137 UDXXIV, NOVEMBRE. 138] Di Cipro, fo lettere di sier Domenego Capello luogotenente, sier Piero Venier et sier Domenego da Mosto consieri, di 18 Septembrio, date a Nicosia. Con avisi di biave. Di sier Nicolò Dolfin capitanio di Fama-gosta............ . . . A dì 4, fo san Lunardo e il perdón di colpa e di pena in la chiesia sua, haula noviter da questo Pontífice per reparation di la chiesia che ruina; qual comenzó eri a vespero. Vene in Collegio sier Marco Minio venulo ducha di Candia con la nave Dolfina, zonto eri in loco, dii qual andoe sier Nicolò Zorzi. Questo era vestilo di veludo negro con barba. Era con lui domino Alvise Filetto canzelier grando di Candia, qual à auto licentia in Gran Consejo di venir in questa terra per mexi.....Era etiam sier Francesco Minio suo fratello, qual è stato con la ditta nave Dolfina di botte 700 con pelegrini 43 fiamengi in Hierusalein, et era capitanio di la nave. La qual nave partì di Candia a dì 12 Oclubrio, et nel venir à haulo 3 grandissime fortune. La prima di qua da Cerigo fo a dì 17, che do di e do notte duroe, di gran vento, mar et pioza, adeo la nave se ingalonù et C zorni poi andò vagando sora Cicilia, facendo 29 pelegrini butono malvasie e assi robe in aqua, a la fin si trovono sora Durazo, dove era uno capitanio turco con una galeota et 7 fuste, li vene a la nave, li donò do poti et una taza, sichè hanno fallo quelli di la nave voti grandissimi perchè credevano esserane-gati tulti, perchè dilla nave se ingalonoe et per mi-racoio di Dio è scapolati; el ditto canzelier di Candia ha fatto vodo andar 10 anni vestido di beretin. Item, bave una altra fortuna grande di qua da Lie-sna. Ilor questo sier Marco Minio rcferile in Collegio di le cose di Candia. El Principe lo laudoe, iusla il consueto. Io vidi una cosa notanda questa malina, che li presenti Cai di X Michiel, Trivixan e Zustignan, an-dono al canzello di le prexon et volseno veder et aldir tutti li presonieri che sono per il Consejo di X in prexon, per expedirli poi col Consejo quando po-trano, opera molto pietosa. Et Io ho anni 59, inai più viti far questo a Cao di X; sichè meritano grandissima laude tulli tre. Di Bergamo vidi lettere, di sier Toma Moro capitanio, di primo, hore 18. Come era so-prngionlo uno di soi nonlii, qual riporta come beri se mosse di lo exercito francese uno bon squadron di gente d’arme con fanti 4000, et pezi (] di artella-ria grossa per piantarla sotlo Pavia a dar principio. Tamen queli dentro previste, e comenzorno a de-scargar, dimodoché li rupeno do pezi di quelli di fuora el amazorno homini d’arme zerca 50, et molli fanli, de modo che cominciorono a retirarsi alo exercito. Dice che in ditto campo è gran penuria di 8*2 ' vituarie. In Milano ancora riporla che il'morbo è mollo pegioralo. Da Crema, dii podestà Moro, di primo, hore 3 di notte. Come noli li era ritornalo alcun suo explorator, che mollo si meraviglia ; ma perchè sono sopra le rive di Adda gente cesaree che non lassano passare di qua nè di là alcuno, tien che siano intertenuli. Scrive, hozi sono passali di qua fanti G00, cavali lizieri 300 de li cesarei, parte de li quali vanno in Lodi, et parte ne li lochi de la Ge-radada, per quanto li ha ditto uno suo cavallaro venulo hora da Lodi, che de lì se dice che quelli di Pavia hanno piglialo tempo de darsi, et alcuni dicono che se vogliono gagliardamente defendersi. Et li scrive il magnifico Morone, che per lettere dii conte Antonio da Lieva, che è in Pavia, di la precedente notte, che li lanzinech erano ussiti alla scara-muza et haveano morto de CO homeni, et haveano preso uno locotenente de Memoransin con zerca 20 persone, et stavano con buono animo per difender a Pavia. Lo illustrissimo signor Viceré hozi è partito da Sorexin et è venuto a Sonzino. Da Brexa, di 2, hore 3 di notte, vidi lettere dii Surian podestà. Come quelli cesarei rechiedono del signor Capitanio etProveditor nostro, mediante quel domino Scipion di la Telia orator dii signor Ducha apresso questo signor Capitanio zene-ral, qual li ha richiesto polvere, lanze et do canoni. Di le lanze fono serviti ; di la polvere li disse che scri-veria a la Signoria, et di canoni che non ne haveva-no si non quelli per guarda di la cillà, et etiam di questo scriveria a la Signoria nostra. Item, manda copie di alcune lettere, le qual son queste : Da Cremona, di l’orator Venier, di primo Novembrio, drizate al Provcdilor generai. Come quella nocle fono lettere da Pavia a quello Illustrissimo ducha de Milano de quelli capitani lanz-chinech, i quali scriveno che sua signoria stia di bon animo, et non si dubiti quanto di Pavia, perché sono deliberali al tutto defenderla animosa et gagliardamente, nè altro desiderano se non che francesi vadino a quella impresa, perchè sperano riportare et honor el vicloria ; di quali francesi altro non se intende, nè etiam par che altramente siano mossi