445 MDXXV, GENNAIO. 446 gionte. tal genie volevano venire a far la impresa de Lodi. Item, dice, che heri sera a di 13, venendo lui di campo et gionto a San Columbano, ivi arivù il signor Zanino cum 1000 cavalli et una banda de fanli schiopelieri ; et dice che Zobia a di 12 in campo deteno danari a li svizari. Da Brexa, dii Proveditor generai, di 14, hore 4 di notte. Di quelle occorenlie. Di Verona, di reofori, di 15. Dii zonzer lì il signor Janes di Campo Fregoso condutier noslro, con 209 lanze et 1000 fanti sotto li capi nominali in le lelere, per star in quella città, mandati dal Ca-pitanio zeneral nostro, ut in litteris. Da poi disnar, fu fato il parenlà dii Serenissimo Principe, per la sua neza maridata in sier Polo Coniarmi fo di sier Zacaria el cavalier. Soa Serenila era sentà in la camera di l’audienlia nova in palazo, con la Signoria atorno, e sier Francesco Coniarmi 268 fradello dii novizo in piedi, vestito di paonazo a ma-nege dogai ; il Principe del suo veludo cremexin violato ; il novizo a la porla dii palazo vestilo di negro, et cussi li fradelli pur in negro. Vi fu grandissimo numero di patricii, e tulli tocliono la man al Serenissimo, si che ave un gran straco : e la noviza menata fuora atorno, senza però ballar, peruno maestro di danzar che l’insegna ballar; nè altro si feze per hozi. Da poi si reduse il Consejo di X con la Zonla di Roma per una parola, et fo per scriver a Roma a requisition dii Capitanio zeneral noslro, zerca il suo Stado, e altre soe occorenlie. Noto. L’orator di Pranza sialo eri in Collegio, fo per richieder che hora mai che ’1 Papa è scoperto per il re Christianissimo, questo Stado etiam si doveria scoprir. El poi parlò che ’1 re Christianissimo desidereria esser servito da questo di 50 milia ducati ad imprestedo, et......... A dì 17, fo Santo Antonio, Marti. Fo lete-re di Consiantinopoli in mereadanti, di 25 No-vembrio, et non fo Ietere dii nostro Bnylo ; che a molli parse di novo: licet de lì non poi esser cossa da conto, per non esser il Signor nè la Porla de lì, .ma ritrovarsi in Andernopoli Da Corfù, dii Proveditor di V armada Vi-turi, fo Ietere di ultimo Novembre, et date in Boca di Cataro a dì ... . Decembrio. Il sumario di le qual lettere scriverò di sotto. Se inlese, le galìe di Baruto, capitanio sier Ni- colò Trivixan qu. sier Piero esser zonle in Hislria ; et cussi la galla Salamoila qual vieti a disarmar, et il capitanio dii Golfo elallre galio. Di Cremona, di l’Orator nostro, di 15. Come era zonto de lì il cavalier Bilia fo in questa terra, qual era parlilo per Lodi per parlar al Viceré. Item, era stà fato comandamento, che tulli li cavalli lizieri si redugi a uno verso Lodi. Di Crema, di 15, hore 3 di notte. Questa sera 268 * è ritornato uno suo explorator dii campo francese, et manda il riporto. Heri al tardo se dislogiorono 5 bandiere di lancinech, et erano alogiale su questo territorio cremasco, et ándete a Pandino, quale furono contali numero 1400; et hozi sono passali di Crema via bandiere 10 pur dilancinechi, che anco loro sono andati a Pandino, quali erano alozati sul brexan, et sono al numero di zerca 3000. El per uno suo venulo da Lodi, li è stà ailirmato che uno capilanio de fanli italiani, che era alla Tórrela, si è levato cum la sua compagnia el andato al servicio dii re Christianissimo ; et che è parlilo la magior parte di la compagnia dii conte, Brunoro da Cambara, quale anco lui era alla Tórrela, et andati chi al campo francese et chi alle loro caxe ; et dicesi esser partile ditte gente per non haver danari. Item, li ha dillo uno todescho, qual dice haver inleso da uno capitanio di lancinechi, che lo illustrissimo signor Viceré et li altri capitanei hanno terminato questa seplimana de ussir de Lodi et andar alla volta de Milano. Li spagnoli et lancinechi che sono in Lodi hanno fatto la mostra, et dicesi li daranno danari diman o poi diman ; el alcune compagnie de Cavali lizieri, che erano sul cremonese, sono andate a la volta di Lodi. Et questo è quanto ha di novo.- Zorzi da Crema, mandato per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de lì esser partito Venere da sera a di 13, el che tiravano di 1 arlellaria,’et che era sopra il cavalier nella terra di Pavia et li faceva gran danno; né altro movimento facevano quelli dii campo. In Pavia se diceva che di grano et vino in fuori pativano grandemente dii viver ; et dicevasi che in campo aspeclavano gente di Franza; et si parlava anco di quelle dii Papa. Et dice che, hora per hora se do-veano levar dii campo fanti 15 milia et lanze 1000 et venir alla volta di San Colombano et Santo Anzolo, per esser a l’incontro di le gente cesaree. Et se dice per certo, che la liga è facta fra la Santilà dii Papa, il Christianissimo re, il serenissimo re d’Jn-gillerra et la Illustrissima Signoria di Venetia cum 269 altri aderenti, et per questo hanno facto in campo