2-79 MDXXIV, NOVEMBRE. 230 ma Consejo di X semplice, qual si rodusse in Pre-gadi domente si lezeva le lettere per far uno vice-capitanio di le barche dii Consejo di X, in luogo di Lorenzo Mosca è andato contestabile a Vicenza con sier Filippo Basadona podestà di Vicenza, con licen-tia di Cai fin al suo ritorno. Tamen nulla fu fatto, perchè vene lettere di le poste, et fo lede, et ussite il Consejo di X fuora per aldir le lettere. Di Sonzin, dii Venier orator, di 20, hore 23. Come per le altre advisoe il venir dii signor marchese di Pescara et signor Bironimo Morone lì, li quali tutto heri, fino a hora molto tarda di notte, steteno in consulto con el signor ducba de Milano, ducha di Barbone et signor Viceré et altri signori capetanei per consultar al caso loro, et maxime essendo proximi li socorsi de lanzchenech. Et essendo in consulto, li vene adviso dal reverendissimo monsignor Datario, come el re Christianissimo havea expedito uno suo homo al Pontefice per dimandarli el passo per le sue terre amichevolmente per mandar di là di Po 600 lanze et 4000 fanti, de li q«al seria capo il ducha de Albania, tamen senza altro aspettar risposta li ha inviati a quella volta. Et in questa medema hora gionse un’ altra staffeta dal gubernalor di Cremona, che. advisava questo illustrissimo signor Ducha, che per uno venuto da Pia-senza li era sta referito haver visto passar per Pia-senza buon numero de fantarie, da forsi 4000, et da 500 lanze. Dove se vadano queste gente, over a che effecto, non si sano immaginare; ma dubitano che non voglino monstrar de far uno effecto et poi farne uno altro, et con questo mezo voler tirar el Papa dal canto suo, over pigliar la volta de Cremona. Al che dubitando questi signori, questa preterita notte li hanno mandato una bona compagnia de fanti a Cremona, talmente che resterà quella terra assai ben assecurata. Li vene etiam heri a questo illustrissimo signor Viceré uno homo per nome dii reverendissimo Cardinal Salviati legato di Piasenza, dicendoli che ’1 Christianissimo re li havea mandato a dimandar passo et non sapea che fare. El signor Viceré li disse : « Sete venuto per dimandarmi gente a prohibirli il passo ? perchè io son qui prontissimo per defender el Stato de la Chiesia, non con minor affedione et promptitudine di animo di quanto fazo et farò lo Stato de Milano ». Ditto nontio li rispose, non haver altra coinmission che quanto li havea exposto. Et in quello poi vene la soprascritta nova dii gubernalor di Cremona, che erano passati per Piasenza. Scrive si starà atenti, et vederassi quello vorano far queste gente. Unum est, che ’1 Re fa mollo grande bravarie di voler far assai cose in questa impresa a beneficio suo. Consultorono poi, quando sarà venuto il soccorso quelo habino a fare per non star più a perder il tempo in far consulti lutto el giorno, et maxime per fardeslozar il Chri- • similissimo de la impresa de Pavia, per confortar quelli sono obsesi in Pavia, perchè quando si stà tanto assediali, vedendo mancar li soccorsi, è forzo pigliar qualche partito. Tamen Pavia stà in ragio-nevol speranza di tenirse, per le bone gente et bon numero son dentro. Itcm, scrive esser advisi, per uno parlido a li 13 di questo di Genoa, come el signor Renzo, partito con l’armata da Marsiglia era gionto a Villafranea, dove é dismontalo con 5000 fanti, e con lui se li atrova etiam lo arzivescovo di Salerno Fregoso. Se dice piglierà la volta di Saona, dove si fermerà fin el vedi el fin di la impresa de qui, aspettando altra commissione dal Chrislianissi-mo re. Lì sono etiam aviso da Milano, come ditto re Christianissimo havea mandato in Milano el signor (Monsignorino) visconte, el qual per nome di Sua Maestà dimanda ducali 25 milia ad impresiedo, et Sua Maestà se obbliga restituirli per tulio Zenaro proximo, dicendo che li bisogna tal danari al presente per condur certo altro numero de sviza-ri, et non si atrovar cosi el modo al presente. Li è stà risposto per quelli de Milano, esser cosa impos- • sibile che possino trovar questo (al imprestedo, per molle ragione per loro allegale. Item, scrive una nova haver inteso lì a Sonzin da uno gentilhomo di corte, qual li ha dillo che ’1 signor Zanin de Medici con le sue gente è andato a servir el re Christianissimo ; tamen non ha di questo altra parlicula-rilà da altri, perchè si morujprava. * Noto. Qnesta lettera di Sonzin zonse in questa mattina. Dii ditto orator Venier, pur di Sonzin, venute questa sera, date a dì 21, a hore 20. Come la nova scrisse heri dii signor Zanino è verificata, perché ha facto lo effecto et con tutte le soe gente se n’ è andato al servitio dii re Christianissimo; et manda alcuni advisi. Scrive, quelli signori tieneno per fermo li lanzchinech per tutta questa seplimana presente debbano comparer in queste parte, et però hanno consultato de unire tutte le so’ 137* forze et far lo exercito, gionti che sarano li lanzchinech. El signor marchese de Pescara e ’1 signor Bironimo Morone è ancora qui, et ha inteso ditto Marchexe si parte e va in Lodi e il Morone a Cremona per proveder a le cose necessarie di lo exercito che si ha a far.