àa 1 MDXXXII, Da poi disnar fo Collegio di le aque, el parlato di far quella palada di là di Castelnuovo, ehi voi far de faxi, chi di piera, chi de pali, niente concluso terminà a boca li ingegneri e altri vadino a veder et poi sabado si terminarà. Fo gran disputation et balolà tuor danari per pagar quelli serve, et preso. Noto. In questa matina intrato in Collegio sier Zacaria Zanlani sopraeomito, parse da nuovo a tutti, el qual disse: voslro fio Serenissimo Principe à auto Clissa a pati. El Serenissimo li disse: col ma-lan che Dio ti dia a ti e a lu. Par questo sia venuto per ¡scambiar la sua galla la qual fa mollo aqua et non si poi secar. A dì 6. La malina non fo alcuna lettera. Vene l’orator di l’imperator solicilando la risposta. 11 Serenissimo li disse non si ha podeslo, havemo voluto aldir in Senato rnessier Nicolò Tiepolo prima, e se li feria la risposta, poi disse de Clissa che . . Da poi disnar fo Collegio di la Signoria per aldir li preti di Castello, qual zà per il so capitolo hanno electo piovan di San Jacomo de Rialto a cui dicono aspetar la eletion et fo eleeto questo pre’ Nadàl Regio, et è morto il capelan di le monache di Santa Justina et li proveditori al Sai dicono aspetar a loro tal electione. Parlò domino Ili-ronimo del Gigante dotor avocalo a Castello per li preti, et li rispose sier Jacomo Moro provedilor al Sai. Hor fo lerminà per la Signoria aldirli con li Savi, i qual Savi erano reduti a conseiar la risposta a P orator cesareo e altro. In questo zorno a hore 23 credo per bora aslrologica la galla dii capilanio zeneral da mar fo conduta al ponte di la Paia, la qual è bellissima e piena di arlellarie di bronzo pezi.... atorno. In questo zorno menandosi ditta galla e Irazandosi molte artellarie, uno romito vestito di griso col capelon in testa, è sacerdote scalzo, e una croce di. legno negro al petto, cento con una corda, montò sopra la piera dii bando, et fece una bellissima predica a bona voce, brieve e sentenliosa, mostrò haver famìliar la sacra scrilura et concluse conver-timini a Domino. Have gran corso et homini da conto di la loza che andò ad aldirlo, tra li qual io Marin Sanudo vi fui. Questo à nome fra Arcanzolo Perosim di età di anni.....sta in uno heremitorio in la Marca, è qui con do compagni. A dì 7, la matina. Havendo li proveditori sora l’armar bisogno di danari per expedir le galle di Dalmatia, che i soracomiti è venuti a tuor oiuo.no. 358 j le so galle, fo termina tuor impresiedo de le Ire procurate ducati 2000 por una e restituirli di danari di le tanse e impreslidi di terra ferma et clero, e cussi fo mandato per li procuratori e richiesto et............. Vene in Collegio 1’ oralor di Pranza insieme con il conte Hannibal da Gonzaga di Novolara qual vien di Franza et è venuto a far reverenti« al Serenissimo, et sentò apresso il Serenissimo et nulla disse, solum portò una lettera di 1’ orator nostro in Franza. Et fo mandato a dir l’orator cesareo di questa venuta in Collegio, qual non havia exposlo nulla. Esso orator disse sapeva esser venuto per veder che’l conte Guido Rangon acordato con la Cesarea Maestà et era prima col re Christianissimo non siegui Cesare ma vogli tornar col re Christianissi-mo ; dito conte Guido sta in questa terra et non romperà la fede data a Cesare. Nè voglio restar di scriver quello fo dito per la terra, che da Lion il re Christianissimo havia remesso per lettere di cambio ducati 200 milia, tamen non fu vero, et fu in-quinto havia remesso ducali . . . milia per mandarli in Hongaria al re Zuanne. Vene l’orator dii duca di Milan et inonslrò certi avisi al suo signor, di Praga dì 28, mollo copiosi, di le preparation ordinale de lì per il re Ferdinando contra il Turco. La copia sarà qui avanti scritta. Et il Serenissimo li disse che’l suo signor duca dovea mandar a Zenoa a saper quello fa il Doria ; esso oralor disse scriveria al suo duca che vi mandasse uno. Da poi disnar fo Conseio di X simplice, et fono sopra la retention di alcuni oflìeiali presi a far un contrabando di sede et preseno di relenirli. Noto. Il fermento che fin’ bora era calalo, bora par sia montato, si fa il padoan lire.... e tamen è sta zà taià el si taia a furia, el è sta manzalo pan novo che sempre poi Sant’ Antonio si principiava a laiar. A di 8, la malina. Vene in Collegio sier Francesco Venier veslito di veludo negro venuto podestà di Brexa, in loco dii qual andò sier Francesco Moroxini et referite. Laudato dal Serenissimo iusla il consueto. Da Ragusi fu lettere di Jacomo Zulian, di primo, con lettere da Constantinopoli di l’ora-tor et vice baylo, di 12, et di Andernopoli di Jacomo di la Vedoa suo secretano, di 9 et 15; il sumario scriverò qui avanti. Et la voce vene zoso