231 MDXXIV, NOVEMBRE. 232 Advisi per lettere di Piasenza, di 19 No-vernino: che a la Stralcila sono passati il Po circa 150 lanze et 1000 fanti de francesi; il resto non è possuto passar per el gran crescer de le aque, qual havea guasto el ponte sopra Po. Che diete gente de arme dicono volere andare nel regno de Napoli. Che in Piasenza sono facle publice cride, sotto pena de la forca, che niun subdito de la Chiexia vada ad portare victualie in campo. Che ’1 signor Gianino Medici con le sue gente era andato verso Piasenza. Advisi per lettere di Lodi, di 19 ditto. Che francesi hanno facto condurre molte scale de Milano ad Pavia, et dicono omnino voler dare uno altro assalto. Che ’1 Re domanda a milanesi 25 milia scudi per mandare ad levare svizari per sua defen-sione, et fa delenire molti de li comandati ad andar a le confine. Da Crema, dii Podestà et capitanio,di20, liorc 5 di notte. Come hozi.li è torna uno explora-tor dii campo francese, et manda il riporto. Da Lodi non ha cosa alcuna, salvo che per lettere di quel governador de li è certificato che il signor Zanino de Medici è acordato certo con lo ¡lustrissimo signor ducila de Milano, benché per li exploratori vien dito il contrario, come appar per il presente riporlo. Le aque son a queste hande tanto grosse, che non si , può andar in alcun loco ; et spaza questa posta per la via de Ponteoglio, perchè per la via de Sonzin non è possibile passare. Questo è il riporto : Bortolomio de Magon da Crema, mandato per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de fi esser partito Venere, da cir-caliore 22, et la sera avanti lui haver visto partir dii campo alcune bandiere di fanti, quali se diceva andar a la volta del reame a trovar el signor Renzo, et che li andava anche bon numero di lanzc. Se diceva etiam, che uno certo capitanio era andato a trovar il signor Zanino de Medici, quale era acordato con il re Chrislianissimo, et se diceva etiam che il Papa era d’acordo con Sua Maestà et speravano che venitiani soriano anco loro d’acordo. Dice 138 esso referente, Mercore haver parlalo eum uno che era stato pregione in Pavia, quale li ha ditto che quelli dentro davano la paglia de le lettiere ai cavali per non haver altri strami ; ma che hanno abondan-tia de pane, el vino alquanto caro, et hanno carnazi assai. Et dice che in campo lavorano a far trincee, mine et alcuni cavalieri ; et quelli dentro tiravano fuori qualche botta de artelaria, ma rare volte, perchè il ditto, che era ussito di Pavia fuori, diceva che dentro haveano poca munitione, et quelli dii campo non li tiravano. Dicevasi in campo, che li dovea venir grisoni et sguizari 8000 ; et dice che Mercore a dì 16, la Maestà dii Re cavalcò a vede? il sustegno che si lavorava per voltar Tecino nel Gravalon ; per il qual sustegno Tecino era calalo circa un piede. Et dice che nel campo hanno abundantia del vivere. Da Brexa............ in questo Pregadi, fo lelo la scrittura presentata 138* questa malina pe» li 4 oratori cesarei e dii duca de Milan, qual è qui avanti. Fu posto, per........... una parte di Sibinico, che li sali Fo chiamà Consejo di X con la Zonta dentro, et fu preso di aprir al Consejo di Pregadi una lettera dU’ Orator nostro in corte, drizata al Consejo di X, la qual fo Iella con gran credenza. Fu posto, per li Savii, una lettera .... .....Contradise sier Alvise Mozenigo el cavalier, savio dii Consejo; li rispose sier Luca Trun savio dii Consejo, et fo (sic)........ Et si vene zoso con grandissima credenza a hore 2 di notte. Scriptura data i)x Collegio per l’orator ce- 139 sareo et li altri oratori, intervenendo l’ora-tor dii ducha de Milan. Ancora che da questo illustrissimo Dominio, per suo naturale et immutabile antiquo inslituto, ne le cose dove se expccta observantia di fede et complemento di promesse si soglino fare tanti et tali ef-fecti, che non molta, anzi nulla necessità resti di solicitar le Signorie Vostre ad quello che per il dovere vedano esser tenute, et non si contentino solo non mancare, ma per più obligarsi lo amico faciano alcune volle de avantaggio, come ampiamente fecero nella passata guerra con grandissima satisfactione de la Cesàrea Maestà, come gli ha posto in non mediocre conto et obligo. Et benché per questo respeclo et per quello che per loro prudentie cognoscano convenirsi al bisogno de la presente impresa che la salute comune concerne, nasca ogni securlà di consequir da Vostre Signorie tutto quello che deveno per observaplia di promisse et fede, et tanto più quanto che, havendo