293 MDXXlV, DICEMBRE. 294 del quale era minalo buona parte de terren; et fornite ditte cavatione dicevano volerli dar lo assalto el il focho ad un tratto. De quelli dentro dice non huver inteso altro, el in campo se diceva che aspe-tavano gente assai de più lochi ; el il signor Renzo. El de li era partilo il capilanio Meserin da Manloa et Balista Forte con fanti zerca 500 el cavali legicri 200 quali erano andati ad Melegnano ; et che in Milano gli è buon numero di genie. Ha dimandato se hanno dato assalto ad alcuno bastione di Pavia : risponde de no. Lodovico di Asola mandalo per il magnifico Podestà di Crema a San Colombano per intender nova de la gente francese, dice de lì .esser partito eri sera a bòre 23, et haver inteso per via dii signor conle Zuan Francesco da la Somalia che la Maestà dii re Christianissimo ha designalo lassare fanti 20 milia a lo assedio di Pavia, et cum il resto di lo exercito passar ne la Geradada ; et che die gionger a Milano al servilio del Re fra svizari et grisoni fino al numero de 15 milia, et gionti che siano; se dieno levare de lì cum el signor Theodoro, monsignor da la Trimolia et il signor Zanino et venir ad incontrare il Re che passarà nella Geradada. Parte de una teiera del signor conte Zuan Francesco da la Somaglia a la signora contessa sua consorte, data in San Columbano alli 3 di Deccmbrio. De novello, Pavia, secundo intendo non puoi star molto cussi per le victualie et anche per le provisione se li fa dal canto nostro, che in breve lo sentirete De soeorso a noi gionto si é questo : lo signor Renzo con 5000 fanti, il signor Ioanino con 3000 grisoni che sono 4000, et Paulo da la Selva che sono doi li quali se uniranno insieme fra tre giorni, et cum il 179' signor duca de Albania quale ha cerca 3000 lanzi-nech. Et cussi li serà quelli da Milano, di sorte che haveremo 1200 lanze et 18 milia fanti oltra quelli sono alla obsidione de Pavia, li quali non se moverano, et lo campo credo anderà o a Lodi over passerà a Cassano, o farano altri effecli che non posso scrivere. Però stati de buona voglia, che vi prometo il Re vuol vincere et ha il modo de gente et de danari et de vivere; ha mandato a luor 300 lanze guascone et Ira le altre la compagnia del marescalco de Foys che saranno qua de breve; segno che dal canto de Spagna non gli è dubio. Et questo tenetelo per cosa certa. Di Brexa, dii Surian podestà, di 5, liore 2 vidi letere, Come, per diversi advisi di exploratori di Crema partiti alli 3 dii campo, si ha che francesi non atendeno ad altro che ad far mine per darli il foco et lo assalto; che poca vituaria è dentro. Dii gionger li svizari el grisoni, e che dita gente sono a l’assedio di Pavia voleano levarsi et venir in la Geradada con fanti 18 milia et lanze 1200. Itcm, scrive aver lì a Brexa letere di Sonzin di l’orator Ve-nier. Dii passar dii duca di Barbón da l’Archiduca per le genie che li ha a far, che saranno lanzinech 10 milia, non già per la ducea di Milano perchè questo orator milanese è qui apresso il Capilanio zene-ral, nominalo domino Scipion di la Telia, dice che non volcno dillo Archiduca vengi in persona in Italia ma ben che mandino zente eie. El questo per dubito non se insignorisca di la ducca di Milan. Di Vorator Venier, di 4, da Sonzin. Olirà quello ho scriplo, scrive colloquii auti col Viceré, che Paulo Vitorio nontio dii Papa li ha ditto per nomo dii Papa si deponi le arme et voi far una pace zene-ral di qua da monti, e il Re non molesterà il reame; e in caso volesse molestar, il Papa promete difenderlo. Milan sia dato in man dii Papa ........ per darlo al re Christianissimo. E li ha risposto, papa Leon e 1’ Imperador cazò Pranza de Italia, messe il duca Francesco Sforza in stalo. Li parea di novo tal parole, e volendo pace zeneral lenise altra strada perchè più Franza starà in Italia sempre sarà guerra, dicendoli non aver altra commission da Cesare si non mantenir lo exercito e il sialo di Milan al duca Francesco Sforza, però per ora non li feva altra risposta. Unde esso Viceré desiderava saper la mente di la Illustrissima Signoria per sapersi governar. Da Roma vene un corier de Roma con letere 180 di VOrator nostro, di 3 et 4 di l’instante, venuto molto presto. Scrive........ Da poi disnar fo ordinalo Pregadi per lezer letere, et chiamar Consejo di X con la Zonla in materia pecuniaria. Et a hora divespero vene letere di le poste con questi advisi. Di Bergamo, di sier Lorenzo Venier el do-tor, podestà, e sier Tomà Moro capilanio, di 5. Come in quella bora li è gionto uno dii campo francese solo Pavia. Riporla che lo assedio de francesi sotto Pavia è a li soliti loci, et che sono retirate a driedo le arlellarie e non trazeno, e quelli de dentro poche fiale tirano. Item, che una mina fu facla per