7C9 MDXXXII, AGOSTO. 770 alcune altre particularità le quale non facendo a proposito non scrivo. El qual capilanio Ilicone soprasedete una sera qui con 1’ oratore di sua Maestà, col quale venuto a parlamento di le cose lur-chesehe gli ha tra le altre cose riportale queste anotate di sopra. 307 II riporlo delle nuove da Casalmaggiore. Che’l marchese dal Vasto è solicilalo da l’imperatore che con ogni diligenlia passi in Alemagna, et pur hieri hebbe un mandato di incaminarsi perchè il Turco già era di qua da Buda el veniva verso Viena. Che slamane andava a desinar a Bozolo, et stasera andarà a Goito dove aspellarà le fantarie spagnole, le quali hanno passalo il Po el si sono unite a Luciara, et tra hoggi el dimane passaranno l’Oglio, et farà loro la mostra et darà danari et partirà, con loro et con alcuni italiani che sono in essere, per Alemagna alla volta di Trento facendo dui allogiamenli sul stato de Veniliani, li quali gli daranno de vettovaglie quanto sarà lor necessario, et fin ad bora è fatta la provisione, che così scrisse hieri il capilanio di Verona a sua excellenlia. Che el conte Guido condurrà le gente nuove quando saran in ordine, al qual l’imperatore ha dato 2000 scudi di entrala el gli ha scritto che poiché non ha voluto accettare 4000 fatili debba andar alla corte che gli darà tal condilione che potrà contentarsi ; el così egli andarà con 100 genlilhuo-meni ben pagali. Che si dice che questo esercito che parte d’Italia presto si congiungerà con l’altro che è sotto Ratisbonn, perchè in Isprueh sono preparate le navi per condurlo per il Leno die fa capo nel Danti; bio che è presso a Ralisbona una giornata. Che li capitani o colonelli che restano sono il signor Luise Gonzaga da Castione, Fabritio Mara-mao, Martio Colonna, Gio. Ballista Castaldo, il conte Filippo '[orniello et quel di San Secondo, i quali hanno hauti danari, chi 1500 chi "2000 scudi da far gente. 307* Che hiersera giunsero in campo col signor Hie-ronimo da Leva 14 muli carchi de danari, i quali dicevano che sono G00 mile scudi, el che verranno di Spagna ancora lauti altri che faranno numero de un millione. Che per guardia di Genoa si faranno 3000 fanti da esser pagati la metà ila l’imperalore et l’altra metà dai genoesi. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. IVI Che si ragiona assai de’ francesi, et il marchese proprio P altro dì disse all’ambasciatore del duca de Milano: voi altri vi alegrate che se ne andiamo, ma doveresle piangere perché vi so dir cerio che francesi verranno di nuovo a vostri danni. Che’l marchese si parte malcontento dii duca, et è perchè ha ad avere 2000 scudi per il resto di quest’anno della pensione che sua eccellenza gli paga. Ila scritto a quella comunità di Cremona che vuole da lei questi danari altrimenti che si pagarà da sé, el minaccia forte di volerli in ogni modo prima che parla; talché hanno mandato a Pavia al duca perchè si trovi qualche espediente che non hàbbino più ruina di quella hanno. Che’l marchese è generale solo delle fantarie, et il signor Ferrante de cavalli, il qual è hora in Mantoa gravemente amalato, et il marchese da Vigevano poi che non ha auto fanti harà 300 cavalli con lui. Che di Napoli vien viceré il marchese di Villafranca, et che è anche morlo il duca di Monlelione viceré di Sicilia. Che’l papa a questa impresa pagarà IO inile cavalli, et per mare 12 galere. Che’l duca di Ferrara manda pagali sin a guerra finita 200 cavalli, do cento dei quali é capo un capilanio Giorgino altre volte luogotenente di Giovan di Naldo, et un Pietro Paulo da Orvieto che stava col signor Giovanni de li altri cento. Che Medici parli mcrcore matina da Manloa et va vestito da soldato con bonetto rosso, piume bianche et casacca tagliata, et spada et pugnale, et non porta croce, et seco sono Braccio el Sforza Baglioni con circa 200 cavalli armati, et il Jovio, il Gambero, il visconte di Pavia, quel di Forlì et quel di Terni, et uno auditore di Ruota. Non è stalo possibile intender le cose più minute e particolari perchè arrivai tardi hieri a Casalmaggiore, el ogni cosa era sottosopra per questa gita del marchese, el ognuno inleiilo a far invaligiare le robbe. Mi 27 di luglio del XXXII. A dì 17 Avosto. La malina l’orator dii duca di Manloa mandò al Serenissimo a visi aulì da Ralisbona di 8, i qual fono ledi in Collegio ozi in Pre-gadi el è scrii li qui avanti. Dapoi disnar io Pregadi, et poi lelo le letere fu leto una lettera di Verona, dii capilanio et vi- (1) I-a carta 303* è bianca, 49