223 MDXX1V, NOVEMBRE. 224 Irova Marco Antonio da Cuxano, nè morto, nè vivo, e questo è stato a Pavia. Ancora è stato preso el conte Hironirno da Treulzo et el conte Joan Ferino da Treulzo, et questo è stato a Melzo, et la compagnia de li soprascritti sono stali presi el malmenati. Et che cerio è, che li repari de Milano se disfano. Scrivendo, illustri signori mei, ho auta questa polizza da Milano, et cosi la mando ad vostre signorie per cosa certa, che la viene de loco bollissimo. De vostre signorie servitore fidelissimo BORTOLAMIO -VlLLACHlARA conte 133 A dì 21. Per il lempo pessimo stato questa notte, et etiam vento grandissimo, la mattina non fo alcuna lettera di le poste, ìfè questa mallina, nè tutto il zorno. Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria con li Savii per aldir la materia dii vescovo Grimani di Ceneda, zerca il pagar di le colle, etc...... Di Roma vene uno corier, qual è stato do zorni a Chioza per il lempo cattivo, non potendo passar il porlo per la fortuna, et portò lettere di l' Orator nostro, di 16, et 17, qual fo lede in Collegio. Et per lettere particular, intesi. Come el signor Alberto da Carpi et monsignor San Marzeo oratori dii re Christianissimo erano stati dal Papa, re-chiedendolo di darli il passo a lanze 600 et fanti 10 milia che ’1 Re voi mandar per terra a luor il reame, el che il Papa li havla risposto, che li darla risposta un’ altra volta. Item, par che zonzesse lì a Roma uno corier veniva di campo dii Re sotto Pa-. via con lettere dii reverendo Datario, le qual le havea in la manica del zipon e le altre lettere in la scarsella, unde fo asallato lì in Roma da alcuni incogniti credendo haver le lettere del Datario e datoli etiam ferida : perii che il Papa era in grande collora et fece dar laia a chi accusava quelli erano stati, et si tien siano siati li cesarei, etc. Item, 1’ Orator scrive per le publiche . . . l33 * A dì 22. La matina vene l’oralor di Franza molto aliegro, vestilo di veludo negro di martori. Et prima parloe per certo milanese che li Savii a (ansar lo voleano tansar, dicendo è mercadanle che va e vien, e non dia esser lansalo. Poi ave audien-tia con li Cai di X. Vene il Taverna orator dii ducha de Milan, et • etiam ave audientia con li Cai di X. Da Sonzin, di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator nostro, di 18, ìiore 1 di notte. Manda alcuni avisi auli, qual son questi : Avisi di Lodi, di 17 Novembre. Come oggi è venuto uno soldato de Pavia, partito beri dal campo de inimici, quale parla de veduta, et dice: che la chiusa fatta per inimici in Tesino per divertire l’aqua in el Gravatane è rotta et disfatta in tulo; et che francesi abamlonano quella impresa et dicono voler dare uno gagliardo assalto a Pavia, et che fanno una tagliata avanti el castello nel barco per prohibire che non intrano, nè reescano messi alcuni. Et dicono li nostri patire moito de viclualie et strami lì in Pavia. Che in Milano, zoè in la cittadella de porta Ticinese allogiano li svizeri, et che le compagnie de la Tremoglia ed Admiraglio allogiano in diversi taci de porla Ticinese et porta Comascha. El che all’intorno del castello gli sta Marco Antonio Cusano con li fanti italiani, quali dicono poter esser 1500, o circa, et sono canaglia. Et ogni volta che quelli del castello escono, taro fugono, et che eri essi del castello vedendo venire a Milano molta vic-tualia che si portava con cavali, usciteno et fugali inimici, presero et condussero in castello tutte epse viclualie de chi erano. Se dice che ’1 prelato Marco Antonio da Cusano è ferito di schiopo in uno brazo; che francesi vedendo li milanesi confinali non obe-dire ma fugire, li pigliano pregioni, adeiò se assecu-rano che obedirano in andare a le confine et servarle, et che vanno per le caxe pigliandoli ; et però molli se ne fugeno, maxime quelli che sono siali capetanei o banderali del populo. Da Crema, dii Podestà et capitanio, di 18, hore 5 di notte. Manda la copia di una lettera dii conte Zuan Francesco da la Sumagia a la signora sua consorte, la qual sarà qui avanti posta. Scrive esso Podestà, haver haulo da Cremona che lo illustrissimo signor ducha de Milano de lì ha fallo 134 retenir molli citadini per trazer un laglion de ducati 18 milia, et hanno adimandalo uno altro generale a la terra, et etiam traze dii clero certa summa de danari. II magnifico Morone hozi è gion-to qui a Crema, el li ha mandato a dir che l’ha auto di Pavia, che queli stanno di buon animo, ma patiscono alquanto di strame, el che francesi attendono