525 MDXXV, FEBBRAIO. 526 render a essi grisoni, ma dilli grisoni volcan etiam 316 la forteza, tnmen che forno renitenti, de modo clic grisoni li assignorno termine di 4 giorni a rendersi, aliter che li assalteriano senza più torli a patto alcuno. Da Crema, di 2, hore 23. Come in questa hora havia auto aviso di ozi hore 17 da li soi che sono nel campo cesareo, che in quell’ hora dillo esercito si levava in pressa per andar alla volta dii Barco, et haveano aviato le artellarie a quella volta, et nel levarsi hanno mandato 4 bandiere de fanti cum dui pezi de artellaria a la volta de San Co-lumbano. Dii ditto, di 2, hore 4 di notte. Come in quella sera li sono ritornali doi esploratori dii campo francese, et manda i loro reporli. Etiam manda uno reporto di uno suo gionto questa sera da Cremona. Scrive, dii campo cesareo esser venuti alcuni quali parlino hozi a horo 20, che affirmano che ’I campo caminava alla volta dii Barcho, et che le gente francese non erano mosse per quanto se diceva. Bernardin de Piamonle, mandalo per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de li esser partito cri malina, a di primo a hore 14, et che francesi si preparavano per far fatlo d’arme cum spagnoli, perchè intendevano che venivano a Belzoioso per venir a trovarli ; et haveano condute alcune arlellarie, che haveano verso Ticino, alla banda di qua verso spagnoli. Et al suo partir ha visto il signor Zanino cum più di fanti 18 milia, ultra una grossa banda di gente de arme, che erano in ordinanza per star a P impeto di spagnoli; ma essendo esso referente beri sera a Milano, gionse una staffetta, che disse che spagnoli haveano scaramuzato cum francesi et si aspeclava buon numero de fanti in campo, et gente da cavallo che doveano venir da le bande di Pranza; et dicevasi che P armata cesarea era slà rolla insieme cum certo numero de fanti per terra da P armata et fantaria francese. Et dice che a Milano hanno serato tulle le porle excepto le pian-chete, fortificando et facendo buona guarda alla città. Et che francesi haveano preso una spia che era venuta fuori de Pavia cum lettere, che dentro non haveano victuarie per tenirse, salvo per tulto il mese passalo.. 316* Zuan Piero da Monlodone, mandato per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice dè lì esser partito heri a di primo a hora di terza, et che nel suo partir vi giongeva bandiere 28 fra svizeri et grisoni, quali •venivano da Milano; et dicevasi che dì perdi doveva gion-ger di Francia buon numero di gente sì da piè come da cavallo, zoo lanze 300 et fanti. Et che l’armala cesarea cum fantaria por terra era slà rolla da l’armata francese. E più che, nel partir suo, ha visto in ordinanza da zerca fanti 18 milia et buon numero di homini d’arme star a l’impeto di spagnoli verso Belzoioso, dicendo che si diceva, che francesi non volea partirsi de torno Pavia, ma aspectar lo esercito cesareo per combattere. Dii che pareano esser molto desiderosi, et haveano condulo 10 pezi de arlelleria, che erano da la banda de Tecino a la banda di qua verso Belzoioso ; et ha inteso che, in loco de le sopraditte gente, che erano partile da Milano, il re Cliri-stianiss.mo li havea mandato de le l'antarie italiane. Antonio da Crema, nunlio dii magnifico Podestà di Crema, venuto questa sera a dì 2 da Cremona, die? esser lettere del ducha de Milano, di 29 dii passalo, da Genoa, che narano, essendo circa fanti 1500 de francesi in Varaze presso Saona 7 miglia, che don Ilugo parli con P armata da Genoa et fanti 3000 e li mise in terra apresso Varaze verso Saona, aziò non potessero esser soccorsi da quelli de Saona, pensando che preso quelli andana a Saona et debellarla lo resto, et cussi l’armata; ma che ’1 vento non lo servì et si vol-toe, di sorte che l’armata francese quale era lì presso li sopragionse; et che pensando salvare li fanti per via de la montagna, usirno quelli di Varaze et li svalisorno lutti, nè si sapea quello fusse seguito di don Bugo, che si pensava fusse preso. Et cosi, che parie de l’armala ancora restò svali-zata. Ancora dice, che ’1 vescovo de Lodi, il signor Zuan Lodovico Palavicino et Nicolò Varolo hanno facto qualche moltitudine di gente, et hanno preso castel San Zuanc in erose et madona Cecilia Ber-gamina con una figliola grande et doi fratelli ove-ro cugnati soi; et che hanno, Mercordì notte fo a dì primo, menato via tutti li molini di Cremona, erano su Po, et andavano fazando dii male assai ; et che si dubitava di Caxal magiore. A di 5, Domenega. La mattina, fo lettere di le poste venute per tempo. Di Crema, di 3, hore 20. Come in quella hora erano gionti avisi dii campo cesareo da Lar-dirago de heri, hore 2 di notle, da li soi che el tien de lì, come heri sera ditto exercito si allogiù in diclo loco et a Guardabrava, doi over tre miglia apresso il Barcho, et uno e mezo apresso Pavia; et