901 MDXXXIt, SETTEMBRE, et sodo esso Marin di Stefano. Apresso il ditto ponte fanno uno bastion di terra, et altri repari, ^ alti quali starano una guarda di persone 6000, aziò le vittuarie possano venir a Vienna. Per securlà nneora de ditta armala, al ponte ultimo che va verso Boemia et terra ferma se ha fallo uno reparo tondo qual abraza zerca do mia sopra il Danubio di la banda ullerior, nel qual caso che venisse il Turco sotto Vienna, hanno a metler fanti 1*2 milia, aziò le vittimile possiario venir in Viena, et obviar l’armata lurehesea, de la qual maior parte se conduce da Boemia el abondantemente. La Maestà Cesarea se riirova a Ratisbona. La Maestà del re dovea esser a Linz a li 26 del passalo per far la massa de li boemi, el per quanto dice non hanno exercito preparalo a la campagna, ma die per spacio di pochi giorni polrano adunar tulle le genie loro die saranno per numero 200 milia et pid. Lo exercito (urdieseo insieme con il Signor ilice esser sotto Ginz, lontano da Viena mia 12 lo-deschi, sotto il qual dicesi esser morti assà turchi per esserli slà date tre battaglie generale. La armata di esso Turco se ritrova al Malpasso, lontano da Viena mia sie tedesche, el aveva scaricate le ar-tellarie in Buda per causa de le inondalione de lo nque de la quale dice esser il numero in tulio 160 barche, in le qual vuogano do homeni per banco et in dascuna stano zerca 35 in 40. Più olirà dico ogni giorno farsi corarie et scaramuze et esser a le mani et morir liinc inde assai, ma più di turchi, por andar senza ordine et bestiai mente. Solo Viena fin al parlir suo ut supra non li tra stato turco alcuno, nè lemeno in ditta terra la ventila de nemici, per esser ben fornita di gente el vrtualie et fortificata de molli repari. Ulterius dice il Signor Turco dubitar mollo de l’impresa, el questo saperse per boca de uno todesco, qual già tre anni fo preso da turchi, et renegò, ora è ritornato fugilo da l’esercito sotlo Gius. Più olirà dice il re Zuane con il reverendo Gl’ili con persone 12 milia esser stali alla impresa di Strigonia per zorni 30 et tandem, re infecta, se sono reirati ; in la qual dice esser uno capitanio per nome chiamalo Aseanio. Allro per bora non ho eie. Bi Roma, di sier Marco Antonio Venier el dottor, orator nostro, di 29 Avosto, ricevute a dì 8 Settembrio. Scrive un conferimenlo fallo col reverendissimo Farnese, qual lo mandò a chiamar et li disse come decano dii Collegio di reverendissimi cardinali havia parlato al papa saria bon in qucsli tempi si conzasse le difereutie con la Si- 902 gnorin nostra, qual li disse era la diferentia di possessi e di la caxa, qual anta, faria cosa a la Signoria li saria in apiacer, pertanto voi scriva a la Signoria ili questo, saria ben eie. Fi lui Orator iusli-fìcò di la caxa eie, ut in litteris. Soa Signoria disse: Scrive a la Signoria. Bel ditto, di 2, ricevute a dì 8 dito. Come a di 30 del passalo ricevute noslre in materia di aver uno breve per la trala di formenli di Romagna, obligando li beni all’ angaria posta eie. Fo dal papa, et scrive parole liinc inde dictae, et par vov iulii 5 per sier a la mesura di Cesena. Itenm tornò dal papa, questo disse, quella è mesura di L. 320. Era li do cardinali il camerlengo el Sai-viali, e disseno, è quello fo sempre posto cosi, ordinò il breve al presidente de Romagna; et manda la copia: A nobeli cittadini subitili et religiosi. Scrive ha parli al magnifico Salviali di questo, disse queslo è poco, dando li possessi e la caxa, (ulto si ronzerà. Bel ditto, di 4, ricevute ul supra. Come havia auto nostre di 29, con avisi del parlir l’armata turchesea per (ornar a Costantinopoli, fo dal papa, li comunicò il tulio, se ben prima lai nova havesse aula. Soa Santità festina del parlir de corsari senza licentia. Poi parlò zerca il Doria, dicendo non haver nulla el ha expedilo l’abate Negro per starli appresso p r saper di novo. Il qual li scrive di Napoli non haver potuto aver pasazo per Messina, el disse verrà l’inverno e non porà far facende. Poi disse aver lettere di la corte cesarea, di 22 dii passato, hanno bona speranza di la impresa, et è slà munita Vienna, et compie di zonzer gente da ogni parte, solo si dubitava il Turco volesse invernar in Hongaria. Et il magnifico May et magnifico Bogo hanno questi avisi, i qual fo letti in concistorio, et disse Soa Santità li provederia di danari promessi. Esso orator li dimandò s’il voleva far cardinali per danari, disse volemo allender più presto 357* a scuoder le angario posle che far tal promotion, havemo ben qualche bon servitor et che hanno gran meriti verso de nui e di questa Salila Sede, et questi faremo, ma non disse quando ; poi esso Orator li parlò di la ricompensa del Rivabene per liberar il reverendo episcopo di Monovasia, et era il reverendissimo Rodolfi, qual dete favor a la cosa, che cosi era l’ordine, et fo commessa al Datario. Disse poi Sua Santità, è zorni tre die parti de qui per Napoli lo illustrissimo viceré el sono soe lettere di 2, come in camino avia auto lettere, di primo, del Conseio di Napoli, die li scrive non ha-