispose è per cosa de importantia. Hor zonti li Consieri, Cai di X et Avogadori, vene P orator da nui con uno messo dii conte Piero .... et ne presentò la lettera che è stà leta, et poi disse che ’I suo signor conte pregava questo Stado li desse aiulo de vituarie a Clissa etc., dolendosi che ’I mandava una lettera in Clissa e fu presa da una noslra galia. Et cussi parlando ne dimandò se eramo contenti che Clissa fosse de nostro fiol, li risposimo presto ma de no. Non podessemo far altro che dir cosi. Et quanto a dar vituarie, questo Stado era in pace col Signor turco et con la Cesarea Maestà, el non se impaze-mo in questo, et che non se poi far altra risposta senza i Consegli. El quanto a la lelera non credemo perchè lo ssvessemo, et se nomina la galìa casligave-semo el soracomito, et con tal parole hinc inde dictae et 1’ ambassador parlò etiam si andò poi a vesporo, el qual da poi ha solicità la risposta. Disse iterimi dolersi semo in tal travagi et esser nominato suo fiol. Commemorò quelo ha fato per questo Stado non in campo che saria niente, ma quando P era a Constantinopoli, che ’1 perse la robba et in pericolo ogni dì de esser impalato. Et se in quel tempo el lece ogni cosa a beneficio de la patria, che dovessamo far adesso lenendo questo luogo? con altre parole, che commosse luto el Pregadi. Fo leto prima la comission dii Griti al Querini,