139 UDXXIV, NOVEMBRE. 140 de i lochi dove erano ; ben qui è sta dilto che ’1 signor Federico di Bozolo con certo numero di gente 83 voi andar a la impresa de Alexandria. Questi ta-men non si dubitano per esservi dentro domino Gaspar dal Maino, Francesco Matto et altri capitani con forsi 3 mila de la gente d’arme del signor Ducila, oltra le 50 lanze che vi manda il signor Viceré, come beri scrisse. Et in caso che andasse dito signor Federico a quella impresa, sperano questi potersi servir de li fanti che messeno per avanti in Genoa, per esserli vicini. Di Milano si ha, per uno venuto eri sera qui, come francesi non hanno facto né lamio danno alcuno a la città. Et da una parte verso il castello hanno principiato far una trinzea. Il castellano mo’ ha, per costui, mandato a dir a la signoria dii Ducila che non si toglia fastidio alcuno, perché ogniuno di quelli che sono dentro si trovano di perfetto animo et volere, dispostissimi alla defension di esso. Il signor Viceré par che sii andato a Soncin; il marchese di Pescara è pur in Lodi atendendo a la munitione et fortificatiou di esso ; lo quale é in oplimo termine et fra pochi giorni sarà munitissimo et assai forte. Dii ditto Orator, pur di primo, irne 3 di notte, al ditto Proveditor. Da poi le ultime, sono gionte lettere di Pavia che dicono, come il marchese di Saluzo, quale era nell’ esercito francese con bon numero di gente, havea passalo Ticino et se era alloggiato nel borgo di Pavia di sopra apresso il ponte. Il che inteso da quelli dentro, ussileno fora 2000 lanzchinech et li assaltorno, de modo che hanno dissipalo gran parte de ditta gente et il Marchese se ne fugite, et li lanzinech se ne ritornorono dentro con molti cariazi che hanno preso et molto aliegri, et stanno con perfetto animo et dispositione, nè si dubitano ponto di lo exercito francese, el qual è pur a li so’ loci soliti, nè sono mossi, nè hanno ctiam piantata artellaria alcuna. Voce di qui é che il re Cliristianissimo si voi levare, tamen non si sa certo, nè dove si voglia andare; alcuni iudicaiw a la volta de Alexandria. Sonovi etiam lettere del signor ducila di Genoa di 29 dii passato, per le qual dice esser adverlito come il signor Renzo è smontalo de la armata francese et ha preso il camino di Tenda cum la gente sua, con intentione di andar a 83 * la expugnatione di Alexandria ; de la qual questi stanno con bona speranza per esser ben munita di presidio et altro. Sonovi sotto diversi capi 2700 fanti, 150 lanze et 200 lezieri, Ira li quali capi di fanti vi è etiam il capitan Manara, el qual havendo sentito che ’1 re di Navara veniva a la volta del campo francese, ussite fora con la compagnia sua et prese li cariazi dii dilto Re, con dissipalion di alcune di le sue genie, el ha faclo bottino de 16 milia ducati. Ancora advisa il prefato signor duca di Genoa, come li è arrivato uno gi’nlilomo di la corle cesarea, quale ha portato 100 milia ducali tra contanti et cambii, et dice Io Imperator vi manda altra-tanti, et che ’1 manda etiam 9 mila fanti tra spagnoli et alemani. Doman questo illustrissimo Ducila è per andar a Soncino per esser a parlamento con lo illustrissimo Capilanio generai, et io etiam seguirò sua signoria. Post scripta. Volendo expedir, il signor Ducila mi ha mandato a dire che per dimane non poi andare a Soncino, ma da poi dimane anderà. Da Pavia, di Antonio di Leva, date a di 30 Octubrio, al signor duca de Milano. Che ne 10 alogiar feceno francesi nel borgo di san Cosmo, san Salvador, san .lacomo, et parte nel borgo Ticino Zobia al lardi, ussite fora il Conte con poca zente et dete nelli francesi che erano più apresso il muro, siché li amazò più di 50 homeni et li cazò fora del borgo di san Jacomo et rilornose senza morte de un homo. El Venere, quelli de Tesin se accostavano, et a mi parse non soportarlo et deli conira loro, quali erano 3 mila fra taliani et francesi, et li femo voltar le spalle con morte de 200 et presi 50, et con questi erano lanze 200 di Memoransi, et tra morti fu il locolenente dii predillo Memoransi, et uno capitanio di fantaria. Li cazamo Gn al ponte del Granvolo et lì si sté forti, perchè li venivano 3000 lanzchinech di soccorso. Prometo che se 11 alemani fusseno stati cussi boni di core come di gambe, non fugiano alcuno de li 3000. Dii proveditor Pexaro, da Brexa, di 2. Di quelle occorenlie, colloquii col Capitanio zeneral et pagamenti fa lutto il zorno a le fanlarie, che di continuo zonzono et richiede danari. Copia di una lettera dii Signor turco, scrii- 84 ta a la Signoria nostra, portata per sier Piero Zen stato orator a Constantinopoli. Sultan Suleimansach, per la gratia de Dio grandissimo re de Constantinopoli, et Imperator de tutte do le terre ferme, vidclicet dell’ Asia et dell’Europa, di persi et de li arabi, della Soria, Meca et Hierusalem et di tutta la terra diEgvpto, et de tulle le marine signor et Imperator ete., allo illustrissimo et molto honorabile Duce de la Illustrissima Signoria di Venezia, missier Andrea Grili, amico svisce-