69 MDXXIV, OTTOBRE. 70 corso per la via rie mare per esser !’ armata cesarea inferiore, deiib rorono li signori capitanei Cesarei de relirarse de qua, et cosi ievorotio el campo. El il Re, inteso questa rìeliberatione, pensò et deliberò de passare et prevenire lo exercilo cesareo per destruerlo ; cosa che saria successa se li cesarei non se ne fossero avveduti. Unde epsi hanno tanto cantinato, che sono gioliti ad Alexandria integri- et ¡lesi. L’artigliarla grossa la irnbar-corono ad Toloiié et la mandorono a Genoa, et non fo senza periculo, perchè immediate fra tre hore dopo partita, quella de Pranza fo ad Tolone ; pur andò ad salvamento. Il Re, vedendo succederla el designo de la rlestructione del exercilo cesareo, deliberò di prevenirlo almanco nel venire a Milano. Et così ad bone giornate Sua Maestà fece cavalcar l’antiguarda, et la persona sua similmente ha cavalcato, de ino lo che la zonse ad Turino Martedì. El ivi pare ordinasse che una bona banda de faneti elecli et cavalli lezeri cum li italiani et fo-rausciti venessero de longo ad preo upare el passo de Ticino; et cussi cum una bona diligentia, essendo venuti heri circa 300 cavalli et molli fanti, per caso trovonmo ti nave cariche de 10 pezi de ar-tellaria et munitione, le quale erano tolte fora del castello de Novara et le presero, et cum quelle sei nave se ne sono passati de qua. Erano ben stati levati li porti, moliui, et altre barche, quale se trovavano dentro Ticino adciò che francesi non potessero passare et interim el campo cesareo potesse arrivare ad Pavia, perchè quali lo fosse stato esso campo ad Pavia, Milano se sarìa mantenuto; ma la disgrafia de la presa de le dille nave et artigliarla ha causalo tulio el male, che vedendosi tulli li cittadini el el popolo, qual è senza gQute et capi per la morte loro in questo tempo da peste, senza alcuno presidio, nè poterlo haver in tempo essendo ancora lo exereito cesareo ad Alexandria, nè havendo alcuna cerleza che volesse • venire in Milano per defensarli, se sono messi in tale terrore lutti, che ogniuno ha pensalo rie salvarsi solamente la vita, et ogn uno se ne parte. 'Avisan lo ìe signorie vostr1, che prima seguisse questo disordine de le nave, che unitamente congregali et interrogati dal signor Hironiino Morono quello erano per fare venendo francesi a la volta de Milano, tulli animosamente risposilo et conclusero de vulerse defen lere, et exhibire le facullà el la vita per conservarse, et factoli intendere che li bisiigneriano circa 40 milia ducali per inanimir et iujure lo exercilo ad venire a la volta de Mi- lano, deliberorono promptamerite de darli tali dinari, et ittico ne furono per alcuni offerto parte; sichè le signorie vostre possono ben cognoscere quanta era bona la volutila de milanesi; etiam così exhausli el debelituti de pèrsone. Et vedendo el signor FJironimo Morone la impossibilità de posser defender la cilà, nè havere el soccorso in tempo, ha preso per espediente de ussire anche lui, et cosi se ne partite quando mi parlile ancora io, che fq circa lo 21 hore. Per quanto ho inteso, esso-signor Hironimo uscite per la porta quale va verso Pavia, che denota vada a Pavia, dove è ditto che riebbe venire lo exercilo cesareo. .Ma a me nasce uno dubio, che quando sia perso Milano, forsi non li andarano et se retirerano più in zoso, per non esser lo exercilo «pagalo, nè havere dinari da pagarli, per dubio che li fanti non se mulinano, maxime che li lanzinech,sono gente bestiale et non vogliono servire senza el dinaro. Ma quando li ca-pitanei cesarei siano certi de intertenire la fanta-ria, in qugllo caso credo non si lontaneranno et defenderano Pavia et aiuterano Cremona, et in caso sequirà el disordine per mancamento dii dinaro, dubito che esso exereito se disfoglia. Al che, per li principi quali desiderano la liberatione de Italia de barbari, è ben de advertire. Io credo che questi milanesi sarano restali, de li quali ne saranno de quelli,prò maioriparte, che tollerano la parte francese, haverano electo homini che vadano dal Re per salvar la cilà: et penso la debia salvare, ma vorrà dinari, perchè anche Sua Maestà, per quanto se intende, è senza dinari, et ha facto pensiero, havendo Milano, non solo havere de quella città bona summa de dinari, ma ancora averne da lulto il resto del Stato, et etiam da altre parte de Italia, et cum quesli manlenire la guerra in Italia. Pur quando Italia sia ben unita, non li è per succeder questo disegno, nè anche per mantenerse se ben havesse la cilà de Milano, et che essa patissa, come indubitatamente de novo patirà. Questo è quanto me è ocorso scrivere fidelmenle ad voslre signorie, da le quale io ero per venire ad fargelo intendere a boca se non trovava el cavallaro de vostre signorie qui ad Vaprio, dove ho scripto la presente. Pur spero de venire ad fare reveren- 36 tia ad voslre signorie, alle quale iterum et de continuo me ricontando. In Vaprio, a dì 20 Oelubrio 1524. Il signor ducila Francesco era ad Pizighilono. Quale deliberatane sarà la sua non lo Scio, ma es-