299 MDXXX1I, MAGGIO. 800 gallo, et da uno messer Rocco Iseo habitante de qui in Otranto ho inteso, che per lettere del Consolo di Ragusi da Cotron si ha galeote 10 di Barbarossa benissimo in ordine erano a la Fagagnana, et che’l gran Maistro preparava la sua arinada. Dite 4 galoote barbaresche ite a far acqua a'Cao di le Colone fu preso uno turco esaminalo confessò a la corda che le doveano andar a la Valona o Durazo a fornirge de biscoto e andar a la fiera di Lanzan, Conferma haver sachizà a Taranto il mo-nasterio et preso li do sehierazi, et zà 12 in 14 giorni ditto galeote non è sta vedute, lieti siano andate in Levante, unde questa notte mi lievo per Cor fu et poi per il Sasno. Tulle queste terre et lochi di Puia si fortificano, 116 Copia di una lettera da Fiorenza, scritta al capitanio Bubon di Naldo. Magnifico capitanio, patron honorando. Abenehé per altre mie lettere abbiali inteso alcune nove a pezo a pezo, al presente avisarò in questa mia il tutto, videlicej sapia vostra Signoria come 1’ ultimo dì de aprile formò il confaloniero et li otto Signori fiorentini il suo officio del gu-berno de la cillà di Fiorenza et de tutta la Toscana; del ohe d’accordo fu contenti li cittadini de non far più confalotiiero nè signori, ma lassare tutto il governo et la Signoria al duca, dove el duca Ale-xandro el primo de mazo vene al baplesmo de Santo Joanni, et accompagnalo da li soldati e capitani e genlijomeni grandi e piccoli et da tulio il popolo che non si poteva gire per la strada nè in-trare in chiesia, dove come ebbe udito messa il duca vene fora de chiesia et andele al palazo dove stava la Signoria, accompagnato da tutta questa brigata soprascritta, et come fono in palazo, fece certe cerimonie et inlrele in le stanzie, dove sedeva li Otto con molli cittadini de li prima de la cillà et siete uno pezo et poi vene fora et si comenzò a cridare; «duca, duca, pale, pale». Et con uno remor grande descargur archebusi et sonar lam-bure et trombele et instrumenti di più sorte, et cusì fu accompagnalo da una gran moltitudine di zenlilomeni e lutto il popolo cridava, che era una cosa granda. Et il duca, come fu arivato al suo palazo tene molti zenlilomeni a disnare con lui, et si comenzò a far moresche, sonar de inslruineriti et era adornata de lapezarie et verdure tutta la via larga, zoè la via del palazzo de Medici, e lullp il popolo grande e piccolo, ricco e povero se redu- seno su quella contrala a tanto che li cavalli non poteva correre, el uno cridar : « duca, duca, palle, palle ». Et sempre trornbete et tamburi si sentivano et li era venute tutte le trombette de Siena et Luca et Pistoia, et così si comenzò a correre a la quintana et durò la festa perfin notte, et eosì ancora la zobia seqtienle, poi la domenica et il lunedì, poi il martedì si mise in ordine per andar eonlra la duchessa sorella del duca Alexandro, la qua} veniva da Roma, et el mercore fu a dì 8 del presente |a duchessa azonse in Fiorenza, il duea con molti capitani e soldati et altri zentilomeni li andarono incontra V2 mia lontano da Fiorenza et disnoe insieme, poi vene a Fiorenza et li andorno cqnlpa tutti li genlilomeni grandi a cavallo fora di la terra tre over 4 mia, et poi a l’intrar ....... a la porta di Roma perfino al palazo di |a duchessa tutta la §lrada dove la passava era adornala con tapezzarie e verdura et archetti, et piene le finestre et le strade dove la passava de gente li era asunato tutto il popolo et molti confuloni posti in sui i cantoni, over pincole de le strade, cqn tamburi et Irombele et archibusi et iportari, dove ognunq sonava, tirava con foco, gridava ; « duca, duca, palle, palle », et ora una allegreza grande et gran Gridar tanto che non è possibile far più. Et tutta Fiorenza era redula in questa strada dove passava la duchessa, così hopiem come donne, Poi la zobia che fu el dì di la Sensa si feceno molli piaceri, zoè correre lo anello, et moresche per tufta la città risonavano, ma la duchessa era straca. Et la domenica se preparate una festa per conto de la duchessa pur in la via larga avanti il palazzo del duca, dove si feze una medema n)omaria, come el primo di de ma?o che’l duca pigliò il gpverno, et si adornò ditta strada d1 tapezaria el verdure el si feze molle moresche et se corse alla quintana. El similmente tutto il popolo si reduseno in ditta con-Irata con quelli medemi instrumenli de ponar et tirar archibusi et artellarie et cridar : « duca, duea, palle, palle, magneremo del pan bianco a dispetto di Pianzon ». Mille voxe a|la volta se sentiva cridar iti tal modo, che par che ognuna persona sia aiegra et contenta che il duca sia so signore. Et tutti li cittadini el cortegiano e il teneno da signore. Il qual duca si ha eletto 4 cittadini de la cillà per soi Consieri, li quali è messer Princival da la Stufa, messer Ruberto Azaiolo, messer Alvise Ridolfi, messer Filippo Strozi barba di esso duca Alessandro, si che’l duca s’è fatto redunar una volta lutti li citadini in palazo et poi lui è andato con li soi