365 MDXXIV, DICEMBRE. 366 ni .... fo clecto piovan di San Moisè, et ancora non è senlà piovan. Si dice si amalo, di tanta ale-greza l’ have esser rimaso dal piovan di Santo Apo-nal canzelier dii Doxe, vechio et doctissimo. A di 28, fo il zorno di Nocenti. Prima fo lettere di Roma, di V Orator nostro, di 24 . . Vene in Collegio il Legalo dii Papa, per solicitar si dagi condula al signor Alvise da Farnese nepote, ma è fiol, dii Cardinal Farnese, qual è a Roma, e portò letere dii preditto Cardinal et uno brieve dii Papa in soa recomandatione. È desideroso mollo di servir questo Slado. 11 Serenissimo li disse si vederia ; tamen poi non li fo dato nulla. Vene il Patriarca electo domino Hironimo Que-rini, vestito con la sua capa da frate, né voi mutarsi, con uno frale in compagnia et zerca 6 soi parenti ; et disse come bavia haulo uno brieve dii Papa di baver il possesso, però rechiedeva il Serenissimo che Sabado, eh’ è San Silvestro, poi disnar, volesse iusta il solilo venir a darli il possesso. Il Serenissimo si alegrò et disse che veria Sabado da matina. Et cussi fo concluso, perchè poi disnar si faria Pregadi. Vene l’orator di Ferrara, et have audienlia con li Cai di X. Da Crema, di 25, hore 4 di note. Manda tre reporti di soi exploratori siali nel campo di francesi, qual è questi qui sotto scripli : Nicolò da Crederà, mandalo per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de li esser partito heri a mezo zorno fo a dì 24, et che iiavea comenzato arivar le monition che veniva da Ferrara al ponte de la Stella, et passava di qua de Po nel campo, acompagnala dal signor Zanino cum la sua genie et 14 bandiere de svizari, se partirono del campo per andar a scorgier dicle monition. In loro loco li venia da Milano li grisoni che era de lì ; et se diceva che subito gionta dieta monition in campo, il Re volea dar la balaglia a Pavia. Et lavorano cum diligenza per luor l’aqua fuora dii Ticino ; dicendo baver visto la persona dii re Christianissimo andar sopra tal lavoro solicilan-do mollo la expedìtion; et ha veduto tirar li gabio-ni sotto le mure de Pavia dando uno testone al zorno per cadauno schiopetiero che voghi star a dicti gabioni a tirar a quelli de Pavia, et questo ultra la paga sua. Dice etiam, che ancora lavorano a fornir il cavalier che hanno facto per bater nella terra, et dice haver intaso che l’era vernilo fuora de Pavia un trombeta per parlar al Re, et che Sua Maestà non lo havea voluto ascoltar, ma fozelo retornar dentro ; et ha veduto molti poveri del popo- lo de Pavia che erano venuti fuora che andavano per il campo adimandando elemosina, dicendo che anche de li zentilomeni e done havevano voluto ussir et il Re non li havea voluto lassar uscir dicendosi che in Pavia moreno de fame ; et se diceva che in campo si aspeclava 4000 gioveni genti- 223 lomeni che mandava la madre dii re di Franza. ltem, dice haver inteso che ’I ducila di Albania cum la sua gente andava a la impresa sua a la voila dii reame. Maximilian da Caxaleto mandato utsupra, dice de lì esser partilo Marli passalo a dì 20, et haver lardalo il suo ritorno per esser slà retenulo a San Columbano, et che al suo partir se partiteno del campo da zerca 5000 svizari e in loco loro in quella hora gionse 22 bandiere de grisoni che venivano da Milano, dicendo che ditti sguizari andavan asse-curar le munitione che venivano da Ferrara. Et se diceva che gionte ditte munitione il Re volea dar lo assalto a Pavia ; et attendevano a fornir il cavalier che haveano fatto per batter nella terra, et haveano acconciale le miiie a le quale in un tempo voleano dar el foco et lo assalto ; et che quelli dentro haveano fatto gran riparatione facendo bastioni per la terra et altre cave et repari ; et dicevasi in campo, che quelli de Pavia patiscono grandemente de fame. Item, dice che, essendo a San Columbano, vene uno messo al conte Zuan Francesco da la Somaglia che li porlo nova che le munitione erano arivate, et che se diceva che il ducila de Albania andava con le so’ gente a la impresa dii reame, ltem, dice che Zobia a di 22 alcuni fanti de quelli di Lodi uscirono verso San Columbano, el scaramuzorono cum alcuni fanti francesi che sono in San Columbano, et ditti spagnoli amazorono il capilanio De Nicea de ditti francesi, et de spagnoli ne morite sei. Zuan Maria da Brexa, mandalo ut supra, dice de lì esser parlilo Venere da sera 23 di questo, et che hersera aspectavano in campo le muuilione che h veniva da Ferrara ; el se diceva che gionte, il Re volea dar l’assalto a Pavia ; et lavoravano a compir il cavalier per batter ne la terra, et per li fianchi di le mura, et il medesimo lavoravano a conciar una torre per batter in la terra da l’altra banda ; et hanno preparato cinque mine per darli il foco ad ogni suo volere. Dice etiam che alti 20 fu preso uno di quelli de Pavia che se diceva esser un