341 MDXXXII, GIUGNO. 342 De li altri Stadi che al presente 1’ ha in mano et possiede non cava entrata alcuna ordinaria, se non che ha I servicii di gente et danari secondo li bisogni soi. Ancora ha per convenliono fatta con l’imperatore, per il testamento del re Cattolico che lo lasciò herede del regno de Napoli et di le altre cose ncquistade per lui con tal conditone di pagare ogni anno al re Ferdinando suo fratello de le intrate di ditto regno, et così li paga ducali d’ oro GO milia a P anno, che vien ad esser fiorini renensi 84 milia. Per la dignità imperiate solea cavare l’impera-tor Maximiano suo avo ogni anno de entrada zerca raynes 200 milia, e si trazeva parte de le pension di le terre imperiai, però assai poca, et parte de le condanation che vanno a la camera fiscal et parte di alcune utilitade di la canzellaria, ma bora per l’absentia de lo imperator et negligentia de chi ha anta la cura si è andata di male, et hora non si cava la mitade, la qual è lasciata goder da l’imperatore al prefato re, qual ho inteso non passa fiorini 60 milia. Del ducato de Open, quando sarà suo, non è per trar ogni anno fiorini 25 milia. Et tutta la somma de ditta intrala faria r&ynes 169 milia. Oltra le intrate ordenarie sopraditte, dimanda molte fiate a questi soi, secondo li bisogni che ha, aiuto di gente e di danari e pone impostone come li pare, di le quale ne cava bona summa, e dii conta de Tiro! in questi tempi passati ha Irato no-tabi! quantità. De li Stati de l’Austria, Styria, Ca-rinthia et Carniola traze per via di decime, che è il quarto di le intrade ne traze, etiam gran summa. Et essendo io in Yspruch con la Cesarea Maestà in la dieta fatta del contà de Tirol, fu deliberalo pagarli a li soi bisogni nella guerra di Hongaria fanti 5000 per mexi 5, et pensò pigliar danari et la niilà spender in li fanti et l’altra mila in tanti cavalli legieri, et con tal pensiero giunto in Augusta condusse Paulo Lusasco il quale cominciò a far li cavalli, ma poi per certe dìferentre di la coridula non vene, et il re de li danari pagò altra gente de spagnoli et todeschi che’l mandò col capitanio Ro-camdolf in Hongaria, et su la summa de ditti danari raynes 100 milia, la qual li è stala concessa ancor questo anno de li stati de I’ Austria, Stiria, Carniola et Carinlhia che è soi, per la dita via di decime et altre imposition, ne ha trailo lai anno come si dice raynes !00 milia. 133 Ha ancora auto dal Pontefice la concessione de la decima de tulli li bmeficii ecclesiastici, et la indulgenza in lutti li stati soi, di la qual decima et indulgentia ne ha tratto non piccola summa de oro. De li Stali soi di Bohemia, Moravia et Slesia in questi non ha quella autorità di metterli imposi-tione al voler suo che ha nelli altri soi Stati, se non quanto può ottenere per la urgenlia de lì bisogni di guerra da li baroni et homeni del governo del regno et di le altre due provintie, li quali non per obligo alcuno che habbino, nè per causa de obe-dienlia al re suo, ma per loro liberalità per gratificar il suo re li concedeno qualche fiala bon numero di gente da piedi et da cavallo; et da piedi è perfettissima gente in quelli paesi. Et questo anno li ha domandato aiuto per causa di obedientia al re loro, et per loro libera volunlà per la presente guerra per il regno di Hongaria conira il Turco li concedeno bon numero di gente da piedi et da cavallo, et Soa Maestà si promette haverà di queste tre provintie ne li presenti bisogni combalenti 45 milia. Et quando l’altra fiata vene il Turco a Viena have gente pagate da loro a piedi et a cavallo in nolabil summa. Et ho inteso che questo anno fin qui ha ottenuto da loro ducali d’ oro 120 milia, et da pò che è re ha tratto de questi tre Stati fin qui ne li bisogni soi più di due. 1.700.000. De li lochi che possiede hora dii regno di Hongaria non traze cosa alcuna per le conlentione ha per causa del ditto regno con il re Zuane, et ne ha più tosto spesa grandissima che intrada alcuna. Po-tria forsi da le terre imperiai, quando se le facesse più amiche, trazer qualche summa de danari per via de donativi o sussidi, come faceva l’imperador Maximiliano suo avo et molte fiate li pagavano li debiti che l’avea contrato dove era stato un lempo allogiato con li soi. Et questo l’imperator presente non ha potuto far per esser stalo absente da loro, ma il re di Romani, che li sta sempre appresso, poiria forsi farlo. Le spexe sue ordinarie non si poi dire, perchè fin qui non l’ha limitate sì per aver trova le entrate di Stati soi impegnate et atese a recuperarle, come per la guerra aula per causa dii regno di Hongaria con il re Zuane. Ben è vero spende sempre che’l può largamente; tiene bona corte, et ben in ordine, veste splendidamente, et per la spexa che’l fa, sempre è in bisogno, et non pos-sendo aiutarsi di le sue entrate, si convien aiutar con le impositione che mette quasi continue a li Stali sui. Nel governo suo tiene appresso di sè molti