185 MDXXIV, NOVEMBRE. mo, et tarnen se retrasseno anche loro. Dice che poi Mercore a dì 9 se partite di campo et vete che comenzorno a tirare do colpi e poi lassorno star; la causa non sà. Venendo poi verso Milan, dice che intese alcuni spagnoli erano stati a le man con cavalli zerca 400 di francesi a Melzo, et che spagnoli li haveano morti et presi prò malori parie. Di Crema, di sier Zuan Moro podestà et capitanio, di 10, liore 22. Manda uno reporlo et una lettera, il qual reporlo è questo : Biagio Daise, mandato per il podestà di Crema a la volta di Cassai), referisse che l’ha inteso che quelle genie francese che sono in Cassano beri matina comcnzorno buttar un ponte sopra Adda et poi reslorno di compirlo, ma passò pur di quà di A lda zerca 30 cavalli, quali a la volta de Rivolta Secca fcceno botini de animali. Da poi passorno alcuni fanli a Ponlirolo, et hanno bottinato animali et robe. Et che in Cassano è il conte Ungo di Pepoli, il capitanio Rossi di fan-lane 300, cavalli zerca 100. Rosseto cavallaro, partì da Lodi beri, bore 24, dice haver visto menar li cavalli in Lodi lizieri, a bore 24, che non passano cavalli 200, et portar in Lodi il conte Hironimo Triulzi su una calla (?) ferilo in una man et nella testa etsopra deunoochio de una pica. Et haver inteso dal Irombela dii prefato Conte, che in Melzo gli erano 20 arzieri et 40 homini de arme, li altri erano iti al monte di Brianza et in Milano, et haver veduto che spagnoli han condullo gran numero de animali et robe tolte a quelli di Melzo. Item, che si dice in Lodi che nell’ assalto dato a Pavia francesi hanno perso gente assai, et homeni da conto. Item, scrive esso Podestà, che in quel zorno il signor Viceré era venuto di Sonzino lì in Crema a visitation di lo illustre Capitanio zeneral nostro; el qual Capitanio è ancor in Crema alquanto indisposto. Il qual Viceré è andato di longo a Lodi. Per lettere dii conte Zuan Francesco da la Somaglia, scritte a la sua consorte di’ è lì in Crema, date a dì 9, in San Colombano. Signora consorte carissima. Ileri il Re nostro signor presenlete uno arsalto a Pavia, per veder come quelli dentro se portavano. Ha facto una grande batlaria, spianata la fossa. Vero è che lì è la alteza di due o tre braza di terra, che tengo che li nostri non han potuto intrare dentro. Spianarano lo reparo et se li entrarà poi piano. In questa dimonstralione di assalto, è morto una insegna del signor Federico da piedi, una a cavallo de francesi, el ferito un poco il signor Marco Antonio da Cusano in uno brazo, e morti zerca 25 fanti di nostri. Vi lo ho voluto advisare, perché scio che li inimici dirano il contrario di questo. El vostro consorte. Di Crema, dii ditto Podestà et Capitanio, di IO, hore 3. Per uno venuto dii campo francese si ha, che Luni 7 fecero la ballaria grande, et poi subito dettero lo assalto alla banda di Santa Sofia, et furono le fanlarie francese quale enlrornó su le mura et forno rebattule, de modo che si relirorno. Nel qual assalto fu morto il ducila di Longavilla da una spingarda alla volta de li testicoli, et pochissimo fantarie. A dì 8, il Marti, tulio il giorno dettero Io assalto-da due bande, battendola tuttavia alla banda di Santa Sofia ; erano le fanlarie italiane et spagnole, dove fu morto il banderaro del signor Federico di Bozzolo, et poca altra gente, ma assai feriti et la 111 maggior parte dal zenochio in su, tra i quali fu el signor Marco Antonio Cusano; et che fumo rebaltuli da la banda de Santa Justina. Lo assalto fu pur do italiani, né si aricorda il capo, quali entrorno nel bastion, ma con fochi arlificiadi furon rebatuli con occision di zerca 200 persone et molti feriti ; che tulio quel dì fino sera fecero la baiaria et che francesi hanno bulalo doi ponti sopra Ticino, uno di sopra, l’altro di sotto Pavia, et hanno tolto le aquo del Ticino et voltala nel Gravalon, et tengono fino a mezo il ponte di Pavia el le due torre che sono sopra Ticino et sotto Pavia el che diceano in campo che toleano le acque del Ticino pef dar lo assalto generale a Pavia da quella banda. Che ’1 Re ha deliberato del tulio haverla o per amore o per forza o per assedio, perchè dentro non li sono viclualie per li cavalli et non vi hanno modo de vivere. Che el Re è allogialo §u le ripe de Ticino ad uno loco detto San Lanfranco, poco lontano da Pavia. F.l dice haver inteso in campo da alcuni vivandieri di Tasto-sano, che in Aste erano fanli 10 milia el lanze 300, che veniano al campo. Et che li spagnoli, erano in Alexandria, erano ussiti per desasio dii viver et andavano per le ville vivando. Item, scrive esso Podestà e Capitanio, come il reverendissimo Datario era fin quell’ bora ancora lì in Crema et da mattina partiva per andar in campo a parlar al re Christia-nissimo, et il signor Viceré era andato a Lodi ad alegrarsi col marchese di Pescara di la vicloria 1’ ha haula, etc. Di Sonzino, dii Venicr orator, di 10. Re-