1031 MCCCCCIV, MARZO. 1032 dinal Michiel a petition di papa Alexandro et di Valentino, sicome lui ha confessato. Dii ditto, di 17. Come, avanti il papa venisse in capella, chiamò a sè molti cardinali fenzando consejar a chi dovesse dar la rosa consueta dar in tal zornata, tamen havia deliberato darla, come à dato, a li oratori zenoesi, licet molti oratori di diversi potentati fosseno lì, et il ducha di Urbin et il prefetin. Tamen ha voluto darla a dicti oratori, a li qual ha fatto grandissimo honor. Alozano in palazo e li fa le spese, et etiam ogi à disnato con soa santità a Belveder con altri cardinali zenoesi. Etiam a li oratori di Saona prceter solitum a l’intrar li han honorati, mandandoli contra la soa fa megli a e di altri Cardinal. Item, il papa atende a mandar 3000 fanti verso Romagna per le cosse di Forlì. Di Valentino, si tien sarà liberà, et ha scrito a molti di soi è in Roma non si accordino con altri. E il Cardinal Santa Croce à mandato a dir al papa non voi più star lì a Hostia di 40 zorni, et zà 34 è passati. Item, lo episcopo di Pazi, designato orator in Spagna, è expedito in tepida mente (sic). E l’orator yspano è malcontento di questo papa. E in corte si fa poche facende. Li merchadanti non fanno nulla. E la gran carestia, parte a tempo di Alexandro processe, per malicia, e hora si dice procede per la incuria dii pontefice etc. Dii ditto, di 18. Come ricevete nostre di 14 di non parlar più al papa in materia di lochi. Lauda tal deliberation, perchè il papa è di natura che chi se li va apresso el fuze, e chi fuze si li monstra più amico. Et vien ditto de lì, che la trieva fata tra Franza e Spagna, è stato causa la Signoria nostra. Item, ogi è lettere fresche di reame che ’l gran capitanio voi esser contra Loise d’ Ars, e molli zenthilomeni foraus-siti dii reame, tra li qual li Charafeschi, è ritornati a caxa loro e (ha) reabuto il suo. Item, il papa atende a le cosse di Valentino, e il Cardinal San Zorzi non frequenta andar dal papa come prima feva, o faza per queste trame di Forlì perchè soi nepoti è in odio a’ forlivesi. Tamen è molto collegato col thesorier Castel di Rio, et hanno tolto in la soa factione el Cardinal San Piero in Vincula, qual è zovene e tardo etc. Item, ogi è intrato in Roma secrete la profetessa madre del prefelino, atozata in caxa di domino Fazio datario dii pontefice. Item, avisa è mexi 22 è fuora ; suplica la Signoria sia provisto el re-patriar. Di Rimino, di 21. Come più volte è molestato zercha el modo di far li officj. Item, à cressuto 10 provisionati al Cesenaticho e impito la compagnia di Schiaveto dal Dedo. Voi proveder a Santo Archan- zolo e Savignano, e però se li mandi danari. Et quelli di li castelli non voi far le factione, dicendo sono exempti. Item, bisogneria cavar quel porto, però è bon di lenirla, e maxime è da conzar una palada che ruina il Porlo Cesenaticho etc. Di sier Zuan Maria Mudavo capitanio di la riviera di la Marcha, date a Rimino a dì 19. Lauda la licentia datoli di ussir di quel porto, per le molte contrafaclione si fanno; ma non hanno pan ni danari ; et aricorda la fusta picola sia con presteza eonzata: e voria per questa estate'una fusta da ban-cho over uno brigantino, perché quelle fuste ha è pegre e sinistre, e li contrafactori usano fusti prestissimi; a li qual per niun modo, li poi obviare. Di Verona, di sier Anzolo Trivixan podestà, e sier Francesco Mozenigo capitanio. Come dii mexe di fevrer vendeteno certo loco aperto soto l’abitatimi di zudexi di esso podestà, qual è inutile, quasi reducto a latrina, per ducati 220 a Midano dei Z;inchi et confirmalo per lettere di la Signoria nostra di 14 fevrer. Or al presente la comunità manda oratori per questo elfecto, e però avisano il loco è di la Signoria ut in litteris, et manda certe allegatone fate per l’avochato di camera ut in ea, con il disegno; e avisa li danari fono mandati a 1’oficio dii montenovo. Da poi disnar, fo Consejo di X con li savj e altri, expulso ut supra sier Domenego Bolani el consier e altri papalisli, credo in materia Romee per le cosse di Forlì. Nescio quid; unum est che questa' matina vene lettere di Faenza, qual el principe le lexè, e se risalvò lezerte ogi nel Consejo di X, e credo era una scrive il signor di Forlì al prefato proveditor di Faenza. A dì 24 marzo. In Colegio. Vene l’orator di Verona domino Ogniben di Bra doctor, et presentato lettere credential, expose il dolor di quella comunità zercha esser stà venduto, per li rectori quel loco dii palazo etc. Or il principe disse non volevamo che ’l fusse stà venduto, e li danari sariano restituiti. Item, disse di zenthilomeni hanno possession sul veronese, par sia astreta la comunità per li proveditori sopra le camere. Li fo risposto se intenderla la cossa. Vene uno orator di la comunità di Faenza, nominato domino Jacopo di Paxii doctor insieme con domino Venerio, et portato lettere di credenza, par-loe zercha Oriol che la Signoria par ha hi concesso a quelli di la Valle, qual è exempti perpetui ; et che le juridition di Faenza siano servate, perchè Oriol è una bastia a Faenza, el qual preso da Valentino,